Ambiente e Natura

Gli animali e noi

proposto da Annalisa Gaudenzi

Una persona speciale mi ha inoltrato questo articolo: “Adatto a te”.
Ho impiegato una mezza giornata a finirlo, mentre mi asciugavo i capelli o stampavo le bollette, ma mai, mai ho pensato di rinunciare alla sua lettura. Non so se ho fatto bene o male. So che il mio quotidiano ne è stato condizionato.
Mi spiego. Con un esempio.
Sento e intrasento (abito al confine, in questa fase di vita) prove e concerti che si svolgono all’Orto Botanico di Roma, quel parco ai lembi del Gianicolo, parato da Palazzo Corsini, scollato da Trastevere, pur là immerso.
Allora. Prima mi godevo queste selezioni musicali, che era una pacchia! Una full immersion nell’idea del verde vincente, l’idea di stare in un giardino, respirare aria buona e note buone, via! Distanti dal traffico, dai ristorantoni pienozzi, dai sanpietrini sbomballati, dal viavai ridanciano ma pure ormonale. Ecco! Trovarsi in quel luogo, ricamato con del magico, uno spazio di virtù, umanità e naturalità, a braccetto… era bellissimo!
E ora? Beh. Non è più così! Non può esserlo.
L’autore dell’articolo è uno scienziato malese. E dà voce ad una moltitudine di scienziati sparsi (e conosciuti) in tutto il mondo. I quali chiariscono attraverso esperimenti, prove e controprove, anche ingegnose, talvolta naïf (ma solo all’apparenza) cosa siamo noi umani. Cosa comportiamo. Cosa significhiamo, per questo pianeta.
E non sono le solite tiritere ecologiste.
Sì. Ho fatto bene a finirlo.
A. G.

Le percezioni degli animali
Ed Yong, The Atlantic, Stati Uniti. Foto di Shayan Asgharnia

Da Internazionale n° 1475 – 26 agosto-1 sett. 2022

Ogni creatura vive nella sua bolla sensoriale. Gli esseri umani distruggono quelle delle altre specie con l’inquinamento luminoso e acustico. Ma hanno anche la capacità unica di comprenderle e proteggerle

Alcuni stralci dal testo – qui sotto, completo, in .pdf – proposti dalla redazione:

“Ogni animale è racchiuso all’interno della propria bolla sensoriale e percepisce solo un piccolo frammento di un mondo immenso. C’è una parola meravigliosa per descrivere questa bolla: umwelt. Il concetto fu definito e divulgato dallo zoologo te-desco Jakob von Uexküll nel 1909. Umwelt deriva dalla parola tedesca che significa “ambiente”, ma Uexküll non la usava per riferirsi a quello che circonda un animale, bensì specificamente a quella parte dell’ambiente che un animale può sentire e percepire: il suo mondo percettivo. A una pulce alla ricerca di sangue di mammifero interessano il calore corporeo, il contatto con i peli e l’odore di acido butirrico che emana la pelle. Non le interessano altri stimoli e probabilmente non sa che esistono. Ogni umwelt è limitato, solo che non lo sembra. Per chi lo sperimenta è l’unica cosa che c’è. Il nostro umwelt è tutto quello che sappiamo, e quindi lo scambiamo facilmente per tutto quello che c’è da sapere. Questa è un’illusione condivisa da tutti gli animali.

(…)

Quando i piccoli di tartaruga marina emergono dai loro nidi, strisciano via dal buio della vegetazione delle dune verso il più luminoso orizzonte oceanico. Ma le strade illuminate e i resort sulla spiaggia possono spingerli nella direzione sbagliata, verso luoghi in cui sono facilmente catturati dai predatori o schiacciati dai veicoli. Solo in Florida le luci artificiali uccidono migliaia di tartarughine ogni anno. Vagano verso una partita di baseball o, cosa ancora più orribile, verso i fuochi lasciati accesi sulla spiaggia. Il custode di una villa di Melbourne Beach ne ha trovate centinaia morte sotto un’unica lampada a vapori di mercurio.

(…)

Man mano che queste specie si estinguono, sparisce anche il loro umwelt. Con ogni creatura che svanisce, perdiamo un modo di interpretare il mondo. Le nostre bolle sensoriali ci impediscono di cogliere quelle perdite, ma non ci proteggono dalle loro conseguenze.

1. In formato .pdf: Internazionale. Copertina e sommario
2. In formato .pdf: Le percezioni degli animali pagg. 44-48
3. In formato pdf: Le percezioni degli animali pagg. 49-52

1 Comment

1 Comment

  1. Sandro Russo

    5 Settembre 2022 at 06:38

    Ringrazio Annalisa per l’articolo che ci ha proposto da Internazionale. Davvero apre la mente e cambia la nostra percezione degli animali; ma anche di noi stessi. L’idea di vivere nella nostra “bolla sensoriale” (come specie umana) non è proprio gradevole, ma è reale e dovremmo tenerne conto nel rapporto con le altre specie.
    Tra l’altro l’articolo dà una spiegazione del comportamento delle piccole tartarughe che lasciano il guscio e vanno verso il mare, per quanti si sono posto l’interrogativo in occasione dell’ultima schiusa di Ventotene (leggi qui)

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