Archeologia

Lambertucci su Focus Storia

segnalato dalla Redazione

Riceviamo da Fabio Lambertucci e ci fa piacere condividere un suo commento pubblicato sull’ultimo numero di Focus Storia.
Cogliamo l’occasione per pubblicare anche la copertina e la pagina del sommario dell’interessante rivista.



Questa mia nota archeologica è stata pubblicata nella rubrica “La pagina dei lettori” sul nuovo numero di “Focus Storia” n° 196 febbraio 2023, p. 5. Sul sito l’articolo è stato pubblicata ad agosto scorso (leggi qui).
F. L.

A proposito dell’articolo “Una giornata da produttore di garum” di Maria Leonarda Leone (Focus Storia n° 195), vorrei segnalare che lungo la costa tirrenica di Santa Marinella (Roma) sorgono ben quattro peschiere romane tra le più antiche e meglio conservate del Mediterraneo.
Le prime due sono quelle del Castrum Novum, colonia romana del III secolo. a.C. che da qualche anno è scavata dal team di archeologi guidati dall’archeologo e direttore del Museo Civico di Santa Marinella Flavio Enei, e si sviluppano per centinaia di metri in corrispondenza del km 64,400 della via Aurelia.
Gli impianti si presentano suddivisi in varie vasche rettangolari, quasi tutte in origine rivestite in opus signinum.
Vicino alla foce del fosso delle Guardiole si trova la peschiera a pianta rettangolare suddivisa al suo interno in varie vasche tra loro comunicanti.
Poco distante si trova la seconda peschiera con un lato curvo rivolto al mare e le vasche in alcuni casi sono ancora provviste delle lastre forate in piombo che fungevano da filtro. E’ molto probabile che l’esteso impianto di itticoltura sia da ricondurre alle pertinenze di una villa suburbana certamente da identificarsi con un importante centro di produzione e lavorazione di pesci e molluschi. Potrebbe trattarsi tuttavia di una diretta pertinenza alla città ed una pubblica gestione da parte della colonia.
La terza è quella della villa romana delle Grottacce (via Aurelia km 58,200) ma la più prestigiosa è la peschiera di Punta della Vipera (km 66 della via Aurelia) (foto allegata). E’ in buone condizioni di conservazione, costruita su banchi di pietraforte, il bacino rettangolare è lungo 48 metri e largo 30, difeso dal mare da un molo in opera cementizia costituito da tre bracci ortogonali spessi circa tre metri. Costruita forse alla fine del I secolo a.C. si articola in diverse vasche rettangolari distribuite attorno a un grande bacino centrale di oltre 20 metri di diametro. Le vasche, certamente più profonde di quanto oggi visibile, conservano tracce delle aperture e degli apprestamenti idraulici che distribuivano le acque nell’allevamento e ne regolavano il deflusso. Tre lunghi canali che si dipartono dal lato rivolto al mare assicuravano l’alimentazione dell’impianto e la costante purificazione dell’acqua.
La peschiera, ben coincidente con i tipi descritti da Columella (Cadice, 4 d.C.- Taranto, 70), era controllata da una villa marittima sita nell’immediato entroterra.

La peschiera romana di Punta della Vipera, fine I sec. a.C. (Santa Marinella, Roma).

 

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