





|
|||
Il faro e il nonnodi Rita Bosso . Adesso ci vorrebbe un brindisi col vinello della vigna di quassù, con i vestiti non proprio da giorno di festa ma decorosi, adatti ad una foto ricordo. Siate sinceri, neanche voi ve l’aspettavate; vi hanno fatto piacere la mobilitazione generale, le trentunomila firma raccolte, i filmati, i racconti; vi hanno commosso e stupito l’entusiasmo di chi ha lanciato l’iniziativa, la tenacia di chi ha seguito l’iter burocratico, però eravate rassegnati alla vendita, allo sventramento, alla trasformazione in resort di lusso; vi siete detti che forse era meglio vederlo rinascere a nuova vita anziché assistere all’agonia, al degrado, all’incuria, al vandalismo, ma lo dicevate col groppo in gola.
Enzo Di Fazio, nel corso delle sue ricerche sui fari di Ponza, ha trovato alcuni documenti che riguardano nonno Aniello e li ha fotocopiati; apprendo così che il 19 agosto 1929 prende servizio al faro della Guardia, trasferito da Ventotene; dopo una settimana inoltra un esposto al Comando Zona Fari e Segnalamento Marittimo di Napoli: l’alloggio a cui ha diritto, in cui dovrebbero risiedere anche la moglie e i due figli, non gli è stato consegnato perché in pessime condizioni igieniche; il reggente del faro gli ha proposto di portarsi un letto da casa ma la strada che porta alla Scarrupata, già nel ’29, è definita “impraticabile”. Dopo qualche giorno il reggente Silverio Vitiello informa che le disposizioni sono state eseguite, ma “non è stato possibile procedere alla disinfezione degli effetti lettierici”: il materasso, originariamente in kapok, è oramai ridotto in polvere e le fasce sono marce, per cui non lo si può sottoporre ad alcun trattamento. Null’altro so di mio nonno, se non che l’11 dicembre 2013 è stata una gran bella giornata, anche per lui e per i suoi colleghi. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
|||
Ponza Racconta © 2021 - Tutti i diritti riservati - Realizzato da Antonio Capone |
Commenti recenti