Boido Stefania

Romilda. Una piccola storia

Immigranti a Ellis Island

di Stefania Boido

 

Vorrei raccontarvi una storia curiosa e simpatica che mi riguarda, che parla di anni lontani, che mi fa sorridere e mi intenerisce ogni volta che ci penso.
Vivo a Ponza da oltre vent’anni, dove mi sono trasferita dopo aver sposato Maurizio, anche se da qualche anno a questa parte trascorro i miei inverni a Formia per motivi di studio delle mie figlie.

Qualche anno fa ero in ufficio con la mia collega e fra una e-mail e una telefonata ci scambiavamo due chiacchiere. Tra le tante cose mi raccontò di un sito americano www.ellisisland.org dove sono registrate tutte le persone emigrate in America e passate da quell’isolotto fuori New York (Ellis Island) dove sostavano in quarantena prima di poter mettere piede negli Stati Uniti.

La mia amica era riuscita a trovare la registrazione dei suoi nonni: mi mostrò quindi la pagina scannerizzata tratta dal libro di bordo della nave dove risultavano il nome e cognome, l’anno d’arrivo, il nome della nave ed il nome di chi li aveva mandati a chiamare.

“Bello” – le dissi – ed anche “molto interessante”. “E’ un pezzo di storia, della nostra storia”, ma non avendo parenti emigrati in America non mi soffermai più di tanto.

Qualche giorno dopo, nell’andare a digitare un sito, mi ritrovai sotto gli occhi quello americano e mossa dalla curiosità mi registrai ed entrai. Non sapevo esattamente cosa fare, quindi decisi di digitare il mio cognome “Boido”, poco diffuso in Italia e per niente al meridione. Ne risultò un elenco di persone che cento e più anni fa emigrarono in America provenienti dalle province piemontesi di Alessandria, Torino, Asti, ecc., terre di origine di mio padre e dei miei nonni.

Romilda list

Il documento recuperato (cliccare per ingrandire)

Ad un tratto qualcosa mi stupì, pensai di aver visto male, tornai indietro e lessi:

nome: Boido Romilda
provenienza: Ponza
età: tre anni
data d’arrivo: 1906
arrivata con Mazzella Chiara madre
mandate a chiamare dal padre Boido Romeo.

Immigrati da Ponza. Ingrandimento

La lista comprendente gli immigrati da Ponza, imbarcati a Napoli sulla nave “Perugia” il 4 luglio e giunti negli USA il 20 luglio 1906

Immigrati da Ponza. Persona richiamante

Continuazione in orizzontale delle scritte dell’immagine precedente, con l’indicazione della persona che ha effettuato il ‘richiamo’ negli USA

“Sogno o son desta?” – mi dissi – “I miei occhi mi tradiscono forse” – ma rileggendo mi resi conto che era proprio così.

Immaginate il mio stupore: chi era questa bimba con il mio stesso cognome nata e vissuta a Ponza, anche se per poco, circa un secolo fa? Vi confesso che mi emozionai per questa strana coincidenza, poiché come ho accennato prima, il mio cognome è poco diffuso e visto che arrivare a Ponza all’inizio del ‘900 non era certo cosa frequente.

Nella mia testa si affollarono mille domande. Il papà forse era un confinato o forse un militare oppure un marinaio?

Chissà se lei ha mai conosciuto la sua isola, anche solo in fotografia, se la mamma le avrà raccontato della bellezza della sua terra d’origine e di questo mare. Quanti se…
Mi piace pensare che la sua sia stata una vita di riscatto lontano dalla miseria e dalla povertà.

Non ho mai fatto ulteriori indagini circa questa bimba ma non nego che da una parte c’è la curiosità di sapere e sono sicura che cercare notizie su di lei forse con i mezzi di oggi  non è neanche difficile, ma dall’altra forse vorrei lasciare tutto avvolto nel mistero, per poterci fantasticare e sognare come e quando mi va.

.

Iscrizione alla base della Statua della Libertà

Nota della Redazione – La Statua della Libertà dono del Governo francese agli Stati Uniti d’America fu inaugurata nel 1886, in segno di amicizia tra i due popoli e in commemorazione della dichiarazione d’Indipendenza di un secolo prima (1776).
Fu posta all’entrata del porto sul fiume Hudson, sulla rocciosa Liberty Island (un tempo Bedloe’s Island), come ideale benvenuto a tutti coloro che arrivano negli USA, ma nel secolo precedente, per chi era alla ricerca di una vita migliore, la Statua, prima immagine che gli immigrati di Ellis Island avevano dell’America, rappresentava un simbolo di benvenuto e di speranza.
Nel 1924 la statua divenne monumento nazionale insieme all’isola sulla quale è posta. Sul piedistallo è inciso un sonetto dalla poetessa statunitense Emma Lazarus:

« Datemi i vostri stanchi,

i vostri poveri,

le vostre masse infreddolite

desiderose di respirare liberi,

i rifiuti miserabili

delle vostre spiagge affollate.

Mandate loro, i senzatetto,

gli scossi dalle tempeste a me,

e io solleverò la mia fiaccola accanto

alla porta dorata »

3 Comments

3 Comments

  1. silverio lamonica1

    13 Aprile 2013 at 22:53

    Davvero una grande emozione leggere tra i nomi del secondo elenco quello di MIGLIACCIO LUIGI (1888 – 1982), nonno materno di mia moglie Anna Maria, e quello di suo fratello Silverio (padre di Irio) noto ai più come “Veruccio ‘a Pescarìa” e gli altri … Essi tornarono a Ponza, investendo i loro più che sudati risparmi in quest’isola; tanti altri rimasero per sempre oltre quella “porta dorata”.
    Nonno Luigi (Migliaccio) partecipò a ben tre guerre come marinaio e poi sottufficiale di marina: 1) la guerra italo – turca 1911 (la conquista della Libia che apparteneva all’Impero Ottomano) 2) la 1^ guerra mondiale 1915 – 1918 ; la 2^ guerra mondiale 1940 – 1945. Tra una guerra e l’altra andava a lavorare negli “States” a “picco e sciabola” (diceva lui) ossia era uno dei tanti addetti agli scavi delle fondamenta dei grattacieli, destreggiandosi con pala e piccone. Dopo l’ultimo conflitto mondiale, nonno Luigi si stabilì definitivamente a Ponza, coltivando la sua vigna del Fieno, per diversi anni. Una vita di sacrifici durata ben 94 anni! Strano a dirsi ma sembra proprio che sacrifici allunghino la vita e, forse, la rendono più affascinante.

  2. La Redazione

    14 Aprile 2013 at 05:26

    In occasione di uno dei primo eventi pubblici di Ponza racconta, la Serata della Miniera, a Le Forna del 18 agosto 2011, fu chiarita la derivazione di quel modo di dire dei ponzesi-americani: il lavoro di piccone e pala:

    ’a fatica ‘i picc’ e sciabule (il lavoro di piccone e pala; dove pick è il piccone e sciabule deriva da ‘shovel’: pala); da cui anche stimm’ sciabule, la pala meccanica (‘steam’: a vapore) introdotta sull’isola ai tempi del lavoro alla miniera di bentonite.

  3. Paolo Iannuccelli

    16 Aprile 2013 at 20:41

    Cara Stefania,
    ti consiglio di consultare gli archivi delle parrocchie ponzesi riguardanti battesimi e matrimoni. Solo in questo modo potrai risalire alla presenza del tuo cognome piemontese sull’isola. E’ un lavoro complicato ma ne vale sicuramente la pena.
    Poi ti racconterò a voce cosa ho scoperto io.
    Un caro saluto a te e Maurizio.

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