Ambiente e Natura

Primavera d’intorno

di Francesco De Luca

 

Un serpentello, agitato dal mio sopraggiungere, si muove scomposto fra il fogliame e si rivela. Striscia inquieto, anela intrufolarsi fra gli arbusti, e così smuove le foglie secche del geranio.

E’ da un po’ che non piove e, nel rigoglìo della natura che in questi mesi prorompe in colori e profumi, giacciono gli scarti secchi delle foglie.

Ha il dorso verde a macchie e l’addome giallo pallido. Un metro abbondante, non più. E’ il serpentello che vive fra le  ‘catene’  del territorio ponzese. Terrore delle donne e dei topolini. Anch’essi terrore delle donne ma di una simpatia unica. Minuti, aggraziati, velocissimi e furtivi.

L’aria tiepida e l’ambiente sereno spinge gli animali a uscire, a darsi da fare perché è breve il tempo della riproduzione.

Alla piccola Sofia mostro le macchie di cacchetta sul pavimento, proprio sotto l’oleandro che i pigliamosche hanno eletto come dormitorio. Sui rami al di sopra probabilmente ci sarà qualche nido. “Lo voglio vedere… lo voglio vedere…” – mi sollecita la piccola, perché la sua curiosità vuole essere colmata dalla meraviglia della scoperta. Avrei voluto mostrarle il serpente, ma quello si nega alla nostra vista. A meno che non è pervaso dalla frenesia dell’accoppiamento. Allora danza senza ritegno, anzi, sono in due a intrecciarsi in modo spettacolare, per nulla timorosi di presenze estranee.

Se dovesse individuarsi una, una sola ragione per ringraziare la sorte di essere partecipi della natura, basterebbe questa: poter mirare come dal tralcio spento della vite ora spuntano i nuovi getti. Verde caldo, fragili eppur procaci. E le rose debordano profumo inondante, e i gruccioni, invisibili agli occhi, mandano il loro richiamo di gruppo, e Sofia saltella per un nonnulla e fugge con grida all’avvicinarsi dell’ape nera in cerca, fra le canne del filare, di un opercolo in cui fare il nido.

Sotto il melograno Sofia rimane estasiata dai punti rosso-fuoco dei fiori. Alcuni ancora chiusi, altri fulgidi e avidi di sole, altri già impollinati e coi petali, resi duri, pronti a chiudersi nel frutto.

Nella vita c’è questa delizia… e c’è la cecità omicida della guerra… e la sordidezza della politica… e il trasporto generoso dell’amore.

A noi… la scelta.

 

 

 

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