Ischia

Buio a Casamicciola

di Giuseppe Mazzella di Rurillo

 

La nuova gestione provvisoria dei bar Calise di Casamicciola ed Ischia nel regime giuridico del diritto fallimentare diffonde un comunicato da cui si evince che solo “Calise al porto” é la struttura che può reggere alla redditività. “Calise piazza degli eroi” aprirà solo per i fine settimana. “Casamicciola Calise 1925” resterà chiuso. Già aveva aperto a scartamento ridotto per poche ore al mattino ma – credo – con esiti disastrosi. In un regime di mercato non si può rivolgere alcuna critica al gestore in regole di diritto imposte dalla amministrazione giudiziaria. Un tempo si poteva chiedere ad Emiddio, Nina ed Elsa perché questi provvedimenti. Ma oggi non è un’impresa personale. Lo stesso comunicato è senza firma. Non c è una persona che gestisce alla quale noi frequentatori abituali potevamo rivolgerci per protestare. Il comunicato – pur nella cortesia della comunicazione social – dice che Casamicciola chiude.
Buio dopo le luci di Natale che non hanno portato clienti. Buio sul presente e l’avvenire perché il futuro non é roseo. Casamicciola impone un disegno pubblico di “ricostruzione” dove la “vicenda Calise” è l’emblema. Adesso c è un regime di malinconica sussistenza oltre la banali parole del sindaco Giosy Ferrandino. Bisogna cambiare la comunicazione e la sostanza delle parole. Dobbiamo affrontare una “ricostruzione sociale ed economica” ancora più difficile della “ricostruzione materiale”.
GM

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No alla demolizione del Capricho de Calise

NO – alla demolizione del “Capricho de Calise”
SI – Al Restauro ed alla Riqualificazione di Piazza della Marina e del Litorale ”Romantico” dell’isola d’Ischia –

Quello che viene chiamato oggi “ex-Capricho de Calise” in Piazza della Marina a Casamicciola nell’ isola d’ Ischia è una costruzione di circa 500 mc in stile “Moresco” progettata dall’ arch. Ugo Cacciapuoti in prima attuazione come “stabilimento balneare” in cemento armato nel 1959 in regime di concessione ad un privato dal Comune, in virtù dei diritti aragonesi sulle spiagge del XV secolo, poi trasformato con miglioramenti architettonici e paesaggistici 10 anni dopo (1969) in struttura commerciale polivalente in completo stile moresco perfino nei dettagli (Bar, Ristorante, Tea Room, Pizzeria, Night Club) denominato “ COMPLESSO CALISE” per intuizione dell’ imprenditore Emiddio Calise del gruppo familiare costituito dal Cav. Francesco e la moglie Elisa ed i figli Marianna detta “Nina”, Emiddio, Elsa e Maria, dal primo caffè aperto in Piazza della Marina nel 1925.

Negli anni ‘70 del ‘900 e per oltre un ventennio il Complesso Calise divenne il principale attrattore turistico di Casamicciola per la sua posizione strategica e per la sua elegante gestione in sinergia con il nascente porto commerciale e turistico dell’intero versante occidentale dell’isola d’Ischia collegato al magnifico “Litorale Romantico” da Punta Perrone al Monte di Vico in sostanziale unità – naturale, economica e sociale – tra le Comunità di Casamicciola e Lacco Ameno.

Il Complesso Calise caratterizzava un’intera area ad alta affluenza sociale e di enorme rilevanza economica tanto da essere soggetto di cartoline postali degli aspetti esterni ed interni.

Di particolare pregio il pavimento interno in ceramica d’arte dell’atrio di ingresso opera dell’artista Giovanni De Simone (1930-1991) che avrebbe meritato la tutela della Soprintendenza ai Monumenti ed alle Opere d’Arte.

Il progressivo degrado del Complesso Calise – per le vicende giuridiche, finanziarie, economiche – è il segno eclatante della decadenza politica, sociale ed economica di Casamicciola che negli ultimi 50 anni non ha avuto una classe dirigente capace di gestire una Comunità in recessione e non ha saputo nemmeno raccogliere le proposte lanciate fin dal 2014 dal Comitato Colibrì dell’arch. Caterina Iacono con i 16 punti per il Rilancio dove il Complesso veniva proposto come sede di uno Yacht Club Internazionale per la vocazione preminente che si deve dare alla portualità della cittadina per una nuova economia.

Apprendiamo dall’ultimo comunicato stampa del Commissario alla Ricostruzione ed all’emergenza, on. avv. Giovanni Legnini, del 29 dicembre 2023 che è stata approvato un progetto per una vasca di colmata per un “Waterfront” già previsto nell’ordinanza n.5 dell’8 agosto 2023 ed il Comune di Casamicciola è stato autorizzato “ad avviare l’iter per la presentazione di un progetto per la demolizione dell’ex-Capricho de Calise che ha funzionato per 5 anni come casa comunale salva la possibilità di ricostruzione dell’edificio anche in altra sede”.

Rileviamo che esiste una assoluta contraddizione tra l’ultima comunicazione del Commissario Legnini con  quanto contenuto alla pag. 91 della sua relazione annuale al 21 agosto 2023 con l’indicazione – n.8 OS/CT/10 – di impegno di spesa per “Lavori di adeguamento, ripristino e riqualificazione della casa comunale denominata ex-Capricho de Calise per 3 milioni e 139 mila euro che per la sola indicazione rende risibile il metodo programmatorio della “Ricostruzione” senza un progetto o un elementare “disegno” di Riqualificazione Urbana!

Denunciamo che non esiste agli atti del Municipio di Casamicciola – nelle forme di legge – un Progetto di Riqualificazione Urbana o una proposta di un Piano Urbanistico Comunale (PUC) come impone la legge regionale inapplicata fin dal 2004, né è stato discusso ed approvato dal Consiglio Comunale aperto alla partecipazione democratica della Cittadinanza e delle categorie produttive  – come impone la Legge – un “Progetto di Zona di Riqualificazione e Trasformazione Urbana” come è Dovere e Diritto del Comune ai sensi del Testo Unico degli Enti Locali vigente nella Repubblica.

Esprimiamo la piena contrarietà alla demolizione del Complesso Calise che invece deve essere posto al Centro  della Riqualificazione e della Trasformazione Urbana con miglioramento statico e  conservazione artistica.

Chiediamo

  • L’immediato intervento del Ministro della Cultura, per le responsabilità che gli derivano attraverso le strutture periferiche delle Soprintendenze, già in visita breve ad Ischia per altrettanto brevi “ Stati Generali della Cultura” per la valorizzazione di un bene immobiliare di interesse culturale ed economico.
  • L’immediata convocazione del Consiglio Comunale aperto alla Cittadinanza a norma dello Statuto Comunale per la discussione e l’ approvazione di provvedimenti per il nuovo assetto territoriale di Casamicciola che è la più antica cittadina turistica dell’ isola d’ Ischia fin dal 1604.

Casamicciola, 8 gennaio 2024

 

Giuseppe Mazzella-direttore de Il Continente – promotore –
[email protected] – per sottoscrizione e diffusione –

2 Comments

2 Comments

  1. Sandro Russo

    8 Gennaio 2024 at 07:15

    Quando 6-7 anni fa capitai a Ischia per una breve vacanza – fu sicuramente prima degli ultimi drammatici avvenimenti, sia del terremoto dell’agosto 2017 che dell’inondazione dello scorso anno – e chiamai Giuseppe per dirgli che ero sull’isola, lui mi disse che “per forza” ci dovevamo vedere. E il bar dove mi diede appuntamento fu proprio il Capricho di Calise, a piazza della Marina a Casamicciola (io stavo a Lacco Ameno), ai tavolini del marciapiede di fronte.
    Era molto familiare con i camerieri e il gestore, ma che era il suo luogo della memoria lo scoprii solo dopo, leggendo un ricordo degli anni della sua giovinezza: Ricordi d’estate: 1969, la prima volta del “Capricho”.

  2. Guido Del Gizzo

    8 Gennaio 2024 at 15:16

    Quando, nella primavera del 1974, arrivai per la prima volta a Perugia, dove poi ho fatto l’università e vissuto circa 10 anni, mio padre mi portò a far colazione al Caffè Medio Evo, in Piazza della Repubblica, distante circa 100 metri dalla famosa terrazza da cui partì la Marcia su Roma, in pieno centro, a una delle due estremità di Corso Vannucci.
    Il Medio Evo era una delle quattro caffetterie storiche di Perugia, ma forse la più affascinante: costruito su una cisterna d’acqua di epoca medievale, aveva le volte e le pareti completamente decorate con i disegni raffaelleschi, che ritroviamo nelle ceramiche umbre tradizionali.
    Oltre l’ottima pasticceria e l’ubicazione prestigiosa, era un luogo di grande fascino che quasi rapiva, una volta superato l’ingresso.
    E’ chiuso ed abbandonato da quasi dieci anni, mentre il centro cittadino, frequentatissimo, è stato colonizzato dai franchising internazionali più beceri e idioti, “candy shops” in testa, proprio nella patria dei “baci” Perugina.

    Mi è venuto in mente leggendo l’articolo sul “Buio a Casamicciola”, sul destino che sembra attendere l’ex Capricho de Calise.

    Faccio sempre una gran fatica a lasciar andare le immagini ed i luoghi della mia infanzia o giovinezza, come il Vicolo della Neve a Salerno o altri luoghi della convivialità, che ognuno di noi conserva, più o meno gelosamente, in un luogo sicuro della propria memoria.
    Ma a 66 anni, quasi 67, sono arrivato alla conclusione che è una battaglia di retroguardia, e bisogna pensare al futuro.
    Per quel che ne so, le uniche identità definite, che vedo intorno, sono quelle che questo mondo e questo tempo hanno deciso di rifiutare: come i pescatori ponzesi, i butteri maremmani o i ristoratori di mezzo secolo fa.
    Nel 2000, quando, per avventura, mi ritrovai ad aprire un ristorante a Parigi, era appena stato creato un marchio che identificava i ristoranti con la cucina operativa: già il 70% dei locali lavorava solo con precotto/surgelato…..

    “La tradizione non serve a venerare le ceneri, ma a trasmettere il fuoco” (G. Mahler)

    Non dobbiamo avere paura di cosa ci riservi il futuro: dipende da noi.
    Forse siamo capaci di inventare qualcosa di buono, anche se ci sono posti che ci marcheranno sempre.
    Faccio fatica a dirlo: …forse è la giovinezza?

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