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La Grotta del Serpente a Ponza (1)a cura di Martina Carannante . E’ stata recentemente ripulita (parzialmente liberata dai rovi e dai detriti che si erano accumulati) su iniziativa della Pro-loco, la Grotta del Serpente sita in località Santa Maria a Ponza. Un problema cruciale, a Ponza, è che i beni archeologici sono spesso di proprietà privata. Senza nascondersi dietro un dito o vuote parole, auspicheremmo una presa di posizione da parte dei pubblici poteri al fine di contemperare le ragioni della proprietà e quelle della fruizione comune del bene. “Ad occidente del descritto peterro vi è questa spelonca, lunga palmi 200 e larga 150, incavata nella dura roccia, e la volta sorretta da altissimi piloni. La prima terza parte è tutta di fabrica reticulata ed intrigata di corridoj e celle, che indicano un serraglio di animali o di uomini. Non à molto che vi si è tolto un lungo e grosso condotto di piombo, da vastissima vasca d’acqua sottoposta. Un’antichissima tradizione nel modo indicato fa chiamarla”. Questo scrive il Tricoli, nella sua opera “Monografia per le isole del gruppo ponziamo” (1855), nelle prime pagine descrive ciò che lui stesso ha visto in arrivo a Ponza e le parole arcaiche precise si riferiscono al sito della Grotta del Serpente. La Grotta del serpente è una cisterna romana sita nella parte superiore della zona chiamata “mare ’i coppa” (mare di sopra). È stata chiamata grotta del serpente perché piena di bisce che trovavano quel luogo ideale per la sopravvivenza. Un’ altra spiegazione di tale nome l’ho trovata sul mensile Ponza mia (rivista del 1965-66, mese di aprile itinerario n° 5) che lo lega ad una legenda: si narra che in tale luogo vivesse un serpente lunghissimo che intimoriva i passanti. Analizzando la postazione della cisterna ci rendiamo conto che è posta a ridosso di una collina; le acque scendevano lungo essa e tramite dei canali scendeva fino a cadere nella cisterna tramite un foro dall’alto (ancora visibile). Nel suo percorso, l’acqua trascinava con sé detriti di ogni tipo: ramoscelli, paglia e materiale pietroso. Una volta caduta nella prima vasca (di decantazione), l’acqua progressivamente scendeva nella successiva e il materiale di scarto veniva eliminato dagli schiavi. La grotta del serpente è ricca di cunicoli in modo tale da permettere l’ossigenazione dell’acqua.
Ancora oggi si confonde la grotta del serpente con l’acquedotto romano, il quale aveva le sue cisterne terminali di raccolta a Santa Maria, sull’attuale via Loggia. È quindi l’acquedotto romano che collegava per via sotterranea Santa Maria e il Frontone – fino ad alcuni anni fa esplorabile in questa parte – e non la Grotta del Serpente ad essere stato interessato da una frana che impedisce il passaggio proprio sotto la Chiesa di S. Giuseppe. Dai romani fino alla prima colonizzazione sono passati secoli, il territorio fu ampiamente mutato e la grotta del serpente subì dei cambiamenti, tanto da essere parzialmente riempita di terra e ricoperta di vegetazione, canneti e arbusti vari. A lungo rimase così, anzi quella era una zona che veniva evitata in quanto sentendosi strani rumori si credeva nella presenza di spiriti maligni, “munacielli” e quant’altro. Uno speleologo, giunto sul luogo e incuriosito da questi racconti, iniziò a studiare la zona per farsi un’idea. Si rese conto che proprio sotto i suoi piedi c’era il vuoto, iniziò a scavare e si aprì un cunicolo, si calò al suo interno e “scoprì” l’opera romana.
Ci sono vari racconti legati alla grotta del serpente, uno dei quali vide come protagonista mio nonno Aldo e alcuni dei suoi amici, in periodo fascista. I ragazzi erano seduti su un muretto, poco distanti dal sito in questione, giocavano e si divertivano. Passò di lì la milizia fascista e uno dei ragazzi, ingenuamente parlò. I militari presero il gesto come ingiurioso e irrispettoso e promisero una punizione. Spaventati, per non farsi prendere dai militi scapparono nella Grotta del serpente. . [La Grotta del Serpente a Ponza (1) – Continua qui] 3 commenti per La Grotta del Serpente a Ponza (1)Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Molto si è scritto e discusso sulla pulizia della grotta del serpente e sulla possibilità di poterla finalmente aprire al pubblico, purtroppo invece ho notato che è stata recintata la zona e si notano cartelli su scritto ‘proprietà privata’.
Non avevamo dubbi che quelle pulizie di volontari, fatti anche in anni diversi erano frutto appunto di azioni spontanee ma quella azione, ultima spontanea e dal mio punto di vista generosa ha indotto il proprietario a decidere di chiudere il sito.
Ora spetta all’amministrazione comunale con la sovrintendenza ai beni archeologici fare la giusta azione nei confronti del privato.
Questo è un caso esemplificativo in cui si contrappongono due interessi quello privato e quello pubblico, di solito a Ponza prevale quello privato, staremo a vedere se la regola vincente continuerà a prevalere.
Se non sbaglio, la proprietà privata interessa il terreno antistante: pochi metri quadrati. Se è così, facciamo una colletta, compriamo il terreno donandolo al Comune e si risolve il problema. Comunque la Soprintendenza ai Monumenti e altri organi competenti potrebbero suggerire un esproprio per pubblica utilità.
Sarebbe opportuno sapere di chi è la proprietà, e poi chiedere al proprietario di aprirla al pubblico; oppure, se non è in grado anche di mantenerla, darla in affitto al Comune.
“Esproprio” è una parola di altri tempi!