Ischia

Le ragioni di un Manifesto per Casamicciola che “è” Ischia

riceviamo da Giuseppe Mazzella e pubblichiamo

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Focus
Rigenerare: guardare lontano senza perdere di vista il presente. Le ragioni di un Manifesto per Casamicciola che “è” Ischia
di Giuseppe Mazzella

I Cartesiani
Abbiamo fatto un convegno sabato 25 marzo 2023 nella sala Sandro Pertini delle antiche terme comunali della Città d’Ischia dalle 10.30 alle 13.
Era l’ evento fondamentale di un ciclo di manifestazioni per Casamicciola  progettate e messe a punto da un piccolo gruppo di amici –  i quattro amici al bar resi famosi da Gino Paoli – i quali, provenienti da formazioni culturali e politiche diverse, e diverse esperienze di vita, hanno sempre coltivato l’ amore per il libro ed il giornale perché questo li univa: il Metodo.

Sono “Cartesiani” i quattro amici al Bar. Da René Descartes (1596-1650) hanno preso (e applicato) la prima regola del “Discorso del Metodo”: non si deve accettare per vera nessuna cosa che non sia evidente e si deve accogliere solo ciò che si presenta alla mente in modo chiaro e distinto.

Non sanno concepire la politica in modo diverso, non sanno capacitarsi che quella che viene chiamata “società dell’informazione” dalla “democrazia immediata” con un “messaggio” o un “gruppo” facilita enormemente il lavoro di studio e ricerca che ai tempi loro erano molto più faticosi, complessi, duri.
La “società dell’ informazione” avrebbe dovuto enormemente migliorare la cultura della classe politica, l’organizzazione civile, il funzionamento degli enti locali, perché l’Europa si apriva a nuovi scenari, perché Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni nel 1941 confinati nell’isoletta di Ventotene in tre “mense” diverse  – cioè la stanza dove mangiavano quello che potevano –  vedevano giusto, non sognavano soltanto. Progettavano un nuovo equilibrio politico, economico, sociale per tutti i popoli dell’ Europa, questo Continente “vecchio” che faceva da millenni la guerra fra “Nazioni” diverse con lingue diverse e fanatismi diversi.
I tre discutevano animatamente – al freddo ed al caldo con poco cibo e pochi libri, letti, sottolineati,  appuntati con osservazioni e contestazioni – ma sentivano il bisogno di vedere oltre la guerra ed oltre il limite di una isoletta spazzata dal vento dove non potevano crescere alberi di alto fusto.
Il Manifesto di Ventotene è nato da tre amici alla “mensa”. E’ costituito da quattro capitoli ed una prefazione all’edizione del 1944 di Eugenio Colorni, scritta pochi mesi prima di essere ammazzato dai nazi-fascisti.
Non sapevano che quel Manifesto avrebbe cambiato il corso della Storia.

Durante  il primo isolamento della pandemia da Covid 19 nell’inverno 2020 ci ho dedicato ore di studio, di sottolineature, di ricerca con altri testi e mi sono convinto che bisogna avere una grande capacità di sintesi per racchiudere un pensiero evidente ma plurale e farlo diventare “Metodo”.

Il Manifesto per Casamicciola
Dalle molte discussioni i quattro amici al Bar – la domenica al Calise di Ischia per oltre due anni – hanno convenuto che per Casamicciola colpita prima dal terremoto del 21 agosto 2017 e poi dalla sanguinosa alluvione del 26 novembre 2022 occorreva lanciare un “Manifesto” che sapesse racchiudere una analisi ed una prospettiva e che questo Manifesto dovesse essere presentato al maggior pubblico possibile al tempo della “società dell’ informazione” con un ciclo di manifestazioni – tutte legate da un filo rosso – ma il cuore doveva essere rappresentato da un Convegno Nazionale di Studi da cui doveva emergere che l’intera isola d’Ischia è il paradigma del Mezzogiorno d’Italia – ieri ed oggi –  nella sua “fragilità” e nella “tragicità”.
Per l’isola d’Ischia – prima con un terremoto nell’area dei terremoti di soli sei secondi e dopo con una alluvione con 178 millimetri d’acqua in tre ore da una frana di tufo dal monte Epomeo a 650 metri – era arrivato il tempo dei cambiamenti climatici e la natura presentava il conto dei tre rischi – vulcanico, sismico, idrogeologico –  sottovalutati per 70 anni da quella che il giornalista Davide Maria De Luca del quotidiano Domani ha chiamato “la folle corsa senza autista”.

Bisogna dare un autista alla macchina dello sviluppo. Bisogna avviare una “Cultura della Sicurezza”, quel messaggio posto alla fine della brochure della presentazione della monografia sul terremoto del 1883 presentata con una mostra dettagliatissima , un catalogo, un Convegno, un filmato di Luca De Filippo, una cartolina del dipinto di Piazza Majo del 1813 del pittore tedesco Joseph Rebell, il poster del dipinto di Rebell e la carta geologica del Fuchs del 1873, tutto in mille copie stampate dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, a Casamicciola il 6 marzo 1999.

Il bigliettino d’ invito si concludeva così: “Tale documentazione può essere il punto di partenza di ulteriori approfondimenti per avviare il recupero della memoria storica nonché un progetto per una diffusa e solida “cultura della sicurezza”. 
Ventiquattro anni dopo dovevamo ripartire da lì.
Con gli stessi protagonisti ancora viventi e luci come il prof. Giuseppe Luongo, la sua fedele collaboratrice Elena Cubellis, la prof.ssa Ilia Delizia.
Ventiquattro anni dopo il ciclo di manifestazioni doveva tenersi nello stesso mese, aprirsi nello stesso giorno, allestire una Mostra, stampare una locandina, chiamare i tecnici della scienza della terra, tenere un Convegno chiamando gli uomini di cultura che conoscevano senza aggettivi qualificativi, presentare un libro.

Il Convegno e le parole di Lepore
Hanno risposto al nostro invito al Convegno tre professori universitari, un sociologo “non accademico” che è il più grande esperto di “sviluppo locale, un consigliere regionale, un sindaco di una realtà complessa come Caivano.

I quattro amici al bar in rappresentanza dei 40 sottoscrittori del Manifesto erano l’on. Salvatore Lauro, già senatore della Repubblica, il promotore del Premio Ischia di Giornalismo, da Benedetto Valentino; da Franco Borgogna, economista ed editorialista locale per competenza e passione la cui relazione introduttiva costituirà la parte principale del prossimo numero de Il Continente che uscirà a settembre 2023 e da chi scrive questa nota.

I tre professori universitari – tutti economisti – sono stati; Francesco Saverio Coppola, già capo del glorioso Ufficio Studi del Banco di Napoli, segretario generale dell’Associazione Internazionale Guido Dorso e promotore dell’Alleanza degli Istituti Meridionalisti alla quale aderiscono venti Centri Studi e Ricerche sulla “Questione Meridionale” ed alla quale ha aderito fin dalla fondazione Il Continente come voce dalle isole napoletane della questione meridionale, della attualità e necessità di un nuovo intervento straordinario nel Sud come lo fu negli anni ’50 del ’900 la Cassa per il Mezzogiorno; Achille Flora, ordinario di economia e politica dello sviluppo all’Università L’Orientale di Napoli, la cui relazione sarà integralmente pubblicata nel prossimo numero della rivista; ed il prof. Amedeo Lepore, ordinario di Storia Economica alla Seconda Università di Napoli, membro del consiglio di amministrazione della SVIMEZ, consulente per l’attuazione del Pnrr della ministra per il Sud Mara Carfagna, editorialista de Il Mattino, già assessore regionale della Campania con Vincenzo De Luca.
Conosco Lepore da oltre dieci anni ed ho letto tutti i suoi libri fin da quello fondamentale “La Cassa per il Mezzogiorno e la Banca mondiale, un modello per lo sviluppo economico italiano” (Rubbettino – 2013).
Con Amedeo Lepore ho perfetta condivisione sulla necessità di un “accentramento” dell’intervento straordinario poiché il “decentramento” alle Regioni ed agli Enti Locali è stato inefficace.

È la tesi opposta a quella del sociologo Osvaldo Cammarota – la cui relazione sarà anche agli atti –  con il quale ho rapporti di amicizia, stima ed impegno civile da oltre 30 anni. Osvaldo sostiene che bisogna valorizzare lo sviluppo locale, potenziare le classi dirigenti politiche, economiche, sociali dei Comuni perché senza maturità e consapevolezza non cresce il Mezzogiorno.
Le due tesi apparentemente opposte di Lepore e Cammarota sono in realtà simili e ricercano entrambi una “terza via”. Amedeo ha parlato terzultimo quando la platea del pubblico si è ridotta ma ha ascoltato tutti gli altri come si deve fare quando si partecipa ad un Convegno di Studi e spesso il politico chiamato fa il suo intervento e se ne va.
Ha detto prima di tutto che bisogna “coordinare” gli strumenti giuridici che sono Invitalia e la Cassa Depositi e Prestiti ed ha espresso perplessità sull’abolizione dell’Agenzia per la Coesione Territoriale decisa dal nuovo Ministro per i fondi europei on. Fitto del Governo Meloni. Si spezza una continuità amministrativa con il precedente Governo e si rischia di ritardare l’utilizzazione dei fondi. Mancano “progetti esecutivi”. Lepore ha reso noto che ci sono 52 miliardi di euro non utilizzati per i “fondi strutturali” per il periodo 2016-2020 detti “fondi Coesione”.
Ancora: in riferimento alla proposta di un “Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’isola d’Ischia” – che è proposto nel nostro Manifesto per Casamicciola – Lepore si è dichiarato favorevole .
Ma Lepore è andato oltre e si è detto favorevole anche ad un “accordo di sviluppo” che è una iniziativa dal basso, dei Comuni stessi, per proporre “progetti esecutivi” di riequilibrio territoriale. Anche questo strumento – ha detto ancora – è da prendere in considerazione perché finora ha mobilitato circa 4 miliardi di euro.

Abbiamo voluto invitare anche una “voce sul campo” come il sindaco di Caivano, Enzo Falco, che ha portato l’ esperienza che stanno facendo i 26 Comuni della “Terra dei Fuochi” per farne il “Giardino d’Europa”.

Le lettere inutili
Al protocollo n. 12472 del 10 novembre 2022 del Comune di Casamicciola è stata consegnata per la Commissaria Prefettizia dott.ssa Simonetta Calcaterra una lettera con allegati di una trentina di pagine già inviate al Comune almeno un anno prima  dal titolo: “Casamicciola, tre catastrofi e Tre Rinascite”. I contenuti si possono trovare sulla stampa locale e su internet. Le richieste sono state inviate anche ai sensi e per gli effetti della legge n. 241/90 sulla trasparenza e sul diritto di accesso agli atti pubblici. La legge fa obbligo di risposta entro 30 giorni. Se la pubblica autorità non risponde il cittadino deve ricorrere al TAR rivolgendosi ad un avvocato. Naturalmente nessuno lo fa o pochi lo fanno. Costa almeno 2mila euro.

La ricostruzione e la democrazia difficile
Ho concluso il Convegno del 25 marzo con estrema sintesi: – Anche se guardiamo lontano non perdiamo di vista il presente. Aggiungo ora che il presente di Casamicciola è tragico e quello dell’intera isola d’Ischia è molto difficile perché quando si comincia la discesa, la velocità aumenta non diminuisce.

Casamicciola, 28 aprile 2023
[email protected] – direttore de Il Continente

1. Continua. Prossimamente: “Casamicciola, tre catastrofi e tre rinascite – Idee & progetti con un Contratto Istituzionale
di Sviluppo (CIS) per l’isola d’Ischia ed un Accordo di Programma(art. 34 del Testo Unico Enti Locali)
promosso dal Commissario di Governo, i sei Comuni ed Invitalia.

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