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Se ne vannodi Francesco De Luca . Retaggio dell’educazione religiosa porta a sentenziare: se ne vanno sempre i migliori. Nella esclusiva dimensione umana nessuno è migliore dell’altro, a meno che il giudizio non sia pertinente ad un segmento dell’operatività e della conoscenza umane. Così come il sole che presto tramonta a dicembre non è peggiore di quello che a giugno ti permette di stirare le ore di luce fino allo stremo. Di fronte alla morte si è tutti uguali. E’ la vita che permette e tollera distinzioni e tabelle. E’ in questa vita che è possibile (auspicabile) per il politico operare per il bene della comunità e non per trarre vanto, così come per l’operatore economico coniugare il proprio guadagno con la soddisfazione dei clienti, e per il religioso additare di dio la misericordia e non la spietatezza, per l’intellettuale evidenziare la pochezza delle sue certezze in confronto con l’immensità dello scibile. Non i peggiori sono quelli che restano. Anzi, essi hanno l’agio di diventare migliori. Perché è in questa vita che si colgono i fiori, dell’altra non si ha notizia di alcun giardino. E se si incappa in eventi dolorosi questi si affrontano con dignità e non con piagnistei. A chi ci ha lasciato bisogna essere grati. Consegnano una eredità di sentimenti e di opere. Da essi si può apprendere ciò che serve ed è appropriato, si può distogliere lo sguardo dalle brutture prodotte. Decette ‘a maruzza quanno sapette ca era muorte ‘u cavallo: mo provo io a corre! 1 commento per Se ne vannoDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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“Il tuo compito nella vita è recitare nobilmente la parte che ti è stata assegnata.
Quanto alla scelta di essa, questo è compito di un altro”.
Epitteto, 50-130 d.C.