Cinema - Filmati

Ritorna il grande cinema in bianco e nero

segnalato da Sandro Russo

.

Al Palazzo delle Esposizioni
II cinema cult in dieci classici del bianco e nero
di Marco Lodoli – Da la Repubblica del 20 genn. 2023 in Roma spettacoli

Dal 24 gennaio le pellicole restaurate in versione originale dei capolavori del Novecento, da Fritz Lang ad Altman 

Meno male che c’è ancora qualcuno che si impegna per conservare e trasmettere i capolavori cinematografici del passato, visto che le tante piattaforme dove scorrono i film evitano con la massima attenzione di scivolare indietro nel tempo, nella pericolosissima epoca del bianco e nero, visceralmente detestato dalle nuove generazioni.
Anche io a scuola ci ho provato spesso, ma lo scoglio del bianco e nero è difficile da superare:
– ’A professo’, ’sti film manco mi nonno s’i vede più…
E invece, la storia del cinema è piena di meraviglie che meritano di essere ammirate, di registi geniali e attori strepitosi, di storie che incollano gli occhi allo schermo. Basta avere fiducia, sedersi comodi, amare il cinema.

Il Palazzo delle Esposizioni dal 24 gennaio ospita la dodicesima edizione di “A qualcuno piace classico”, dieci appuntamenti con il cinema del Novecento, con autori e opere che hanno segnato la storia della settima arte.
Non leggiamo forse con piacere Omero o Dante, non fanno parte della nostra cultura Shakespeare e Leopardi? Bach e i Beatles? E allora perché i giovani appassionati di cinema non dovrebbero apprezzare Fritz Lang o Frank Capra?

Ogni incontro sarà presentato da un critico cinematografico che cercherà di spiegare il percorso del regista, i riferimenti culturali, il contesto in cui il film è stato realizzato, sperando che queste introduzioni siano brillanti e non troppo lunghe, perché sappiamo tutti che gli spettatori sono impazienti e vogliono calarsi presto tra le immagini del film. Tra le proposte della manifestazioni ci sono autentici gioielli, ad esempio “Sabotaggio”, film del periodo inglese di Alfred Hitchcock tratto da “L’agente segreto” di Conrad. Oppure “La confessione della signora Doyle” di Fritz Lang, melodramma espressionista in cui improvvisamente appare Marilyn Monroe. Ci sono gli omaggi a due autori fondamentali del cinema più sperimentale, l’ungherese Bela Tarr con i suoi infiniti piani sequenza e Maya Deren, con quel breve capolavoro che è “Meshes of afternoon”, una delle vette del cinema onirico-surrealista. Ma si vedranno anche film più recenti, ad esempio “I protagonisti” di Robert Altman, una feroce riflessione su Hollywood e i suoi spietati meccanismi, la ruota che gira, solleva e abbatte: ricordo ancora il produttore che spiega al giovane sceneggiatore “Se una storia è buona, devi poterla raccontare in un minuto”, e un ristorante per gente del cinema dove oltre la carta dei vini c’era, per la prima volta, quella delle acque minerali. Verrà riproposto anche “Zelig”, il finto documentario di Woody Allen su un personaggio che ormai è diventato l’archetipo di ogni trasformismo, Nessuno capace di diventare Chiunque. Ma sarà interessante anche vedere “Tirate sul pianista” di Truffaut, il film girato dal regista della Nouvelle Vague subito dopo il folgorante esordio con “I 400 colpi”, un’opera che è un omaggio ai B- movie americani, a quei film di gangster e pupe spesso recuperati dai registi francesi più audaci per scatenare nuove fantasie narrative e stilistiche.

La manifestazione si apre con “Colpo di fulmine”, scritto da Billy Wilder e diretto da Howard Hawks, una commedia un po’ nera, in bilico tra il mondo della malavita e quello degli intellettuali: gran film, presentato da Franco Montini.
Insomma, dieci appuntamenti con la libertà del cinema, in grado di mescolare la ricerca più ardita e il massimo coinvolgimento emotivo, di imboccare strade spericolate o di rinnovare dall’interno generi consolidati.
Oggi sembra che il cinema sia solo intrattenimento: anche prima lo era, nessuno voleva ammorbare il pubblico, però forse c’era spazio anche per viaggi più avventurosi, per un cinema d’autore spesso intrecciato con le sperimentazioni che nel Novecento avvenivano nelle altre arti. Non si vive di nostalgia, è chiaro, ma il nostro tempo può accogliere un passato in fondo recentissimo, quando il cinema era una scatenata fabbrica di sogni e visioni, collettive e personalissime. Lasciamoci sorprendere dalla fantasia in bianco e nero, quella che sapeva scavalcare le colorate barriere della realtà.

Alcune scene dei film in rassegna al Palazzo delle Esposizioni. Da sinistra in senso orario: “Tirate sul pianista”, “Zelig”, “Il teatro di Minnie”, “La confessione della signora Doyle”

La pagina da la Repubblica del 20 genn. 2023 in Roma spettacoli: La Repubblica del 20.01.2023. Il cinema Cult.pdf

Immagine di copertina. Mia Farrow e Woody Allen in Zelig, film del 1983 scritto, diretto e interpretato da Woody Allen

Clicca per commentare

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top