Ambiente e Natura

Ventotene. Mediterraneo, rete delle isole europee

Segnalato da Sandro Vitiello

La notizia di una analoga tendenza a fare rete, in una realtà non internazionale, ma regionale è stata riportata sul sito anche qui

Non so – co-Redattori e Lettori – se siete a conoscenza di questo comunicato. Mi sembra molto interessante come progetto
S. V.

Partita da Ventotene l’iniziativa della costituzione della “Rete delle isole europee del Mediterraneo”.
Dopo mesi di attenzione e di lavoro per tessere una tela fatta di contenuti e intese, finalmente la Rete prende forma ci dice il delegato del Sindaco Gerardo Santomauro, il prof. Renato Di Gregorio che è il referente dell’iniziativa in essere.

Patto di Amicizia sottoscritto tra Ventotene, Lampedusa e Itaca e Creta (Retymno).
(Fonti: ANSA, Giornale di Sicilia, Gazzetta del Mezzogiorno, ecc.)

Il ritaglio di una notizia del 5 maggio 2017

Patto di Amicizia tra le Isole Europee del Mediterraneo
Nell’anno di celebrazione dell’80.mo anno del Manifesto di Ventotene le isole stringono un Patto di Amicizia innovativo.

In un periodo di Covid in cui la separazione per la sicurezza è d’obbligo, le Isole del Mediterraneo trovano invece il coraggio per unirsi e lavorare assieme nello spirito europeistico della cooperazione federalista.
Lo fanno rendendo omaggio ad Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi che 80 anni fa hanno scritto il Manifesto: “Per un’Europa libera e unita”, chiamato più generalmente: il Manifesto di Ventotene.

Quest’anno 2021 ricorre infatti l’anniversario della pubblicazione del Manifesto che ha dato vita a quel processo che ci ha portato a costruire l’Unione Europea.
Anche allora eravamo in una situazione simile. Allora avevamo il virus della guerra e il soffocamento della libertà e della democrazia che ci opprimeva e ci lasciava senza respiro, proprio come fa il Covid. Gli intellettuali, gli studiosi, i politici venivano confinati nelle isole perché non dessero fastidio ai regimi o nelle carceri di massima sicurezza pe espiare con la pena delitti mai commessi.
Anche allora ci poteva essere la tentazione di guardare il proprio ombelico e attendere che tornasse il sole chiudendosi nella propria egoistica individualità.
Allora non fu così; uomini e donne lottarono per recuperare la libertà e trovarono nella cooperazione la forza per immaginare un futuro senza più guerre, senza più virus.

Oggi le Isole del Mediterraneo hanno fatto la stessa scelta coraggiosa. Hanno deciso di stringere un Patto di Amicizia in previsione di sottoscrivere, poi, un vero e proprio patto di Gemellaggio. Lo hanno fatto in modo originale; non più uno ad uno, ma in modo collettivo.
Ben quattro isole assieme, due italiane e due greche hanno siglato il Patto e altre se ne aggiungeranno nei prossimi mesi. Esse aspirano ad avere un posto a Bruxelles e un occhio di riguardo nei Piani del Recovery plan.

Hanno cominciato gli Amministratori delle isole di: Ventotene, Lampedusa/Linosa, Retymo, Itaca, a dare il buon esempio, sottoscrivendo un Patto di Amicizia comune, ma altre si aggiungeranno ad esse nei prossimi mesi. Non ci poteva essere un momento migliore se non all’inizio del 2021, anno in cui celebriamo l’ottantesimo anno di vita del Manifesto.

Le isole europee del Mediterraneo, di qualsiasi Paese esse siano, soprattutto se piccole, hanno elementi di attrattività, ma anche criticità analoghe.
Hanno paesaggi meravigliosi e una natura incontaminata, una storia millenaria da raccontare per essere stati al centro dei grandi traffici che da sempre si sono svolti nel Mediterraneo, una flora e una fauna, sia in mare che in terra, ammirevole. Sono luoghi di migrazioni di esseri umani e animali da sempre e quindi ricche del sapore del mondo. Hanno però anche criticità comuni: i mezzi di collegamento con la costa, la difficoltà di garantire la scuola secondaria e gli studi universitari ai propri giovani e quindi lo spopolamento progressivo della comunità locale, un turismo balneare, concentrato nel periodo estivo, anche a volte soffocante, scarse risorse economiche per far fronte sia al turismo che alle calamità naturali che le affliggono. Devono mantenere la loro identità e le loro tradizioni per risultare attrattive al turismo di qualità, ma sono tentate di guadagnare in estate quello che serve per vivere in inverno con il pericolo di edulcorare la propria identità e di essere abbandonate quando non si presentano più così uniche e singolari. I cittadini che vi risiedono vivono momenti di bella vita e di grande compagnia in un paio di mesi dell’anno e poi di grande solitudine per i restanti con il pericolo di vivere stati di depressione e addirittura di suicidio. Non possono andare in letargo come gli animali e devono bastare a se stessi perché anche i collegamenti con la costa diventano più radi.

Su queste peculiarità gli amministratori delle quattro isole hanno deciso di lavorare assieme e trovare soluzioni innovative. Il mare è un elemento di separazione e fonte a volte di calamità, ma è anche un potenziale produttore di energia tutta ancora da sfruttare.

Il patrimonio storico è stato dimenticato e a volte addirittura nascosto per far largo a ciò che si supponeva piacesse ai “turisti del mare” e invece va riscoperto, valorizzato e messo in comune per i “viaggi della memoria” per un turismo culturale che preferisce muoversi in mesi diversi da quelli estivi.
La distanza dalla costa riduce le possibilità di interlocuzione e quindi di studio, di intrapresa, di relazioni significative, ma una buona tecnologia consente, al contrario, di godere di relazioni multipli e veloci con tutto il mondo e non solo con la costa più prossima, peraltro vivendo in una situazione ambientale salubre e incontaminata.

Gli Amministratori: Gerardo Santomauro (Ventotene), Salvatore Martello (Lampedusa/Linosa), Dionisis Stanitsas (Itaca) e Georgios Marinakis (Retymo), si sono già messi al lavoro e, con il team dei collaboratori che hanno lavorato al “Patto”, hanno già cominciato a stilare un piano di lavori comune proprio a dimostrazione che questa volta non sarà un patto formale!

Altiero Spinelli, dalla sua tomba a Ventotene ed Ernesto Rossi, dalla sua tomba a Firenze, le loro rispettive compagne di vita e di lotta politica, rispettivamente Ursula Hirschmann e Ada Rossi, assieme a loro, saranno contenti: i loro sacrifici e il loro impegno politico non sono stati vani!

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