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Esplode d’intorno la vita. La nebbiolina nelle prime ore del mattino vorrebbe tener celato il tramestìo di quanto si apre alla luce, e dà colore e profumo e respiro alla natura che vuole erompere e brillare.
La vita esplode su questo ritaglio di terra, alla mercé degli elementi. Ora inclementi e carichi di dispetto e ora propensi a lasciare che dalle gemme spuntino ineffabili fiori e intorno agli scogli una soffice alghetta li avvolga.
Sorride al rientro in porto il pescatore, graziato dal ricavato dalle nasse, e l’ormeggiatore si rallegra abbacinato dalla folla dei turisti venuti dalla terraferma.
Le strade dell’isola ritornano ad essere calpestate da passi umani, e la parlata romagnola profana i vicoli.
Passata è la signorìa della solitudine. L’animo si apre al tempo che scorre e lo implora che prosegui il suo cammino.
Avanti… maggio inondi di bellezza, e gli isolani, come tutti, traggano vigore dagli eventi.
Il passato è alle spalle e così le cadute che la Storia ha attestato.
Le brutture degli anni in cui si è offesa la libertà sono alle spalle. Perché non lasciarle lì dove giacciono? Di cimiteri nella Storia ce ne sono tanti. La loro conoscenza rafforza la responsabilità, mentre la loro ignoranza traccia solchi dolorosi nel corpo della nazione. E anche in quello delle Nazioni. Perché le guerre si alimentano dalla sopraffazione dell’uno sull’altro. Sia individuo, Stato, razza, religione, censo.
Il potere politico non riesce a sintonizzarsi col potere che la natura dispiega amorevolmente.
Il rigogolo becca le nespole gialle e una vela taglia l’orizzonte. Il mare gli si apre davanti e il vento la spinge.
È tutto troppo bello per essere capito. Per essere copiato.
Ma veramente è troppo bello per essere capito?
Immagine di copertina (a cura della redazione). Faraglioni (foto di Gaia De Luca)