Attualità

Un presepe per ricordare

di Sandro Vitiello

 

Il più grave scempio che la nostra isola ha subito rimane la distruzione di parte di Le Forna ad opera della Samip.
Soprattutto il centro abitato de “La Piana” subì negli anni 50-60 la perdita di gran parte delle abitazioni e di chi ci viveva.
Le case, la terra e la storia di tanti uomini vennero cancellate e al loro posto rimasero solo macerie.

Il ricordo di quel tempo e di quei luoghi ha trovato forma quest’anno nel presepe della chiesa di Le Forna.
E’ da diversi anni che un gruppo molto affiatato di ragazzi prepara un presepe che ripete alcuni scorci dell’isola, adattandoli al tema della natività.
Quest’anno non si sono solo limitati a ricostruire una parte dell’isola; l’hanno rifatta com’era una cinquantina di anni fa.

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Il prezioso contributo di Bixio ha permesso a Silverio Avellino (Russulillo) e ai suoi amici di fare un lavoro di ricerca storica che dai primi di novembre ha incominciato a concretizzarsi in un affresco di grandissimo impatto visivo ma anche di analitica precisione nel posizionare le case e le “catene” di chi abitava La Piana.
Due mesi ininterrotti di lavoro che è andato avanti nelle ultime settimane anche di notte hanno permesso di preparare uno dei più bei presepi che la nostra isola abbia mai visto.

Il dettaglio nella ricostruzione storica rasenta la perfezione.
Le “catene” con i solchi zappati e con la verdura a dimora, le abitazioni messe proprio dove erano con i dettagli delle scale esterne o di alcuni colori delle facciate sono di grandissima suggestione.
Le ore di lavoro sono state tante così come il tempo per l’ideazione di questo manufatto.
Quello che colpisce i visitatori e chi conosce cosa c’è dietro è la passione che anima gli artisti che hanno realizzato il presepe.

A volte ci si lascia andare a considerazioni superficiali sull’impegno dei nostri giovani, ma ragionando intorno a questa bella iniziativa mi viene da pensare che la risposta migliore è nell’impegno stesso di questi ragazzi.
Salvare la memoria della nostra isola è salvare noi stessi.
E questi ragazzi ce lo ricordano con un fatto concreto.

Silverio Avellino, l'architetto, all'opera.

Silverio Avellino, l’architetto, all’opera.

Si pone un problema però.
L’anno prossimo questo presepe sarà smantellato e questa bella idea insieme ai tanti pezzi che la compongono rischia di finire in discarica.
Sarebbe bello pensare di salvare il presepe del Natale 2016 casomai esportandolo.
Negli Stati Uniti c’è un’importante comunità ponzese e molti ponzesi d’America sono figli di quegli uomini che abbandonarono La Piana.
Non sarebbe male pensare di portare un pezzo della nostra storia in America.
Pensiamoci.

I migliori auguri di felice 2017 a tutti i nostri amici e lettori.

Qui di seguito il link al video del presepe di Le Forna:

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Note
Se la funzione full screen non fosse attivabile dal sito, aprire il video direttamente su YouTube a questo linkhttps://www.youtube.com/watch?v=0rhAV421dqM
Le musiche utilizzate sono state tratte dalla colonna sonora di “Nuovo Cinema Paradiso” (film del 1988 di Giuseppe Tornatore; musica di Ennio Morricone e Andrea Morriconi (‘Tema d’amore’)

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1 Comment

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  1. Francesco De Luca

    31 Dicembre 2016 at 15:27

    Caro Sandro, il presepe di quest’ anno nella chiesa di Le Forna, realizzato dal gruppo di giovani che, da anni, va proponendo presepi localizzati a Le Forna, come a chiedere insistentemente che l’opera del Salvatore tocchi quella contrada, a me pare lo sfondo iconico di una riflessione sociale (o socio-politica, fai tu) che ancora non è stata elaborata dai Fornesi.
    Lo sfondo rappresentativo va benissimo ma, insieme, bisogna compenetrarsi nella situazione ambientale e sociale di Le Forna (di allora e di ora).
    Più volte su questo Sito si è accennata a quella che tu chiami “il più grave scempio che la nostra isola ha subito”. Ci sono stati contributi, ricordo, anche a favore della SAMIP, rintuzzati da parere contrastanti. Alcuni anche di grande forza emotiva. Ma l’indagine deve proseguire, non per appurare verità, che mi sembra siano state tutte chiarite, bensì per creare una coscienza sociale comune presso i giovani. Dei Fornesi e dei Ponzesi.
    Il territorio, la sua valorizzazione come la sua protezione non possono prescindere dalla coscienza dei cittadini che vi dimorano e che vi operano. Ieri come oggi, le modifiche strutturali all’ambiente devono essere partecipate, elaborate insieme, conquistate.
    Allora si combatté contro un potere economico in combutta col potere amministrativo, oggi si ripropone la battaglia con identiche modalità. A Le Forna, proprio lì, a Le Forna.
    Gesù nasce dovunque gli si prepari la culla, ma se trovasse il calore umano della coscienza sociale comune, io penso gradirebbe di più la sua dimora.

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