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La Grotta del Serpente a Ponza (2). Per l’articolo precedente, leggi qui . Trascrizione del Tabellone della Sovraintendenza dei Beni Artistici e Culturali. Il notevole impegno costruttivo, destinato al perfetto funzionamento di questo impianto, denota l’importanza di questa cisterna nel sistema di approvvigionamento dell’isola: data la sua posizione isolata a monte delle condotte idriche e delle ricche ville marittime, questa cisterna con ogni probabilità serviva come bacino di raccolta supplementare dell’acquedotto e riforniva direttamente la villa di S. Maria. Lo scavo delle gallerie venne approfondito in orizzontale a partire dal fronte collinare e comportò notevoli opere di contenimento e consolidamento in muratura; la consistenza friabile della roccia inoltre non permetteva una perfetta tenuta dei rivestimenti impermeabili e rese necessario per tutto il corpo centrale della cisterna la foderatura in muratura dei pilastri. La posizione della struttura ha influito sullo stato di conservazione con il crollo parziale del fronte meridionale, più debole della parte interna perché addossato alla collina; questa lacuna non permette di analizzare il sistema di adduzione e di deduzione delle acque che si apriva in questo settore. Questa pratica fu molto diffusa sulle Isole Pontine, dotate come sappiamo di un complesso e ramificato sistema di rifornimento idrico, ed è documentata anche nelle lettere papali: in particolare Gregorio Magno (590-604 d.C.) si preoccupa di conoscere l’ammontare totale delle risorse di piombo ancora presenti sull’isola, dopo un primo recupero di 1500 libbre (quasi 500 kg), che dovevano essere destinate a coprire i costi dell’erezione dei nuovi monasteri insulari. Particolare della parete della cisterna con rivestimento impermeabile ancora parzialmente conservato. Un mio personale ricordo della grotta del serpente risale agli anni in cui frequentavo la scuola primaria. In tutta la ricerca fatta su questa splendida opera, mi rendo conto che sia Lombardi in “Impianti idraulici romani” (op. cit. nel precedente articolo), che l’autore del pezzo di Ponza Mia, si rifanno a- (e non sono in contrasto con-) quello che descrisse il Tricoli nella sua opera. Il più recente scritto in cui viene citata la grotta del serpente è di Vincenzo Bonifacio, in “Pontio, l’isola di Pilato” (2010) dove se ne parla come luogo di reclusione per i coatti (pag. 119), ma questa è un’altra storia…
Ritaglio di un articolo da “Latina Oggi” di 15-16 anni fa, di Paolo Iannuccelli, recuperato da Isidoro Feola (cliccare per ingrandire) . [La Grotta del Serpente a Ponza (2) – Fine] 2 commenti per La Grotta del Serpente a Ponza (2)Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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Isidoro Feola mi ha fatto avere un ritaglio da “Latina oggi” di 15-16 anni fa che ho aggiunto in coda all’articolo
Ottimo lavoro Martina.
E’ bellissimo il tuo ricordo: “la maestra ci portò ad asportare i detriti e ne approfittò per integrare la spiegazione sui romani”.
Questo è il ricordo di una bambina, ma l’adulta vede che le cose non sono cambiate e chiede alle varie amministrazioni a cominciare da quella comunale ma poi anche alla sovrintendenza ai monumenti: ma quante generazioni di bambini devono ancora illudersi di fare le avventure archeologiche per vedere finalmente proteggere, valorizzare e resa pubblica quella GROTTA?
Il dottore Feola ci ha fatto conoscere che anche 15 anni fa volontari, come oggi, hanno pulito la grotta, 15 anni fa chi c’era Balzano? Passa il tempo, passano generazioni di bambini, ma la Grotta del Serpente resta sempre, per fortuna in piedi, inaccessibile, ma intorno tutto cambia e poi arriva qualcuno a dire che quella è comunque una grotta privata.
Anche quest’anno l’erba poi i rovi e poi la macchia bassa progressivamente chiuderanno di nuovo alla vista l’entrata e aspetteremo nuovi volontari e forse nuove avventurose maestre a ripulire la grotta.