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Una canzone per la domenica (257). Sinead O’Connor – Troy, una canzone e una poesia

di Pier Guagnetti

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Why, what could she have done, being what she is?
Was there another Troy for her to burn?
Perché, cosa avrebbe potuto fare essendo quella che è?
C’era forse per lei un’altra Troia da bruciare?

Se lo domanda il poeta più famoso d’Irlanda William Butler Yeats. Intorno al 1890 l’amore e la passione di Yeats per una bellissima attrice non smettono di ardere. Ma questo amore non è corrisposto, il tormento per il rifiuto continuo di Maud si riflette nelle poesie che continuamente le dedica. In “No second Troy” l’amata è paragonata ad Elena di Troia per l’amore distruttivo che provoca. Le poesie di Yeats hanno tutte una forte musicalità, si prestano ad essere cantate e molti musicisti si sono ispirati al poeta.
100 anni dopo, nel 1987, un’altra irlandese incide un brano di quasi 7 minuti direttamente ispirata dalla poesia e la intitola “Troy”. Lei si chiama Sinead O’Connor e diverrà famosissima. “Troy” non è solo una canzone, è anche una poesia, non è solo cantata, è recitata con un’intensità sorprendente: c’è ritmo, c’è rabbia e la voce è usata magistralmente. “Troy” è un pezzo sensazionale, arrangiato in studio in maniera quasi sinfonica su cui appoggiare le incredibili incursioni vocali di Sinéad.

Dal vivo la carica emotiva e recitativa della cantante scatena il pubblico, la sua interpretazione è da brivido, ancora oggi rivederla in video lascia incantati.

Versione Live 1988

Sinead O’Connor si afferma come una grande protagonista della musica rock della fine degli anni 80, un grandissimo talento musicale incastonato in una fragilità personale senza paragoni.
Una vita sempre al limite, intrisa di provocazioni come quando strappò in diretta Tv la foto del Papa per protestare contro le violenze della chiesa sui bambini. “Avere un album al numero uno in classifica ha fatto deragliare la mia carriera. Strappare quella foto mi ha rimessa nei binari”.
Una vita esagerata contro tutti e contro sé stessa.


“Le canzoni sono fantasmi … e da quando è uscito il mio primo album e io ho cominciato a fare tour sono diventata una specie di venditrice ambulante di fantasmi”.
Si è sempre definita una pazza, una condizione vissuta fin da bambina quando quei fantasmi li vedeva dentro il pianoforte della nonna. “Non sono una popstar”. “Sono un’anima inquieta che ogni tanto ha bisogno di urlare in un microfono. Non ho bisogno di essere al primo posto in classifica. Non ho bisogno di piacere alla gente”.
Per assurdo quei fantasmi e quella pazzia l’hanno resa grande e le hanno impedito di vivere banalmente una vita da rockstar.
La rabbia le ha salvato la vita. Gli abusi materni, la chiusura da piccola in un convento, le complicate relazioni sentimentali, la pesante religiosità del tempo, le insopportabili lusinghe della celebrità hanno rafforzato il suo carattere e la sua arte.

Sinéad O’Connor è morta il 26 luglio. Aveva 56 anni, era nata per scrivere e cantare canzoni.


Troy

I’ll remember it
And Dublin in a rainstorm
And sitting in the long grass in summer
Keeping warm
I’ll remember it
Every restless night
We were so young then
We thought that everything
We could possibly do were the right
Then we moved
Stolen from our very eyes
And I wondered where you went to
Tell me when did the light die
You will rise
You’ll return
The phoenix from the flame
You will learn
You will rise
You’ll return
Being what you are
There is no other Troy
For you to burn
And I never meant to hurt you
I swear I didn’t mean
Those things I said
I never meant to do that to you
Next time I’ll keep my hands to myself instead
Oh, does she love you
What do you want to do?
Does she need you like I do?
Do you love her?
Is she good for you?
Does she hold you like I do?
Do you want me?
Should I leave?
I know you’re always telling me
That you love me
Just sometimes I wonder
If I should believe
Oh, I love you
God, I love you
I’d kill a dragon for you
I’ll die
But I will rise
And I will return
The Phoenix from the flame
I have learned
I will rise
And you’ll see me return
Being what I am
There is no other Troy
For me to burn
And you should’ve left the light on
You should’ve left the light on
Then I wouldn’t have tried
And you’d never have known
And I wouldn’t have pulled you tighter
No I wouldn’t have pulled you close
I wouldn’t have screamed
No I can’t let you go
And the door wasn’t closed
No I wouldn’t have pulled you to me
No I wouldn’t have kissed your face
You wouldn’t have begged me to hold you
If we hadn’t been there in the first place
Oh but I know you wanted me to be there oh oh
Every look that you threw told me so
But you should’ve left the light on
You should’ve left the light on
And the flames burned away
But you’re still spitting fire
Make no difference what you say
You’re still a liar
You’re still a liar
You’re still a liar

Troy – Traduzione

Lo ricorderò
In un temporale di Dublino
Seduta lungo il prato d’estate
Riscaldandomi

Lo ricorderò
Ogni notte inquieta
Eravamo cosi’ giovani
Pensavamo che ogni cosa potessimo fare fosse giusta
Poi siamo partiti
Rapiti dai nostri tanti occhi
E mi ero chiesta dove fossi andato
Dimmi quando é morta la luce

Ma risorgerai
Ritornerai
La fenice dalle ceneri
Imparerai
Risorgerai
Ritornerai
Essendo quello che sei
Non c’é altra Troy per te dove bruciare

Non intendevo farti del male
Non intendevo dire certe cose che ho detto
Non avrei mai dovuto farti questo
La prossima volta terrò le mani a posto

Oh, lei ti ama?
Che cosa vuoi fare?
Ha bisogno di te quanto ho bisogno io?
La ami?
E’ buona con te?
Ti sostiene come faccio io?
Mi vuoi?
Dovrei lasciarti andare?
Lo so dici di volermi bene
Ma a volte mi chiedo se dovrei crederti

Oh, io ti amo
Dio, ti amo
Ucciderei un drago per te
Morirò
Ma risorgerò
E ritornerò
La fenice dalle ceneri
Ho imparato
Risorgerò
E mi vedrai tornare
Essendo quella che sono
Non c’é altra Troy per me dove bruciare
Ma avresti dovuto lasciare la luce accesa
Tu avresti dovuto lasciare la luce accesa
Non avrei dovuto riprovare
E tu non avresti mai dovuto sapere
E non avrei dovuto attirarti verso di me
E non avrei dovuto spingerti a riavvicinarti
Non avrei dovuto gridare
“No non posso lasciarti andare”
Che la porta non era chiusa
No non avrei dovuto spingerti verso di me
No non avrei dovuto baciare la tua faccia
Non avresti dovuto chiedermi di sostenerti
Se non fossimo stati la dove sappiamo
Ma io lo so che tu volevi che io ci fossi
Ogni sguardo che lanciavi mi diceva questo
Ma avresti dovuto lasciare la luce accesa
Tu avresti dovuto lasciare la luce accesa
E l’inferno sarebbe svanito
Ma tu stai ancora bruciando
Non fa differenza quello che dici
Sei ancora un bugiardo/a
Sei ancora un bugiardo/a
Sei ancora un bugiardo/a

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