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Compagni… amici…
Compàgno è più che Amico,
è chi per scelta o per caso
condivide pane, tempo,
la fatica muta, i silenzi.
Compagno o compagna
di viaggio, di vita, di lavoro,
con cui spartire il pane,
la fatica del cammino,
dividere la sorte, il sapere, il lavoro:
chi ha dà a chi non ha,
chi sa le parole le insegna al compagno,
chi ha lavoro lo divide o lotta insieme con chi non l’ha.
La fame del compagno è ancora e sempre
la nostra fame.
Il dolore del compagno è ancora e sempre
il nostro dolore.
Poco pesano
le modernità, le tecnologie,
le perversioni alchemiche,
i giochi di parole;
il compagno povero di un povero compagno
rimane sempre tale:
contrappone all’intelligenza artificiale
il dolore naturale sempre uguale,
anche se gli scenari sembrano mutare,
e le parole magicamente trasformano il reale
in vuoti spazi colorati.
Bisogna riscrivere la Storia,
cominciando dall’antico urlo debole e potente
che ascoltavo – fanciullo perbene –
senza coglierne il senso:
due sole parole strisciate di sangue, di vomito,
di lacrime inutili, di bava,
di morte, di vita inespressa;
due sole parole,
gridate in silenzio da sgranati occhi cisposi,
da bocche caverne,
a mani storte come sterpi danteschi,
due sole parole,
che – come scrigni, truvature, tesori sepolti –,
tutta la forza posseggono ancor oggi:
Pane e Lavoro!
Immagine di copertina: Ennio Calabria (Tripoli, 1937): Manifestazione, 1973, acrilico su tavola, 80×160 cm (Foto: Giuseppe Schiavinotto)
Angelo Di Capua
2 Febbraio 2024 at 22:54
Bellissima poesia. L’uomo con il lavoro, qualsiasi esso sia, può avere il pane per sfamare se stesso e la sua famiglia, ma soprattutto acquistare la sua dignità di uomo libero