Guarino Luisa

Ponza ‘90, un’isola nel pallone

di Luisa Guarino
notti magiche

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Mi è capitato di recente di vedere in tv un programma in cui erano ospiti, in momenti diversi, Gianna Nannini e Edoardo Bennato, artisti strepitosi, tra i massimi rappresentanti del rock italiano: il pensiero è corso subito al brano “Notti magiche” che i due cantavano insieme e che era l’inno del campionato mondiale di calcio “Italia ’90”. Sì, mi rendo conto che parliamo di ben venticinque anni fa, ma il salto della memoria è durato pochi secondi ed è tornato con un balzo a quell’estate vissuta a Ponza.

Era il secondo anno in cui tenevo aperta la libreria nei miei locali di Via Roma, da poco recuperati dopo una lunga e dispendiosa vicenda legale con gli inquilini cui li avevamo affittati, secondo una moda da sempre molto diffusa nell’isola (mi riferisco alla causa, non all’affitto). L’avevo chiamata “Biblos. Alla Caletta del libro” mettendo insieme le reminiscenze greche del liceo classico e la sua posizione, tanto vicina al molo Musco e alla spiaggia prediletta della nostra infanzia, la Caletta appunto, punto di riferimento irrinunciabile per chi come noi abitava in piazza.

ponza-porto

In occasione dei Mondiali tutti i caffè e ristoranti della zona si erano dotati di maxischermo. Accanto a me c’era il bar di Vittorio Romano, scomparso da poco, con il suo sorriso e la sua comunicativa inarrivabili: insieme a lui, in orario al di fuori da quello d’ufficio alle Poste, c’era la moglie Milena, ma soprattutto la sorella Tiziana e il fratello più piccolo, e poi Saverio. Un gruppo affiatato e nato per stare a contatto con il pubblico: ricordo tra l’altro che Vittorio è stato tra i primi, se non il primo, a preparare le tartine per l’aperitivo, ideali per accompagnare le bibite più in del momento, tra cui spiccava la vodka alla pesca. Un particolare che a me, astemia con la A maiuscola, colpiva parecchio.

Anche Vittorio aveva allestito un maxischermo in occasione di quei Mondiali, in modo che i suoi clienti ne potessero godere: era stato montato proprio di fronte al locale, sul muro laterale del Comune: in quella posizione ne potevo godere anche io, stando seduta sulle panchine di pietra che sono ai lati del mio ingresso. Confesso che il calcio non mi ha mai interessato, e che non ho mai visto una partita, neanche dei Mondiali; però in quel momento ero a Ponza e lì, si sa, tutto acquista un sapore e un significato diverso. Ricordo che moltre altre persone si sedevano su quelle postazioni, e se non bastava prendevo qualche sedia all’interno: ho un ricordo bellissimo di quelle “notti magiche, inseguendo un gol… ”, in cui tra l’altro ho fatto tante nuove amicizie. O almeno ci si sentiva amici per il tempo di una partita, e poi arrivederci a domani, fino al termine di Italia ’90.

italia90

Ricordi belli, dicevo, ma non solo perché si riferiscono a quando avevo venticinque anni di meno. Purtroppo alcune persone care non ci sono più, ma quelli rimangono momenti unici, da conservare come un bene prezioso, felici e grati di averli potuti condividere.

1 Comment

1 Comment

  1. silverio lamonica1

    4 Dicembre 2015 at 11:27

    Scrive Luisa: “Vittorio è stato tra i primi, se non il primo, a preparare le TARTINE per l’aperitivo”.
    Facciamo un passo indietro agli inizi degli anni sessanta. Nel medesimo locale che all’epoca si chiamava “Bar Amato” ed era gestito direttamente dalla proprietaria, Signora Nunziatina Amato, prestava servizio come cameriere Veruccio Capozzi (di professione “scrivano”, com’era registrato all’anagrafe). Una sera d’estate Veruccio riferisce la “comanda” alla proprietaria dietro al bancone col suo linguaggio frettoloso che gli prorompeva tra i denti:
    – Nunziatina, due tè con tartine!
    Al che col suo fare lento e compassato la Signora Nunziatina si chiedeva:
    – Uh … e mo’ che ce donghe..?
    – E dagli qualcosa!
    – Fu la replica implacabile di Veruccio.

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