Attualità

Futuro congelato

di Martina Carannante

 

Sempre più spesso leggo su questo sito, ma anche sui vari ‘profili’ di Facebook, ipotesi e commenti sul futuro dell’isola, sotto tutti gli aspetti, ma qual’è il vero futuro?

–  quello scritto nei vari gruppi di Facebook, critici e ipotetici, ma spesso poco concreti?

–  quello delle idee degli storici di questo sito che suggeriscono e ci spingono al dibattito?

–  quello che affligge i pensieri di tutti i ponzesi operatori turistici?

Si sente parlare, ma non rispondere. Si sta cadendo in una comunicazione malata; senza uscita! Watzlawick, tramite “i cinque assiomi della comunicazione”, rivelava come questa pervada la vita umana anche senza comunicare consapevolmente. Egli affermava: “Non si può non comunicare!”; eppure oggi, nell’era della comunicazione di massa e dei social-network, ci si ostina a non voler comunicare anche potendolo fare.

Il futuro dovrebbe essere qualcosa che riguarda tutti, tranne il Futuro stesso dell’isola: i Giovani.

I piccoli, ormai sono al freddo e al gelo a causa della mancanza del gasolio; nella scuola dell’infanzia, scuola primaria e scuola media le ore di lezioni sono scandite dal freddo, ci si attrezza con stufe e piccoli termosifoni portatili, ma gli spifferi e i malanni di stagione non agevolano la situazione. La Commissaria continua a dire che non ci sono soldi, ma allo stesso tempo temporeggia nel decidere se dare le elezioni o proclamare il dissesto finanziario, in tutto questo, però, chi ci rimette sono i più piccoli e deboli che non possono parlare. Sono pochi i genitori che tentano di fare realmente qualcosa per uscire da questa situazione, dovrebbero creare il finimondo e invece tutto continua a tacere. Un’altra strada plausibile la dovrebbero creare  i ragazzi della ragioneria, anche se non direttamente interessati, sono i più grandi, ma i loro ormai sono “cervelli gelati”. “Scongelati” momentaneamente, dopo la mezza rivolta per l’accorpamento, oggi dormono beati su problemi che sono comuni a tutti e non troppo lontani dai loro interessi! Allora che fare? Continuare a dormire sonni tranquilli o cercare di inventarci qualcosa?

Questo trafiletto, come facilmente si evince, non è tanto riferito a chi anima questo sito, ma a tutti coloro, adulti e ragazzi, che sono di passaggio e che ogni tanto lasciano un commento; leggete attentamente questo scritto e consigliatelo ai ragazzi a cui mi riferisco …chissà se qualche coscienza non si smuova!

 

Martina Carannante

2 Comments

2 Comments

  1. Gennaro Di Fazio

    17 Gennaio 2012 at 00:24

    Cara Martina,
    purtroppo il problema non è nè la comunicazione nè la qualità delle idee, che peraltro su questo sito ne sono passate molte e alcune anche di ottimo livello, ma trovare il meccanismo psicologico per farle passare, accettarle e poi attuarle.
    Con questo non voglio dire che tutto è inutile, anzi il contrario; bisogna cioè continuare a proporre, dialogare e a controbattere, senza perdere mai la speranza. Quello che invece manca su questo sito sono le pubblicazioni dei giovani e degli adolescenti; pertanto colgo l’occasione per invitarti a trovarli e a incentivarli a scrivere. Sono sicuro che il loro apporto sarà determinante per la ripresa del dibattito socio – politico.

    Gennaro Di Fazio

  2. martina

    20 Gennaio 2012 at 15:38

    Ho provato a promuovere questo sito tra i giovani di mia conoscenza, però non ho avuto grande riscontro. La frase più frequente è stata: “sì leggo ogni tanto qualcosa, ma che c’aggia scrive?!?! Non mi viene”. Eppure dovrebbe essere una cosa abbastanza naturale scrivere come pensare, ma non so perchè nei giovani non accade. Contatti con adolescenti, non ne ho molti perchè non vivo sempre a Ponza, però, sinceramente quelli sarebbero proprio inutili: pensano ad altro e proiettano le loro energie su tutto tranne che sulla discussione socio-politica. E’ per questo motivo che li ho definiti “cervelli congelati”; non hanno una propensione al dialogo e meno ancora al dibattito. Mi spiace perchè queste sono le parole più tristi e brutte che potevo dire, ma purtroppo bisogna guardare in faccia la realtà.

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