proposto da Sandro Russo
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Per un articolo precedente su Fellini e Manara, di qualche giorno fa, leggi qui
Tra i film più famosi che non sono mai stati girati… c’è sicuramente “Il viaggio di G. Mastorna”, il film “maledetto” di Fellini.
Ma prima che perda di attualità l’uscita per Feltrinelli della autobiografia (non a fumetti, ma scritta e ben illustrata) di Milo Manara: “Per figura intera”, vorrei proporre l’interessante intervista – di Alba Solaro – uscita su Il Venerdì di Repubblica del 16 aprile scorso, segnalatami da Patrizia Maccotta (in file .pdf in fondo all’articolo).
Di Fellini e Manara, nell’intervista (e nell’autobiografia) vengono raccontati i rapporti e gli scambi reciproci.
Alla domanda: – Tra Hugo Pratt e Federico Fellini chi le ha cambiato di più la vita? – Manara risponde: “Non è facile. Diciamo che Fellini ha cominciato a cambiarmela molto prima che lo conoscessi, quando quindicenne ho visto 8½. Lo vede quel paesino lassù? Si chiama San Giorgio. Una notte eravamo seduti qui, io e lui, al buio. E Fellini, indicando le lucine delle case, mi dice: ‘Oh guarda, una costellazione artificiale’. Mi descriveva i ruderi romani come dinosauri addormentati, sagome enormi contro il cielo. Era la sua caratteristica saliente, vedere cose che i mortali non sanno vedere. Sul piano professionale, però, Pratt ha influito di più”.
Ma per tornare al film mai fatto su G. Mastorna… Esistono addirittura due edizioni del libro di Fellini su Il viaggio di G. Mastorna (vedi più avanti). Quindi per grandi linee la storia e in parte anche la sceneggiatura già c’erano… Perché il film non fu fatto è una storia affascinante che ho messo insieme in gran parte di Wikipedia e dal web. E il libro neanche l’ho letto…
Allora perché presentarla qui? Sarebbe bastato dare le indicazioni bibliografiche e chi era interessato se la ricomponeva in proprio… Invece un motivo c’è… E’ che ‘razzolando’ in rete ho trovato il prezioso incipit di un E-Book della storia di Fellini “sceneggiata” da Milo Manara che non so quanto tempo sarà fruibile, prima di essere rimossa.
L’ho letta e guardata affascinato e ho pensato che era proprio il caso di parteciparla ai lettori di Ponzaracconta.
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Federico Fellini (1920-1993) scrisse “Il viaggio di G. Mastorna” dopo la metà degli anni Sessanta, in un periodo difficile segnato dalla morte del suo analista Ernst Bernhard e dalla delusione per la freddezza con cui venne accolto “Giulietta degli spiriti”. Per il nuovo film Fellini si assicurò la collaborazione di Dino Buzzati, anche se, come scrive Kezich, “nessuno potrà mai dire quanto c’è di buzzatiano nella stesura del copione di Mastorna”. Causa disaccordi col produttore Dino De Laurentiis e, nel 1967, un’improvvisa malattia del regista, il film non venne mai girato, anche se erano già state costruite delle scenografie.
Il regista aveva in mente parecchi attori a cui affidare la parte – tra i quali anche Totò (1898-1967), mai assegnatagli a causa delle condizioni di salute dell’attore – e ad un certo punto sembrò quasi certo che essa spettasse a Marcello Mastroianni, ma alla fine il film venne bloccato: solo quando il regista lo riprese, si convinse che Paolo Villaggio era il più adatto al ruolo, tanto da realizzare con lui una sessione fotografica (Villaggio sarà poi scelto da Fellini per interpretare, insieme a Benigni, La voce della Luna, nel 1990, ultima sua regia – NdA).
Fellini realizzò anche lo storyboard di tutta la prima parte, che sarà poi alla base del fumetto omonimo pubblicato nel 1992 e disegnato dal fumettista Milo Manara. Secondo i progetti del regista anche la cantante Mina avrebbe dovuto ricoprire un ruolo nel film (Wikipedia).
Le due copertine del libro, nell’edizione Bompiani (1995) e nella riedizione Quodlibet del 2007
Dalla presentazione del libro: “Federico Fellini per tutta la vita ha avuto in mente un film sull’aldilà (come quello di Dante Alighieri) ma non l’ha mai realizzato. Ci resta “Il viaggio di G. Mastorna”, che si legge come fosse un romanzo, dove l’aldilà è uguale identico alla vita in cui siamo dentro e di cui fino all’ultimo in genere capiamo ben poco; perché è fatto così questo fiume che si chiama vita, e dove per un po’ ci troviamo a nuotare. Il libro è scritto in forma di narrazione continua ed è accompagnato da una premessa di Vincenzo Mollica che riporta notizie sui tentativi e le avventure del film, e da una piccola storia dei “Purgatori nel XX secolo” di Ermanno Cavazzoni”.
Gustavo Rol (l’amico sensitivo la cui opinione Fellini teneva in gran conto – NdA) gli sconsigliò di intraprendere questo film (“Smuove energie pericolose… non farlo!”). Negli anni successivi Fellini continuò a parlarne come un’impresa che avrebbe realizzato sì, ma “in un secondo momento”.
Successivamente, tramite Vincenzo Mollica, Fellini conobbe Milo Manara nel 1984, e insieme realizzarono una prima storia, Viaggio a Tulum, scritto e sceneggiato da Fellini e Mollica e disegnato da Manara (leggi qui). Poi Fellini si decise a realizzare anche Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet, fornendo a Manara lo storyboard che egli stesso aveva realizzato e che il disegnatore tradusse in tavole disegnate ad inchiostro a china in bianco e nero, con l’uso di mezzetinte per sottolineare l’atmosfera surreale e onirica.
In definitiva, per una serie quanto mai varia di eventi, premonizioni e ossessioni personali, il progetto de Il viaggio di G. Mastorna non si concretizzò mai, il che permise a Mollica di parlarne come del «film non realizzato più famoso della storia del cinema».
Questa l’intervista:
Il Venerdi 16.04.2012. Milo Manara. Stavolta mi metto a nudo io.pdf
Ed ecco il link per l’incipit della graphic novel (…io sicuramente vorrò leggerne/vedere il seguito):