Defunti

È mancato Giuseppe Mazzella, Peppe ‘i Bunaria

La Redazione

 

E’ di poche ore fa la notizia della scomparsa di Giuseppe Mazzella, panettiere a Santa Maria, da tutti conosciuto come Peppe ‘i Bunaria.
Peppe è mancato questa mattina all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina, aveva  83 anni.

I funerali ci saranno martedì pomeriggio dopo l’arrivo della nave, presso la chiesa di Santa Maria.

Alla moglie Eva, al figlio Silverio con la moglie Linda, alle nipoti Dora e Valentina e a tutta la sua famiglia le condoglianze della redazione di Ponza Racconta.

Abbiamo ricevuto un commosso saluto dal suo fraterno amico Luigi Pellegrini che volentieri pubblichiamo.

Ciao Peppe, ti scrivo queste poche righe perché ormai è troppo tardi per parlarti.
Eri appena ritornato a casa che te ne sei andato di nuovo, ma stavolta non ritornerai!
Abbiamo vissuto pochi momenti insieme, ma tanto basta per ricordare una cosa che ci accomunava. L’amore per la musica. Eri quello che, un tempo lontano, chiamavano per animare le feste di compleanno con il tuo giradischi. L’unico dell’isola. Eri quello che sorrideva sempre e dovunque, anche quando le cose non andavano proprio bene così come quando spaccavi la legna con il piccolo Silverio al seguito, per il tuo forno. Eh, proprio Silverio, siine orgoglioso da lassù, forse non lo sai, ma sarebbe diventato un laureato se non fosse stato che doveva seguire le tue orme. Sai cosa rispose quando si diplomò ragioniere alla professoressa che, vista la sua ottima media scolastica, gli chiese quale università avrebbe scelto? Rispose: l’Università di Peppe ‘i Bunaria.


Però Peppe, stamattina l’ho sentito piangere ed è stato straziante. Lo sai che per lui eri importante: gli hai insegnato il rispetto verso gli altri, l’onestà, la gratitudine e la generosità. Ma non lo hai preparato ad affrontare il dolore. Il dolore di averti perso ed il pentimento di non averti detto quanto ti amava. Ma se è vero che chi muore ci guarda da lassù, allora spero che tu lo assista e che sia orgoglioso di lui.
Una volta mi dicesti che non avevi il coraggio di lasciarti andare ed abbracciarlo per sussurrare di augurargli di perseguire le sue più grandi passioni. Che sebbene sapevi di non potergli promettere una giornata spensierata, ti auguravi, tra lotte e delusioni, di essere per lui una buona guida, in grado di proteggerlo e di renderlo saggio. Che volevi per lui il meglio e che lo amavi più di quanto queste parole possano mai dire.
Sai Peppe, lui, Silverio, queste cose le ha sempre sapute ed è per questo che ti ricorda con una canzone, così come piaceva a te:

Quando tornava mio padre sentivo le voci
Dimenticavo i miei giochi e correvo lì
Mi nascondevo nell’ombra del grande giardino
E lo sfidavo a cercarmi, io sono qui

 

 

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