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Halloween o le scarpe sotto il lettino? (2). Per la prima parte, leggi qui Sono state, tuttavia, conservate alcune caratteristiche di base, comuni a società diverse che si manifestano nelle Feste dei Morti, come credere che in un determinato giorno o periodo dell’anno i morti ritornano fra i vivi, che bisogna ospitarli con offerte di cibo, di abiti e altri oggetti, e farli partecipare ai banchetti festivi, invitandoli a lasciare di nuovo il mondo dei vivi dopo lo svolgimento dei riti a cui i morti hanno assistito, alla fine della festa. A volte sono i vivi ad invitare o evocare i morti e si preparano all’evento con la pulizia delle strade e delle case, il digiuno e l’astinenza. L’incontro può avvenire nelle case dove hanno vissuto, nei luoghi pubblici o presso le tombe, e con funzioni diverse, dalle lamentazioni, alle danze, alle mascherate, alle vere orge, ai sacrifici; il tutto si conclude con riti purificatori per ristabilire l’ordine normale che separa i vivi e i morti. Così era in Grecia, con la festa delle Antesterie, sacre a Dioniso, che duravano tre giorni a cavallo tra febbraio e marzo, prima dell’equinozio di primavera. A Roma, oltre alle feste delle Lemuria (leggi qui) e delle Caristia, nell’ultimo mese dell’anno, che per loro era febbraio, c’erano i dies parentales, in cui si festeggiavano, con sacrifici e banchetti sulle tombe, gli antenati divini per nove giorni. Inoltre, in epoca imperiale, si diffuse “la festa delle rose” che vedeva i familiari dei defunti deporre offerte di frutta e di fiori e corone di rose sulle tombe. Presso i Celti la festa dei Morti coincideva con l’inizio dell’anno, la prima notte del mese di samhain, il nostro novembre, quando i morti e i vivi s’incontravano. Il sidh, il mondo degli spiriti, l’aldilà dei celti, era un luogo aperto dove c’era pace e serenità, e potevano entrarci anche alcuni vivi, gli iniziati come gli sciamani. Ma la prima notte dell’anno consentiva anche agli spiriti di tornare nel mondo dei vivi per crearvi caos e con essi entravano le forze magiche come quelle delle Fate. Per scacciarli e placare il dio della morte Samhain (da cui deriva il nome del mese) si indossavano le maschere spaventose di Halloween e si offriva del cibo. La festa celtica che era diffusa in tutte le zone europee abitate da questo popolo, quindi anche nell’Italia settentrionale, con l’arrivo del cristianesimo non voleva tramontare, tanto che papa Gregorio III, nella prima metà del VIII secolo, decise di spostare al 1 novembre, dal 13 maggio, la ricorrenza di Ognissanti. La Commemorazione dei Defunti è collocata a ridosso della festa di Ognissanti perché i riti connessi ai morti continuavano ad essere effettuati in contemporanea. Gustav Klimt. Le età della vita (1905) – Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea – Roma
Immagine di copertina. Gustav Klimt – “Morte e vita” . [Halloween o le scarpe sotto il lettino? (2) – Fine] Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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