Ambiente e Natura

Conchiglie (2). Qualche cenno di Sistematica

di Italo Nofroni

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Le sei Classi dei Molluschi che abbiamo visto nell’articolo precedente, vengono suddivise in numerosi sottogruppi (forse troppi) che costituiscono una forma di gerarchia sistematica: dalla Classe, il principale raggruppamento, fino ad arrivare all’ultimo anello della catena, la Specie.
Per i nostri fini divulgativi utilizzeremo però solo due raggruppamenti particolarmente importanti: la Famiglia e il Genere.

La Famiglia comprende una quantità di specie affini per più caratteri ritenuti “aggreganti” dagli esperti del settore.

La famiglia a sua volta viene suddivisa in Generi, definiti sulla base di caratteri aggreganti meno “forti” rispetto a quelli utilizzati per definire la famiglia.
Il nome generico, unito ad un nome specifico, costituisce il binomio che identifica univocamente ciascuna specie animale.

Così la ben nota e deliziosa ‘fasolaria’ (Fig. 1), appartiene alla Famiglia Veneridae, comprendente in Mediterraneo una quindicina di generi, e al genere Callista, presente in Mediterraneo con l’unica specie chione.
I più rigorosi aggiungono al binomio anche l’Autore che ha scoperto la specie e ne ha fornito per primo la descrizione, nella fattispecie Linneo, e la data in cui ciò è avvenuto, ovvero il 1758.
Il nome completo pertanto sarà: Callista chione (Linneo, 1758).

L’Autore e la data sono riportati tra parentesi se la specie fu descritta originariamente in un genere diverso da quello attualmente adottato; per questa specie infatti Linneo a suo tempo utilizzò il genere Venus.
Per convenzione sia della sistematica animale che vegetale, il nome specifico è scritto in latino e in corsivo.

Fig 1 Callista chione

Fig. 1. Callista chione – Napoli

Nella Figura 2 è rappresentata una forma distinguibile dall’aspetto tipico con cui comunemente si presenta Callista chione, in quanto caratterizzata da un colore rosa molto tenue. I nomi attribuiti a queste forme (o varietà, o morphi) dal punto di vista sistematico non hanno alcun valore e quindi non sono prese in considerazione ai fini nomenclaturali. Occorre però ricordare che alcune entità ritenute nel passato delle semplici forme, sono poi state rivalutate e considerate specie valide. Ma è vero anche il contrario: alcune entità presentate e descritte come specie valide ad un più attento esame sono risultate essere solo forme di specie già note; i nomi così coniati erroneamente vengono quindi considerati sinonimi di binomi ritenuti ufficialmente validi.

Fig 2 Callista chione rosa

Fig. 2. Callista chione forma di coloreNapoli

Vediamo qualche esempio sempre restando nella famiglia Veneridae. La specie Globivenus effossa (Philippi, 1836) (Fig. 2) non ha alcun sinonimo. Questo forse è accaduto perché si tratta di specie molto rara, vivente a profondità elevate e molto ben caratterizzata, quindi inconfondibile.

Fig 3 Globivenus effossa

Fig 4 Globivenus effossa

Fig. 3, 4. Globivenus effossa –  Marbella (Malaga, Spagna)

La nostra cara Callista chione (ormai la chiameremo così, i nomi dialettali, locali, vernacolari per quanto storici e pittoreschi, a livello scientifico possono solo confondere; ciò non toglie che se ne possa far uso a livello colloquiale) presenta una mezza dozzina di sinonimi.

 

Ben poca cosa in confronto all’altrettanto deliziosa ‘vongola verace’, Tapes decussata (Linneo, 1758) (Fig. 5) per la quale ne sono noti una ventina.

Fig 5 Tapes decuss

Fig. 5. Tapes decussata – Coste laziali

Voglio però qui ricordare, con estremo dispiacere e rimpianto, che la vera ‘vongola verace’, dal sapore insuperabile, è ormai scomparsa dalle nostre tavole… quella messa comunemente in commercio è tutt’altra cosa: si tratta di Tapes philippinarum (Adams & Reeve, 1859) che, come dice il nome specifico, proviene dalle Filippine, anche se è diffusa in gran parte l’Indo-pacifico.

Negli anni  ’80 fu importata in Mediterraneo per tentarne l’allevamento in aree chiuse (stagni della Sardegna, Laguna veneta ecc.) e il tentativo ebbe un così grande successo che la specie esotica ha ormai quasi completamente soppiantato non solo nelle nostre cucine, ma anche in mare aperto, la specie indigena. Piccole popolazioni della vera ‘vongola verace’ finora risparmiate dall’invasione della rivale esotica, che sembra avere una particolare predilezione per il nostro mare, si trovano ancora in aree limitate, ma preferisco non indicare le località precise per salvare, se ancora possibile, tali popolazioni dai pescatori, professionisti o dilettanti che siano.

La distinzione fra le due specie non è agevole: morfologicamente le loro conchiglie sono quasi indistinguibili, anche se la specie esotica (Fig. 6) presenta numerosi cordoncini radiali più marcati rispetto alla nostra specie e valve che spesso presentano una asimmetria cromatica. L’unico carattere macroscopico di differenziazione si deve cercare nelle parti molli: la nostra specie presenta due sifoni, dai quali espelle l’acqua e i prodotti di scarto, lunghi e ben separati, le cosiddette corna; nella specie esotica, invece, i due sifoni sono fusi insieme per tutta la lunghezza fino all’apertura finale.

Ma le vere differenze, sono nel prezzo – le vere veraci, se si riesce a trovarle, costano da due a tre volte più delle altre – e nel sapore, che nella nostra specie è di gran lunga superiore.

Fig 6 Tapes philipp

Fig. 6. Tapes philippinarum – Alto Adriatico

Tornando all’oggetto di questo contributo, vorrei precisare che la specie è l’unica entità veramente esistente e riconoscibile in natura; tutto il resto, generi, famiglie, ordini, classi e quant’altro, sono categorie artificiali create dall’uomo per tentare di collocare in cassetti diversi l’enorme variabilità che esiste in natura. Pertanto sono continuamente oggetto di ripensamenti e modifiche. Del resto Linneo, il padre della nomenclatura zoologica, definì le varie famiglie solo sulla base di evidenti caratteri morfologici. La scienza attuale invece, con i mezzi di cui oggi dispone, si basa su elementi più tecnici e sofisticati (analisi genetica, molecolare ecc.); per questo motivo specie classicamente attribuite a un genere vengono improvvisamente trasferite in altri, a volte anche molto “lontani”, e gruppi apparentemente omogenei vengono talvolta smembrati in ulteriori categorie sistematiche.

 

[Conchiglie.(2) – Continua]

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