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Storielle ponzesi in pillole. (10). Grandi cacciatoridi Michele Rispoli
Meneghino, già commerciante di Le Forna, via Chiesa: la moglie al negozio mentre lui, con il furgone, faceva l’ambulante vendendo frutta e verdura. Per strada, parcheggiava il furgone pieno di frutta, e andava a caccia. Un giorno di novembre di molti anni fa, parcheggiò il furgone sopra Tre Venti, nei pressi dell’attuale statua di Padre Pio e andò a cacciare nella zona dove in seguito è stato costruito il poliambulatorio. Meneghino era considerato un grande cacciatore… Chi diceva che aveva fortuna, chi diceva le cartucce, chi diceva il cane… Insomma era un cacciatore che abbatteva molte prede. Iniziata la battuta di caccia, vide nei paraggi Barbetta, alias Alberto Migliaccio, altro grande cacciatore; signore, ma prepotente ed egoista. Il suo ausiliario era una cagnetta di nome Fichesecca: la regina o la quintessenza di tutti i ladri del mondo. Meneghino, alla vista del rivale cacciatore, tirò un colpo e immediatamente disse al cane: – Porta ccà… porta ccà! Alberto si accorse che la sua cagnetta Fichesecca aveva già trovata la preda e gliela stava portando . Immediatamente, Alberto aprì la doppietta, tirò fuori la cartuccia che non aveva sparato e soffiò nella canna del fucile il fumo della sigaretta, dando ad apparire a Meneghino che aveva sparato anche lui. Dopo qualche iniziale scambio di accuse, su chi aveva abbattuta la beccaccia, Alberto rispose: – Tranquillizzati, l’ho colpita io. Alberto, accortosi che la beccaccia era veramente congelata, rispose: – Guarda che anche il mio cane va a caccia, quindi questa è una sua preda! Da quel giorno Meneghino ritornò ad essere un normalissimo cacciatore. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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