Usi e Costumi

Schizzi di salsedine da Ponza (30)

di Francesco De Luca

 

“Siamo sempre le solite persone che ogni giorno ci salutiamo in piazza” – è lo sfogo di un amico incontrato stamane al bar ai piedi del Municipio in Ponza. Silverio non si lamenta, è rassegnato.

Un altro amico si duole perché l’appuntamento concordato è fallito. Doveva incontrare l’affittuario di un suo locale. Sta per chiudere e gli deve quattro mesi di affitto. L’avvocato gli ha telefonato per spostare l’incontro. “Ma allora tutto questo introito di cui si favoleggia… non c’è, o mi sbaglio?”

L’aria che tira fra i compaesani è pesante. Silverio Pelé dispensa battute e moniti ma non riesce a sollevare gli animi di chi sa che domani si vedrà con le stesse persone a maledire la guerra, le tasse e i rincari.

Questa è una tipologia umana diversa da chi bazzica sulle banchine. Ieri notte ha piovuto a dirotto e si vanno a controllare gli ormeggi. I pescatori hanno parametri relazionali diversi da ‘quelli della piazza’. Qui è il mare il signore di tutti i rapporti. Il mare e il suo umore. I rapporti naturali prevalgono su quelli umani. C’è assuefazione.

E chi vive di campagna? Costoro sono ancora più sereni. Totonno stamane non è andato ‘ind’ a terra’ perché  è tutto bagnato. Confessa che la vendemmia è stata più magra ma… quello che gli servirà per l’anno sta nelle botti. La bontà del vino è assicurata dalla sua esperienza.

La guerra in atto in Ucraina miete vittime, il governo in pectore fatica a controllare le dinamiche dei partiti coalizzati, e quelle dei rapporti internazionali, ma qui tutto è reso immoto da un andare della vita che segue il sole. Inesorabile, insensibile, quasi disumano.

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