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C’è stato un momento magico nella vita di Brahms, in cui la dolcezza di un sentimento infantile, delicato e tenero, è fiorito nella complessità tecnica e grammaticale propria del compositore romantico tedesco.
Fu l’idea che diede vita alla composizione di uno fra i più noti lied (canzone) dell’epoca romantica: Wiegenlied (letteralmente tradotto come “la canzone del cullare”; in italiano ninna nanna), il magnifico numero 4 dell’Opera 49.
Nell’epoca romantica il pianoforte si affermò come strumento musicale principe dell’accompagnamento della melodia. Grazie alla ricerca compositiva di quella fortunata epoca, la melodia, ossia la linea orizzontale, cioè il canto della voce (o dello strumento se si vuole), si apre al sentimento poetico e sbocciano nuovi fiori.
Alla melodia romantica, le canzonette commerciali dei nostri cibernetici tempi, hanno attinto furtivamente materiali, idee, incipit melodici senza mai riuscire però, a raggiungere l’assoluta raffinatezza, la grazia semplice o la complessità armonica, ormai non più richiesta dal “mercato”, del lied dell’epoca romantica.
Il meraviglioso Wiegenlied, così semplice e cantabile, ma allo stesso tempo occultamente complesso, apparteneva anche al repertorio del nostro coro di voci bianche dell’Accademia Filarmonica Romana, ed è diventato in seguito, la ninna nanna per i nostri figli, accennata a bocca chiusa, per addormentarli la sera.
Le innumerevoli ninna nanna – in inglese lullaby -, dedicate ai bambini di tutto il mondo, hanno in comune la qualità di divenire, nel ricordo, indelebili.
Anche le nocciole, avvolte dolcemente nell’argentato incarto, si sentono cullate dal canto della cioccolata fondente, e sognano…
✍️ Fondente alle nocciole
🐿 Il fondente le nocciole abbraccia
assopite dorate dormono
sognando il guscio perduto
il caldo natale rifugio
certezza di rami fogliosi
D’amore sussurra la ninna di Brahms
nell’argenteo incarto le culla
antico il cacao dolcemente
Perciò quando scarterete una cioccolata alla nocciola, non dimenticate mai di accennare le prime note dello splendido canto numero 4 dell’opera 49, dono di Johannes all’umanità fanciulla.
Wiegenlied, Op. 49, No. 4 (Brahms Lullaby)
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Nota del 18 dic. h. 22,50 (cfr. Commento di Sandro Russo)
Il testo originale con traduzione italiana della ninna nanna:
Guten Abend, gut’ Nacht, mit Rosen bedacht,
Mit Näglein besteckt, schlupd unter die Deck!
Morgen früh, wenn Gott will, wirst du wieder geweckt
Morgen früh, wenn Gott will, wirst du wieder geweckt
Guten Abend, gut’ Nacht, von Englein bewacht,
Die zeigen im Traum dir Christkindleins Baum
Schlaf nun selig und süß, schau im Traum’s Paradies
Schlaf nun selig und süß, schau im Traum’s Paradies
Buona sera, buona notte, ricoperto di rose,
adornato di chiodi di garofano, vai sotto la coperta!
Domani mattina, se Dio vuole, sarai di nuovo sveglio,
domani mattina, se Dio vuole, sarai di nuovo sveglio.
Buona sera, buona notte, protetto dagli angeli
che nel sogno ti mostreranno l’albero di Gesù bambino
dormi beato e dolce, guarda nel sogno il paradiso,
dormi beato e dolce, guarda nel sogno il paradiso.
Sandro Russo
18 Dicembre 2022 at 22:43
Notevole la ninna-nanna di Brahms proposta da Monica Conversano che da musicista ha maggior cognizione di causa rispetto a noi hobbisti. Ho trovato il pezzo attraente per almeno due motivi: l’ho riconosciuto, tirato fuori dai sotterranei della memoria perché (ho letto) era spesso usato in versione carillon nei giocarelli che si mettono appesi al lettini dei bambini per farli addormentare. Non sul mio lettino (erano altri tempi!) ma da qualche parte l’avrò sentito. Il secondo motivo è che da qualche tempo ho una insana attrazione per la lingua tedesca (…anche per lo spagnolo, se devo dirla tutta!) e ho dovuto superare la “cattiva stampa” che ha presso la nostra generazione e quella precedente (i motivi sono più che ovvi).
Mi chiedevo come una lingua così aspra si potesse prestare ad una ninna-nanna e sono andato a procurarmi il testo tedesco e la relativa traduzione.
Li ho riportati in ritaglio-immagine in fondo all’articolo di base… così, per curiosità.