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La Russia di Dido Sacchettoni

“Riceviamo in redazione e volentieri pubblichiamo dalla moglie di Dido, Cristina Vanarelli, da anni nostra buona amica e contributrice del sito, specie con gli articoli sul padre, l’artista Augusto Vanarelli (“Cerca sul sito” con questo nome)

A quattro anni dalla scomparsa
Per ricordare Dido Sacchettoni
Giornalista e scrittore

Dido Sacchettoni (1936-2018). Cenni biografici
Dido Sacchettoni (all’anagrafe Aleandro Sacchettoni) nasce ad Ancona. Dai primi anni ’60 è giornalista a Paese Sera. In seguito, dagli anni ’70 è stato a lungo inviato per Il Messaggero: Medio Oriente, Africa e soprattutto Russia e paesi dell’Est europeo. Nel 1986, da un’inchiesta sulla malavita romana, pubblica il romanzo-verità Le notti di arancia meccanica, Tullio Pironti editore, da cui il regista Claudio Caligari nel 1998 realizza il film L’odore della notte (Festival di Venezia, rassegna “Settimana della critica”). Nel 1990, in seguito ad un’inchiesta per il Messaggero pubblica con Longanesi Alle radici della buona tavola. Dall’esperienza russa, nel 2001, deriva il romanzo Non ti alzerai dalla neve, Aragno editore, con cui nell’anno 2002 ottiene il Premio Napoli. Nel 2003 vince il Premio Teramo con il racconto inedito Il sesto senso del capitalismo. Nel 2006, pubblica per l’editore Avagliano il romanzo Nero Giubileo, un noir con un’anima grottesca, parabola sarcastica sul nostro tempo. Nel 2013, con l’editore Betelgeuse, Le ceneri di Ovidio, sugli ultimi giorni di esilio del poeta. Ha scritto radiodrammi ed è stato autore per la Rai di numerose inchieste televisive (Tv 7, AZ, ecc.). E’ stato collaboratore di Repubblica. Si spegne a Roma nel 2018.

In allegato tre capitoli del suo libro “Non ti alzerai dalla neve” (Aragno Editore 2001- Premio Napoli 2002): romanzo reportage ambientato nella Russia di Gorbaciov.
In Allegato: Cap. 1 p. 9 ( Parte prima) / Cap. 14 p. 170 e cap. 19 p. 188 (Parte seconda): Accenni di democrazia; la Siberia; i Gulag tra permessi e proibizioni; i sopravvissuti.

N.B. – Memorial, è una storica associazione per i diritti umani legalizzata da Gorbaciov nell’89 (chiusa da Putin due mesi prima di invadere l’Ucraina); è parte importante del libro. Negli scritti allegati segue gli altri argomenti come i Gulag, ecc. 


Non ti alzerai dalla neve Cap. 1-14-19.pdf

 

 

2 Comments

2 Comments

  1. Sandro Russo

    9 Luglio 2022 at 18:00

    Per quel poco che ho conosciuto dell’anima russa, dalla letteratura e dal cinema che ho frequentato, sono impressionato dai due estremi, di sconfinate dolcezze e efferate crudeltà. Ne consegue che ne sono attratto e respinto, affascinato e impaurito.
    Ringrazio Cristina Vanarelli per questo assaggio degli scritti di Dido Sacchettoni – evidentemente buon conoscitore di quella realtà, da cui ho espunto – e propongo ai lettori -, le brevi epigrafi che l’Autore pone a inizio di due dei capitoli, di Josif Brodskij e Anna Achmatova, rispettivamente:

    Nessun Paese è arrivato al virtuosismo della Russia
    nell’arte di distruggere le anime dei propri sudditi,
    nessun uomo con una penna in mano può riscattarle;
    è un compito da lasciare all’Onnipotente, per questo
    Lui ha tutto quel tempo davanti a Sé.

    [Josif Brodskij Leningrado, 1940 – New York, 1996). In: Fuga da Bisanzio]

    Non sarai più tra i vivi,
    non t’alzerai dalla neve.
    Ventotto colpi di baionetta,
    cinque di fucile.

    Ah, l’amara veste nuova
    che all’amico cucivo.
    Ghiotta è la terra russa,
    ghiotta di sangue fresco.

    [Anna Achmatova (Bol’soj Fontan, 1889 – Mosca, 1966)]

  2. Cristina Vanarelli

    10 Luglio 2022 at 12:48

    Cristina Vanarelli

    Buongiorno Sandro,
    ho visto il pezzo su Ponza racconta. Grazie, è molto ben messo! Anche la copertina e la foto di mio marito! Grazie mille.
    Mi domandavo un po’ divertita, dopo aver letto il tuo commento, se tu sai che io sono mezza russa. Mia mamma era nata a Roma, ma da genitori russi venuti in Italia nel 1914 e mai più tornati per via degli eventi storici che conosciamo.
    La mia metà russa l’ho vissuta intensamente e ne ho assimilato l’anima, come tu scrivi, con tutte le sue contraddizioni, su cui noi nipoti abbiamo sempre scherzato: – …Noi russi!
    Ma con questa assurda guerra medievale tutto è finito. Penso ai dissidenti arrestati e ai poveri ragazzi ucraini e russi, mandati al macello per la follia di un dittatore con mire imperialiste che sta radendo al suolo città fino ad ora libere. E dire che San Pietroburgo, città di mia nonna, è stata la “Capitale del Nord”.
    Colgo l’occasione per segnalare, a te e ai Lettori del sito, un magnifico libro – un librone in tutti i sensi -: “San Pietroburgo, da Puskin a Brodskij. Storia di una capitale culturale”, di Solomov Volkov (musicista e saggista russo, emigrato in America nel ’76); Ed. Mondadori.
    Sul retro di copertina è scritto: “La storia favolosa e drammatica della ‘Capitale del nord’ e degli artisti che la resero grande”. Mi sembra molto significativo.
    Mi sono dilungata troppo. Mi dispiace.
    Grazie ancora per il bel pezzo! A presto.
    Cristina Vanarelli

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