





|
|||
Il lato oscuro dello stracquo
Nella ricerca sulle isole galleggianti di rifiuti – Pacific trash vortex (leggi qui) -, mi sono imbattuto in una serie di informazioni e foto che ho ritenuto di partecipare ai lettori di Ponza racconta. In sintesi: oltre 200 milioni di tonnellate di plastica sono prodotte annualmente nel mondo. A causa del suo basso costo la plastica viene gettata con facilità, mentre la sua lunga vita ne determina la persistenza nell’ambiente per tempi molti lunghi. Le comuni borse di plastica della spesa possono durare fino a un migliaio di anni (!) se interrate nelle discariche. Anche il suolo è negativamente interessato dalla polluzione da plastica perché gli oggetti di plastica non si degradano completamente e rimangono nel terreno alterando i processi di assorbimento dell’acqua e dell’ossigeno; i residui di plastica bloccano anche l’insolazione, alterando il riscaldamento del suolo (fonte delle notizie: http://www.geograph.org.uk/) Ma la Natura è molto concreta: nel suo procedere utilizza quel che ha a disposizione; non ha remore ‘ideologiche’… Così un mio amico mi ha detto di aver trovato delle inclusioni di polistirolo nel guscio delle uova delle sue galline. E sul web trovo la conferma che le galline volentieri becchettano le palline (leggerissime) portate dal vento. Altra notizia riguarda le api, che sembra siano in grado di metabolizzare il polistirolo: pare che le cellette a base di polistirolo anzichè cera siano abbastanza facili da trovare (dal web, in http://it.hobby.giardinaggio.narkive.com/2W68J8HZ/polistirolo ) E che dire di questi paguri, che hanno scelto quel che avevano a disposizione al momento? Chi non ha scelto sono stati questi uccelli, verosimilmente venuti a morte per una occlusione, a qualche livello dell’intestino, da corpi estranei; è impressionante che alcuni di questi scheletri siano di piccoli di gabbiano (foto qui sotto), ‘amorevolmente’ nutriti dai genitori a pezzetti di plastica e piccole batterie. Chi non sceglie sono altri animali marini, soffocati da buste di plastica e altre diavolerie dell’uomo, leggiadramente fluttuanti nella corrente e mollemente adagiare sui fondali. Penso che il mondo che ci si sta apparecchiando (ci stiamo apparecchiando) non mi piacerà per niente; certo è diverso da quello che abbiamo conosciuto e amato
Notizie utili 1. «I rifiuti di plastica in mare sono molto più di un problema estetico – scrive il team dell’Istituto Ucla dell’ambiente e della sostenibilità in uno studio pubblicato sul Pritzker Environmental Law and Policy Briefs dell’Ucla UCLA (University of California, Los Angeles) – Con l’aumento dei danni alla fauna marina e l’aumento dei costi economici bisogna fornire un enorme incentivo per affrontare il problema mondiale dei rifiuti di plastica nel mare in maniera più aggressiva». 2. In alcune delle foto mostrate nel presente articolo portavano la dicitura Mongabay . Per curiosità sono andato a cercare dove fosse questo posto inquinatissimo con le spiagge coperte di rifiuti, dove gli uccelli vanno a morire di plastica. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
|||
Ponza Racconta © 2021 - Tutti i diritti riservati - Realizzato da Antonio Capone |
Commenti recenti