di Francesco De Luca
Sapevate che su Piana Incenso non ci sono uastaccette?
Non ce ne sono… e la ragione non ve la so spiegare. Ci sono invece due maestosi pini. Quelli… sono stati piantati dall’uomo. Anzi no, dai fornesi. Io so da chi. E lo so di sicuro perché è qui a fianco a me, a Calacaparra.
Oggi è una domenica che anticipa la primavera. Solicello caldo, aria tenue, e io e l’ingegnere Aniello Aprea stiamo fuori al ristorante ‘Da Angelino’.
Aniello mi confida che fu lui a portare i due pini ncopp’a Chiana ‘u Ncienzo.
Era professore di matematica nella Scuola media di Le Forna. Il più rappresentativo… non fosse che rappresentava la continuità scolastica in seno al corpo docente, che ogni anno si rinnovava nelle persone, e in continuità anche col territorio, di cui lui era espressione
Cosicché spesso portava gli alunni su Piana Incenso. Che è un gioiello di bellezza naturale. Oggi curato, ma negli anni ‘70 funestato dai ‘cacciatori’.
Aveva notato che alcune ‘fosse’ ( pescenale ), create dai vecchi per poter disporre di un po’ d’acqua piovana, erano stati interrati e resi inutilizzabili.
Gli venne in soccorso la richiesta di un giovane che aveva abbandonato la Scuola prima di dotarsi della Licenza Media, di cui aveva bisogno per i suoi sviluppi lavorativi.
Aniello pattuì che all’esame da privatista sarebbe stato agevolato se avesse provveduto a ripristinare quel pescenale sopra Piana Incenso.
Il giovane provvide con solerzia, e a giugno, a san Silverio, poté festeggiare anche la raggiunta Licenza di Scuola Media.
‘U pescenale con la pioggia riprese la sua funzione di ‘deposito’. Così nella seguente uscita con la classe Aniello portò due piantine di pino, le mise a dimora e programmò, insieme agli alunni, il loro innaffiamento settimanale.
Ora svettano su quel pianoro, attirando sia le tortore ‘dal collare’, ormai appaisanute, ossia stabili, sia le tortore ‘di passo’.
Parliamo divagando ampiamente e attiriamo l’attenzione del figlio di Angelino. Abbiamo ricordi comuni perché della stessa generazione. E ci troviamo d’accordo sul fatto che gli anni ‘70 videro la partecipazione della gente alla battaglie sociali. La partecipazione.
Beh… Aniello si vanta subito d’essere stato un paladino delle richieste dei Fornesi contro l’ Amministrazione di allora.
E qui tocca per forza scomodare il nome del Sindaco di quel tempo: Francesco Sandolo.
Potrebbe sembrare scorretto parlare in termini dispregiativi oggi di un personaggio che non può difendersi ed è per questo che mi fermo a questo giudizio ( Sindaco-padrone ).
E’ indubbio che il sindaco Sandolo fu una personalità divisiva nella comunità ponzese, così come è indubbio che Aniello in quegli anni era spinto da uno spirito innovativo, che gli veniva dall’essere giovane laureato, dall’essere in grado di controbattere la forte influenza di Sandolo, e dall’essere in grado di prevedere uno ‘sviluppo’ socio-economico della sua contrada: Le Forna.
Ricorda con fierezza, Aniello, il rigore del collegio a Genzano, dove lo seguirono quello che poi diventò il dottore Aprea e, per ultimo, il dott. Gildo Colonna.
Il rigore nei comportamenti, loro che venivano, come tutti i ragazzi ponzesi, da un fare libero, spigliato, tendente al non rispetto delle regole.
Fu così che Aniello, da oppositore, divenne compagno di cordata di Sandolo, in Amministrazione, ma dissidente nello spirito. E da ciò subì denunce. Ma… il tempo è galantuomo… si dice, e da allora la contrada di Calacaparra ha assunto una sua fisionomia di luogo sereno, dove si possono trascorrere i giorni di vacanza in una dimensione di autentica vita isolana.
Qualcuno vocia… chi é ? E’ la moglie del figlio di Angelino che lo chiama per il pranzo.
Che ore si sono fatte ? E’ mezzogiorno. “Anche io devo andare – dice Aniello – perché mangio a mezzogiorno”.
“Come in collegio ?” – ribatto.
“No… è che la vita da pensionati impone ritmi più lenti”.
Il figlio di Angelino ( lo chiamo così perché non ricordo il nome ) ci lascia.
Ad Aniello do appuntamento al ‘Veliero’, dove ci si intratterrà col dialetto. Stefania Aprea ( la responsabile del Centro ) sta organizzando qualcosa imperniata sul dialetto.
‘Buona domenica’ – ci salutiamo.
Il sole conforta i nostri corpi, e il canto degli uccellini ci allieta.
‘Buona domenica’.
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Integrazione del 19 marzo, a cura della Redazione, con contributo fotografico e commento di Biagio Vitiello (cfr):
Biagio Vitiello
19 Marzo 2024 at 08:09
Conoscendo molto bene la zona della Piana Incenso, mi permetto di fare qualche precisazione sulla relativa vegetazione.
Non è vero che non ci sono vastaccette o guastaccetta (Genista tyrrhena Vals.), ce ne sono tanti e a dimostrazione invio alcune foto (annesse, a cura della Redazione, in calce all’articolo di base). Come pure, oltre ai due pini piantati dall’ingegnere Aprea, ce ne sono altri, almeno una decina, cresciuti o spontaneamente o piantati probabilmente da cacciatori.
Francesco De Luca
19 Marzo 2024 at 13:40
Ringrazio Biagio per gli arricchimenti all’articolo