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È in edicola inNatura di aprile-giugno 2020Segnalato da Sandro Russo . Con un certo ritardo abbiamo acquisito l’ultimo numero di “inNatura” la rivista che seguiamo fin dal suo esordio sei anni fa. Ma la cosa buffa, a proposito di “incroci” è che nell’autunno 1987 io ero a Londra per uno stage medico di qualche mese e non riuscii ad andare a visitare i giardini più famosi del mondo appunto per la tromba d’aria che li aveva sconvolti e per cui rimasero a lungo chiusi al pubblico. Qui si seguito il Sommario della rivista e l’editoriale. L’albero maestro Protagonista della storia che vogliamo raccontarvi è una quercia di oltre 200 anni. Turner’s Oak è il suo nome e Tony Kirkham il suo assistente più devoto, che la segue come giardiniere e la cura come fosse un’amica o piuttosto una sorella. Dopo 3 anni (tanto durarono le operazioni di risanamento del Kew Gardens) le condizioni della Turner’s Oak erano incredibilmente cambiate. ‘L’immagine della salute’ la descrisse Tony. Come era stato possibile? La guarigione fu il prodotto di una serie di concause. Innanzitutto le forti raffiche di quella notte avevano scoperto il piede interrato e, scuotendolo violentemente, avevano consentito ad una enorme quantità di ossigeno di infiltrarsi nella terra che avvolgeva le radici. Fu un toccasana per l’albero che da tempo soffriva a causa del terreno ormai troppo indurito, che non lasciava passare più acqua e dunque ossigeno in misura sufficiente. E inoltre, il passaggio delle migliaia di turisti in visita dopo il disastro aiutò a ricompattare il terreno, consentendogli di fissarsi di nuovo saldamente. A noi la storia è sembrata bella come una favola, di quelle antiche che raccontavano i nonni. Da un lato la violenza di una tempesta, che non è stata solo una delle tante ma piuttosto, qui in Europa, una delle prime manifestazioni di un cambiamento climatico troppo rapido e insidioso. Dall’altro una quercia vecchia e possente che mostra con orgoglio tutta la forza e la capacità di ripresa di chi ha già affrontato tante battaglie e non molla il suo attaccamento alla vita. E protagonista assoluta la forza della Natura che, a dispetto dell’incoscienza e della scelleratezza umana, riesce sempre a sorprenderci. Una bella lezione per noi tutti, da imparare con gratitudine e rispetto.
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