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Oggi è Santa Lucia

di Emilio Iodice

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Ricordo mia mamma e tutte le mamme che si chiamano Lucia

Lucia
I miei primi ricordi sono di lei. Ricordo le prime cose che vidi, che ascoltai, i primi odori della mia vita. Di quando acquisii consapevolezza del mondo, ricordo la sua voce, il suo volto e il dolce profumo del suo borotalco, il suo abbraccio caldo e sicuro e il modo in cui mi avvolgeva dolcemente nel morbido telo di cotone. Ricordo il modo in cui mi sollevava, come fossi un mazzo di fiori e ricordo che la prima luce e i primi colori che videro i miei occhi furono la luce e i colori del suo volto.  Ricordo che i primi suoni che mi riempirono la mente furono delle dolci note che assomigliavano ad una musica esotica che mi calmavano facendomi sentire speciale e al sicuro. Ricordo che quei primi dolci echi di vita provenivano da lei. 

Le prime parole che pronunciai erano le sue parole. I primi sapori non furono di latte o tè zuccherato, ma di piselli dolci conditi con un filo d’olio.  Ricordo come avvicinava alla bocca il cucchiaio caldo prima di porgermelo.  Ricordo come mi rimboccava le coperte, perché mi addormentassi al sicuro con gli angeli, per poi svegliarmi al suono delle sue parole. Ricordo così tanto e allo stesso tempo così poco, ma più di tutto ricordo Mamma.

[Dal libro, Lucia, di Emilio Iodice]

1 Comment

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  1. La Redazione. Santa Lucia, di Maurizio Maggiani

    14 Dicembre 2020 at 09:07

    Luce. Accenderla è impresa di eroi
    di Maurizio Maggiani

    Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia, per questo il suo giorno si accende in testa una corona di candele e porta a piene mani dolcetti ai bambini, perché i bambini hanno paura del buio.
    Santa Lucia è la mia santa perché sono quasi cieco e lei si occupa di me facendomi vedere sempre qualcosa, ci riesce perché s’è cavati i suoi splendidi occhi e li ha messi in un piattino, così che adesso possono essere gli occhi di quelli che li hanno guasti. Va da sé che Lucia vuol dir luce, e infatti ancora quando ero ragazzino al paese si dava il nome di Lucia alle bambine che nascevano alle prime luci del mattino.
    Mai come quando ce n’è poca, o non ce n’è niente, si prende a bramare, supplicare, adorare la luce, perché anche i grandi hanno paura del buio, e a ben vedere la loro paura è ancor più grande di quella dei bambini, perché sanno di essere dei grandi costruttori di buio.
    Luce è una delle parole universali, la radice primordiale è sumera, luh.
    Luh è purificare, luh è candore, o alba, e è arrivato a leukos e lux con medesimo senso e significato.
    La luce è candore, purificazione della tenebra, promessa di lindore, è chiarezza del primo mattino. Un falò, una torcia, una lampada, un led, sono imitazioni di quello splendido candore, inimitabile.
    Fare luce, dare luce, accendere una luce, è un atto del sacro e un’impresa di eroi, un pulire e ripulire le stalle di Augia dal letame accumulato nella notte, un proposito di redenzione per i costruttori di tenebra.

    Di Maurizio Maggiani. Da Robinson. Supplemento a la Repubblica del 12 dicembre 2020

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