di Giuseppe Mazzella di Rurillo
Sembra incredibile ma è vero: in Italia anche quello che è evidente deve essere codificato in “ Legge”. Per la “ Ricostruzione” di un piccolo paese, come Casamicciola di 6 Km2 e 8mila abitanti, su di un’area delimitata dal mare come l’ isola d’ Ischia di 46 Km2 – iperstudiata geologicamente per averne avuti altri 12 nella sua storia, prima del 21 agosto 2017 dopo 134 anni dall’ ultimo evento catastrofico e come se non bastasse anche una terribile alluvione il 26 novembre 2022 dopo 112 anni dall’ ultima grande alluvione – non basta un decreto legge, licenziato in fretta e furia salvo intese dal primo Governo Conte e trasformato in legge scritta malissimo con intese in Parlamento da mercato spartitorio con l’ assurdo art.25 con la nomina di un Commissario Straordinario di Governo con poteri comunque non assoluti.
Un potere straordinario sospende quello ordinario e diventa un Generale che intruppa un esercito Brancaleone se vuole “efficienza”!
Ci vuole sempre un’altra Legge perché tutta l’enormità delle leggi ordinarie di cui nessuno conosce il numero esatto non basta. I poteri istituzionali sono talmente frammentati che per decidere di sgombrare una zona abitata e delocalizzarla o per dragare un piccolo porto di natura mista (peschereccio, commerciale, turistico) la cui costruzione è iniziata dal 1965 e non è ancora conclusa, cioè da 58 anni, o per riversare il terriccio sceso dal Monte Epomeo (che, si sa, è fatta di tufo) e che si stima in 40mila Mc. direttamente in mare conseguendo immediatamente due obiettivi: ricostruire le spiagge del litorale e creare delle belle piattaforme sul mare, bisogna consultare una decina di Enti Pubblici con il loro “parere vincolante” e spesso il parere dell’ uno è in assoluto contrasto con l’ altro. Tutto sembra scritto apposta per rendere eterna una Ricostruzione e per trasformare tutto nelle opere perpetue come le chiamava un grande giornalista-meridionalista come Giovannino Russo.
Ho odiato quella famosa espressione di rito nella Pubblica Amministrazione: “ per quanto di competenza”. Così un cittadino che ha subito la sciagura di un terremoto o una alluvione o entrambe attende per anni, oltre la sua stessa vita umana, di ridiventare un Cittadino della Nazione – il termine che piace alla nostra presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla ricerca di una “teoria politica” del suo postfascismo a 75 anni dalla Repubblica fondata sul Lavoro. La burocrazia è qualcosa di più forte delle ideologie politiche, dei tempi, delle formule, delle donne e degli uomini di Governo.
Il Corriere della Sera, domenica 21 maggio 2023 alla pagina 5, riporta una intervista al sen. Nello Musumeci, Ministro della Protezione Civile e delle Politiche del Mare (in Italia cambiano anche i nomi e le competenze dei Ministeri in nome della discontinuità amministrativa e questo tonifica la burocrazia che si fa un baffo del Governo della Nazione). Musumeci, annunciando prossimamente gli interventi del Governo per fronteggiare l’ alluvione terribile che hanno subito i nostri fratelli e concittadini dell’ Emilia Romagna ai quali va la nostra solidarietà umana e patriottica di “Italiani”, ha reso noto che “il Governo sta lavorando ad uno strumento prezioso. Nei prossimi giorni presenteremo un ddl sulla prevenzione strutturale da tutti i rischi e da tutte le calamità”. Ancora. Musumeci annuncia “un’altra proposta di legge per semplificare le procedure di ricostruzione post calamità” e sostiene che “i tempi di una ricostruzione debbono essere prefissati. Una ricostruzione non può durare all’ infinito. Dieci anni potrebbe essere un tempo sufficiente”. Il Ministro Musumeci usa il condizionale. Quando è venuto ad Ischia – credo in aprile – ha rilasciato due dichiarazioni per la durata della Ricostruzione: prima 9 anni poi ridotti a 6 nella seconda. Ottimistica previsione. Sei anni stanno per compiersi dal terremoto. Dall’ alluvione siamo al compimento dei sei mesi ed il porto è chiuso e non un centimetro di terriccio è stato riversato a mare. Consiglio al Ministro di fare previsioni centenarie; di codificare in legge che una Ricostruzione “parziale e limitata ai danni emergenti” deve essere completata in 100 anni con l’ impegno di tre generazioni di patrioti nell’ interesse della Nazione chiamata a dividersi in 20 repubblichette per l’ autonomia differenziata come annuncio sostanziale del Ministro leghista Calderoli.
Per quanto riguarda il ddl di Musumeci credo che si riferisca a quello già presentato dal precedente Presidente del Consiglio Mario Draghi circa due anni fa relativo alla ennesima ristrutturazione della Protezione Civile il quale prevede un accentramento a Roma degli interventi di emergenza ambientale con un unico Commissario e credo che non sia stato approvato perché è in antitesi col disegno delle repubblichette del Ministro Calderoli tanto per rimarcare l’omogeneità di questo Governo della Nazione della Premier Giorgia Meloni.
Quel disegno di legge di delega al Governo per approvare un Codice della Ricostruzione nella relazione afferma che “i processi di ricostruzione non si dovranno limitare alla riparazione materiale dei danni ma debbono assicurare ai territori colpiti anche il recupero del tessuto socioeconomico”. Ma è necessaria una Legge per codificare una Evidenza? Non è Evidente che un terremoto e una alluvione distruggono completamente il tessuto socioeconomico e che gli interventi di Ricostruzione non debbono limitarsi alla ricostruzione di un fabbricato o di una scuola ma debbono interessare il sistema produttivo locale tanto che è necessario – in prima istanza – il diretto intervento dello “Stato Imprenditore” nel capitale di rischio della piccola e media industria che qui è alberghiera, commerciale, agricola anche per avviare una indispensabile transizione ecologica?
Casamicciola ha bisogno non solo della Ricostruzione Materiale. Ha bisogno di ridefinire una economia alberghiera-termale-commerciale con due fondamentali alberghi-terme chiusi (Elma e Manzi) che si inseriscono in una archeologia industriale con altre aziende chiuse (Maltempo, Elisabetta ex-Scioli etc) proprio nel cuore termale della cittadina. Chiusa – ma forse riaperta per la breve estate – la più importante attività di ristorazione della cittadina dal 1925 che per due anni ha mancato il centenario e che costituiva la più importante azienda terziaria dell’ isola d’Ischia fino a 10 anni fa con 130 dipendenti e 5 succursali oggi in amministrazione controllata con gestione provvisoria e senza un piano industriale di rilancio e riconversione e senza un piano finanziario. Qui ci vuole un diretto intervento nel capitale di rischio di INVITALIA e della CASSA DEPOSITI E PRESTITI, che hanno questa principale Missione Pubblica ed accordi di “corporate” cioè partecipazione al capitale sociale del sistema bancario da Poste Italiano ad Unicredit ed è un investimento di 10-20 milioni di euro nel socioeconomico dell’ intera isola d’ Ischia.
Ma che aspettano il Commissario Legnini ed i sei Comuni a promuovere un Accordo di Programma (art.34 del Testo Unico Enti Locali) per un rilancio socioeconomico per utilizzare i Fondi Europei ed il PNRR?
Ma cosa ci vuole a fare una leggina per Ischia con un Ente Autonomo per la Ricostruzione e la transizione ecologica come è stato proposto da 4 mesi dal Manifesto per Casamicciola che “E’” Ischia? Cosa ci vuole per dare stabilità burocratica alla Ricostruzione a prorogare per almeno 3-5 anni la struttura del Commissariato alla Ricostruzione ed alla transizione ecologica?
Ma cosa fa il nuovo Ministro all’ Europa, Fitto, per incanalare la progettazione di 52 miliardi dei Fondi Strutturali e 207 miliardi del PNRR?
E non vado oltre. La Ricostruzione socioeconomica è più importante di quella materiale. La politica può essere lenta ma l’ economia è veloce.
Fare una legge per l’Evidenza mi pare superare i limiti della logica.
Casamicciola, 23 maggio 2023
Giuseppe Mazzella di Rurillo, direttore de Il Continente, agenzia stampa e rivista per il Rinascimento di Casamicciola e dell’ isola d’ Ischia –