Proposto da Vincenzo Ambrosino
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Forse è il momento di riprendere a ragionare intorno a questa storia: la miniera e la successiva cava della Samip sono ancora presenti in mezzo a noi. Quel paesaggio desolante lasciato dalla miniera la fa ancora oggi da padrone tra Cala dell’Acqua e Calacaparra.
Dalla chiusura della miniera del 1978, non siamo riusciti a dare una funzione a quella zona, siamo stati capaci solo di dividerci, di fare proposte isolate per cui velleitarie, di fare chiacchiere ad ogni elezione ma niente è successo. Quel dramma vissuto da più di una generazione di fornesi e di isolani non è stato affatto riscattato. Passeremo anche noi senza riuscire a vedere nascere un fiore in quella zona?
Perché trascrivo scrivo questo documento? Perché spero che si riapra il dibattito sulla miniera.
Non posso sintetizzare la relazione del consigliere Conte Giovanni. Il piccolo cattolico, lo vedo a prendere coraggio e a scrivere un discorso accorato quando la piovra Samip era il potere assoluto a Ponza.
Il piccolo ponzese che ha il coraggio… È bellissimo.
Correva l’anno 1962 in un Consiglio Comunale presieduto dal Sindaco dott. Sandolo Francesco si discuteva la richiesta di proroga della concessione alla Samip per altri 50 anni.
Allegati alla delibera di consiglio troviamo tre relazioni. Dei consiglieri Tagliamonte, Iodice e Conte.
Opposizione al Rinnovo della concessione mineraria alla S.A.M.I.P (28.5.1962) in file .pdf: Miniera Samip. Delibera 1962
Immagine di copertina. Il sito della miniera nell’agosto 2011
Sopra. Gruppo di lavoratori. Sotto “Gerarchi fascisti in visita alla miniera di bentonite”
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Appendice del 20 febbr. 2021 (Cfr. Commento di Vincenzo Ambrosino)
silverio lamonica1
18 Febbraio 2021 at 15:16
Caro Vincenzo, ti ringrazio per aver “riesumato” questa delibera comunale, approvata ben 60 anni fa. Confesso che non la conoscevo. L’allora Amministrazione comunale, a guida D.C., si oppose al rinnovo della concessione, ma nei fatti gli scavi e le deturpazioni, così ben descritte dal consigliere Conte (il mitico Maestro Giannino) proseguirono indisturbate per circa tre lustri, finché l’Amministrazione Vitiello, nel 1976, fece in modo che la cava fosse definitivamente chiusa.
Ma non voglio soffermarmi sul passato. Del resto, su questo sito le vecchie vicende SAMIP sono state ampiamente “sviscerate”: basta digitare nel riquadro “cerca nel sito” la parola chiave – SAMIP – ed appaiono una sfilza di articoli al riguardo.
Ma volgiamo lo sguardo al futuro: occorre mettere mano, una volta per tutte, al risanamento di quella zona.
Che si può e si deve fare?
Il territorio dell’ex SAMIP ha ora la denominazione di “Comparto 13” ed è stato stralciato dal Piano Regolatore Generale, il che significa che occorre stilare un piano particolareggiato ad hoc.
Per fare questo, sarebbe necessario prevedere la volumetria delle nuove costruzioni, non solo, ma anche la destinazione d’uso di questi nuovi, eventuali edifici, nel suddetto territorio.
E’ noto che ogni Comune può prevedere, in materia edilizia, un numero di nuove costruzioni in base all’incremento del proprio indice demografico, fatta eccezione – credo – per edifici di pubblica utilità, qualora non si possa provvedere diversamente. Ora sappiamo tutti che l’indice demografico di Ponza, da diversi anni a questa parte, è in decrescita, purtroppo.
Allora, prima di procedere a stilare un piano particolareggiato per il territorio ex SAMIP, occorrerebbe accertare la consistenza della cubatura attualmente esistente a Ponza, rapportarla alla consistenza della popolazione e all’indice di un eventuale incremento turistico per attrezzature ricettive a tale scopo.
A mio avviso l’Amministrazione comunale, tenendo anche presente che l’isola è sottoposta a vincolo paesaggistico, dovrebbe espletare i seguenti adempimenti:
1) Definire la consistenza della volumetria attuale, realizzata sull’isola e la sua tipologia.
Quindi
2) Stilare il piano particolareggiato del “Comparto 13” o territorio ex SAMIP.
Diversamente gli Uffici Regionali e la Soprintendenza competenti non approverebbero mai un “piano a vanvera” e saremmo sempre qui a ripetere le stesse cose, in un interminabile “pourparler”.
Non sono un esperto in materia urbanistica, per cui spero di leggere preziose osservazioni, integrazioni e, perché no, smentite al riguardo.
vincenzo
18 Febbraio 2021 at 19:05
Silverio, ti ringrazio. Il mio intento è proprio quello di mettere fretta a questa amministrazione. Ferraiuolo l’ha sempre detto, quello che tu hai scritto, ma poi non porta avanti queste idee di sacrosanto indirizzo politico. Noi con questo articolo li vogliamo incoraggiare. Non si possono inseguire le emergenze imposte da interessi privati e pubblici-privati. Io penso al maestro Giannino, uomo timido e schivo a scrivere da solo il suo discorso e pronunciarlo davanti al padre padrone – il Sindaco Sandolo – e davanti ai potenti dirigenti della Samip. Quel piccolo uomo è diventato un gigante perché stava nel giusto. Difendeva una terra, la sua terra, difendeva un popolo che lui voleva degnamente rappresentare. Questo chiedo ai nostri amministratori: di battersi con forza e dignità per riscattare quel pezzo di isola che ha visto umiliate e cacciate dalle loro case, intere famiglie fornesi.
Mi aspetto che tutti i ponzesi intervengano per incoraggiare e proporre idee di sviluppo per la zona ex Samip.
silverio lamonica1
19 Febbraio 2021 at 20:02
Riporto da Facebook due commenti
Franco Schiano
L articolo è sicuramente interessante. Ma vedo che si parla sempre di volumetrie. Penso che sarebbe ora di avere altri obiettivi primari come bonifica ambiente verde ecc. I volumi semmai vengono dopo inquadrati in una bonifica generale. Un discorso a parte meriterebbe il progetto di porto turistico privato che da solo fa più danni di una lottizzazione (una semplice scogliera sarebbe auspicabile), senza poi parlare del dissalatore di Acqualatina, altro scempio. Noi vendiamo bellezza, non possiamo sbagliare.
Silverio Lamonica
Franco Schiano, io mi sono fermato alle volumetrie, perché sono queste che scatenano “gli appetiti”. Un’indagine accurata dimostrerebbe che in tale settore c’è pochissima “trippa per gatti”. Il che renderebbe più logico e conseguente la priorità alla bonifica per l’ambiente, il verde ecc.
Lo dico a ragion veduta, perché, nel 1976, quando approvammo il piano regolatore di Ponza, redatto dall’architetto Lemme ed esponemmo i vari pannelli, ci fu una ressa di persone unicamente davanti al pannello che indicava le zone con gli indici di edificabilità. I pannelli che indicavano i serbatoi genetici, le aree verdi ecc. non interessavano a nessuno.
Gennaro Di Fazio
20 Febbraio 2021 at 00:12
Era il 2 aprile 1976 quando, con protocollo 1164, l’allora Sindaco Don Mario Vitiello ordinò alla SAMIP spa la sospensione dei lavori nel tratto contiguo la strada provinciale Ponza- Le Forna al chilometro 7,7 + 450.
Ordinanza che mandò ai Vigili Urbani e ai Carabinieri di Ponza per l’osservanza diretta a tutelare l’incolumità pubblica e l’ordine pubblico.
Questa ordinanza conteneva pienamente la volontà del Sindaco, che rispecchiava peraltro quella della popolazione, di ostacolare la distruzione della zona di Calacaparra; una ordinanza che quella volta il Prefetto non se la sentì, come era solito fare, di annullare.
La SAMIP fu costretta ad arrendersi.
Fu una vittoria di tutti, ma soprattutto fu una vittoria dell’allora sindaco Mario Vitello, che volle, fortissimamente volle.
Gli abitanti di Calacaparra, i più colpiti e i più diretti interessati alla difesa della propria casa e del proprio territorio, gli tributarono, in una pubblica manifestazione, con la consegna di una medaglia, la riconoscenza e la gratitudine che si era meritate sul campo di battaglia.
Fu quella una delle pagine più belle della seconda metà del secolo scorso, nella storia della nostra isola ( Da “ Quel giacimento minerario” di E. Prudente – Ponza Racconta)
Poi, grazie all’impegno e all’azioni a vario livello, dei Sindaci Ferraiuolo F. e Balzano A., la zone dell’ex SAMIP è diventata di proprietà del Comune di Ponza. (chiedo scusa se, per carenza di informazione, non ho citato qualche altro amministratore che si è prodigato per tale scopo).
Il 2 aprile 2021, a distanza di 45 anni da quelle storica giornata, – giornata scelta non a caso – si terrà sulla nostra isola un incontro con i rappresentanti della Facoltà di Ingegneria del Polo Pontino dell’Università “La Sapienza di Roma”, diretta dal Prof. Corsini, con la quale il Comune di Ponza ha effettuato un “Accordo di Collaborazione”. (Delibera di giunta n° 90 del 30.07.2020)
Successivamente, su questo stesso sito, sarà comunicato il luogo e l’ora di detta riunione.
In via prioritaria le azioni che si intendono intraprendere in maniera congiunta e coordinata sono:
-avvio di attività di studio e di ricerca avente per obiettivo il recupero ambientale dell’ex cava di bentonite;
-collaborazione e organizzazione di conferenze, seminari e workshop sul territorio per coinvolgere la cittadinanza su temi di comune interesse, come la riqualificazione ambientale;
-collaborazione per progetti di ricerca riguardanti tedi di Laurea e di Dottorato volti all’approfondimento di aspetti tecnico – scientifici – ambientali.
Gennaro Di Fazio
Vincenzo Ambrosino
20 Febbraio 2021 at 09:41
Chiedo alla Redazione di allegare al mio articolo questo studio del luglio 2005, penso commissionato da Balzano a Violo, anche lui prof. universitario.
Il documento relativo – in file .pdf di 20 pagg – è allegato in calce all’articolo di base (NdR)
silverio lamonica1
20 Febbraio 2021 at 12:11
Come temevo. Facciamo sempre studi e “contro-studi” e non arriviamo mai al sodo.
Gennaro Di Fazio
20 Febbraio 2021 at 13:50
Purtroppo senza studi non si può iniziare. Questa convenzione che abbiamo fatto con l’Università non prevede spese progettuali; c’è invece l’impegno da parte della stessa a recuperare fondi per tale progetto.
vincenzo
20 Febbraio 2021 at 19:15
Caro Gennaro, ma qual’è l’indirizzo politico dell’amministrazione? Studiare che cosa, per fare che cosa, con quali tempi? Quali finalità politiche?
Se una amministrazione ha idee chiare non aspetta gli studi, bandisce un concorso di idee a livello nazionale, il vincitore del quale esegue i lavori. Ma è l’amministrazione che sceglie, in base a obiettivi e finalità politiche ed economiche.