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Oggi, 8 maggio 2016, festa della mammadi Irma Zecca
Come posso non fare omaggio alle mie mamme? Emma, cara mamma, sempre gioiosa e sorridente… Ho impresso nella mia mente le giornate estive quando bambina mi portavi al mare. Percorrevamo insieme la stradina sterrata profumata di paglia secca e di foglie di fico, io e te armate di cappello; il tuo era giallo a forma di ombrello (infatti terminava a punta) mentre il mio era bianco, sembrava di pizzo ma era rigido di paglia con un nastrino rosa dove c’erano applicate delle roselline. Quella voglia di mare mi è rimasta, ancora oggi quando non vado al mare penso “peccato, un bagno in meno”. Quanti ricordi bellissimi mamma! Purtroppo sei andata via quando avevo solo sedici anni… mi sei mancata e mi manchi… ma ho avuto zia Antonietta che per me e’ stata tutto. Ricordo quando lavoravo in tabaccheria e ritornavo a casa di fretta perché dovevo preparare il pranzo; aprivo la porta della cucina e rimanevo stupita… era passata una fata. Sui fornelli c’era il pranzo pronto, la tavola apparecchiata, la pentola dell’acqua per la pasta sul fuoco ed un biglietto sotto il mio piatto con scritto “ho pensato che a volte una sorpresa vale piu’ di mille parole, ti voglio bene. Zia Antonietta” Quel filo d’amore non si era interrotto con la morte di mia madre ma ha continuato a scorrere con zia. Oggi voglio farvi gli auguri, grazie mamma per avermi dato la vita e grazie zia per aver continuato a far scorrere quel filo nella mia vita. Alle mie mamme con gratitudine. 2 commenti per Oggi, 8 maggio 2016, festa della mammaDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Grazie Irma per il racconto sincero e intenso e per la bella espressione del filo d’amore: mi torna alla mente il tempo in cui i capi in maglia si “sfilavano” e il filato si riutilizzava. Ne risultavano gomitoli diversi da quelli appena acquistati, perfetti e soffici come nuvole; i gomitoli “vissuti” erano invece un poco stopposi, pieni di nodi, di imperfezioni, nel filo si alternavano segmenti sottili come capelli ad altri spessi; capitava di perderne il bandolo e allora si tagliava e si faceva l’ennesimo nodo. In quei gomitoli scorreva la vita, perché erano serviti prima per il maglione buono, poi per uno scialletto da casa, infine per un paio di calze … e quelle calze riscaldavano tanto, a dispetto del filato liso con cui erano state fatte.
In questo giorno della festa della mamma voglio ricordare non solo mia madre ma anche la mia nonna materna, Fortunatina, che è sempre stata presente nella vita mia e di mio fratello: una presenza imprescindibile fin dalla nostra più tenera età e vero “angelo del focolare”. Per lei, sempre viva nei nostri cuori, voglio ricordare la filastrocca che le dedicavamo: “Io voglio bene a nonna, e tu non sai perché: perché nonna ha fatto mamma, e mamma ha fatto me”.