Politica

Dove sono i giovani?

di Vincenzo Ambrosino

Torniamo per un attimo alle ultime elezioni quelle che hanno portato alla vittoria “La Casa dei Ponzesi”.

Dopo una serie di assemblee aperte e pubbliche, promosse da comitati spontanei, nell’ultima di queste, tenutasi nella sala parrocchiale, un ponzese presente  –  evidentemente stanco di parole a ruota libera, in una ennesima assemblea senza un ordine del giorno e una presidenza – disse: “ dove sono i giovani?”. In quella assemblea “babilonia” cadde per un attimo il silenzio che permise una breve riflessione.

Cosa voleva dire quel tale? Non ci sono i giovani, non possiamo andare avanti perché senza i giovani non c’è futuro? Non ci sono i giovani per questo non abbiamo idee?

Qualcuno poteva rispondere: “i giovani sono a giocare con il telefonino” oppure “se i giovani non sono qui evidentemente non sono interessati”. Dopo una risposta del genere la babilonia poteva continuare.

Invece  è bastata una frase, tre parole per far crollare il castello di carte dell’incompetenza politica organizzativa di comitati abituati a contestare non certo a costruire.

Da quel momento i giovani sono comparsi come funghi e si vedevano tutte le sere al ristorante l’Aragosta, dove il padrone di casa era Sergio D’Arco. Un piccole esercito di giovani che non sapevamo di avere.

Da quel momento i giovani si sono vestiti da politici, nati dal nulla si sono sentiti in grado di giudicare i vivi e le loro funzioni sociali, economiche e politiche.
Il solito miracolo della vigilia elettorale? O situazione miracolistica che nasce dal vuoto strumentalmente?
Cosa è successo dopo interminabili riunioni che solo la pazienza di Sergio D’Arco poteva mantenere fino alle 4 di notte?

Che questi giovani, improvvisamente divenuti  esperti cultori della materia amministrativa, hanno scelto il Sindaco adatto ad amministrare l’isola.

Era uno di loro? Quei giovani sono stati capaci di proporre un nuovo capo del paese? No! Ci stavano dei velleitari in mezzo a loro ma sono stati “stoppati” sul nascere.

Dopo aver esaminato tre candidati: Mimma Califano, Carlo Marcone e Franco Ferraiuolo, quei giovani hanno scelto Franco Ferraiuolo come loro leader per capeggiare una compagine amministrativa che doveva ridare ai ponzesi un futuro. Franco Ferraiuolo un Sindaco che rappresentava il passato.

Qualcuno di questi giovani è entrato in amministrazione.
Quelli che sono rimasti fuori hanno dato vita ad un Gruppo che si è notato per un certo tempo per il suo impegno ambientalista. Ma adesso – chiediamoci – dopo cinque anni?

Me lo chiedo adesso, al termine di questa esperienza amministrativa: dove sono finti i  giovani? Sono di nuovo scomparsi? Che cosa hanno fatto quei giovani per difendere i loro interessi? Hanno partecipato in questi cinque anni alla vita politica, sociale ed economica di questo paese? Hanno seguito l’opera dei loro delegati in amministrazione?

Hanno per caso assecondato –  inizialmente –  il solito modo di amministrare basato sulle scelte discrezionali dell’amministratore, senza protestare? Poi per caso – dopo aver constatato l’impossibilità di relazionarsi con l’amministrazione – si sono rassegnati per ritornare delusi da dove erano partiti e cioè nel loro privato? Rassegnati forse perché hanno capito che il bene pubblico veniva completamente ignorato?

Qualcuno di quei giovani che io chiamo, per riconoscerli, “i ragazzi di Sergio” potrebbe dire: “sì io ho partecipato, sì io ho avuto grossi benefici dall’azione amministrativa. Sì io sono fiero di questa amministrazione che mi ha fatto crescere?”.

E’ vero, lo dico io: qualche giovane è riuscito a crescere.

Ma io oggi chiedo: “dove sono gli altri giovani, quelli che a frotte andavano da Sergio a parlare fino alle 4 di notte di politica. Lo dico non perché voglio vedere frotte di giovani muoversi per promuovere una nuova lista elettorale. Io non credo ai miracoli né alle improvvisazioni. I giovani che vogliono interessarsi della cosa pubblica non compaiono come funghi alla vigilia elettorale, ma sono sempre presenti.

La politica quella seria non si improvvisa all’ultimo minuto.

1 Comment

1 Comment

  1. silverio lamonica1

    10 Aprile 2022 at 20:12

    Caro Vincenzo,
    Noi “adulti” non credo che possiamo addossare la colpa ai giovani per il loro assenteismo nella militanza politico – amministrativa.
    Gli è che sono venuti meno – da tempo – i principali punti di aggregazione e di formazione: i partiti.
    Oggi abbiamo tentativi sporadici di “aggregazione” e tu hai citato l’amico Sergio D’Arco.
    Ci sarebbero i “social”: Facebook, Twitter … Però sono tutt’altro che “formativi”, anzi spingono ad essere superficiali, spesso faziosi. Le pagine di Facebook di “La Casa dei Ponzesi” (espressione del gruppo di maggioranza) e “Tutti per Ponza” (la lista di opposizione nell’attuale Consiglio Comunale) non sembra – almeno a me – che riescano a catalizzare l’attenzione dei giovani, piuttosto intrattengono il lettore con le solite schermaglie.
    Ci sarebbe questo giornale multimediale: “Ponza Racconta” dove pur vengono esposti i problemi e le urgenze dell’isola. Ma l’età media di coloro che vi scrivono è abbastanza “alta”; io, ad esempio, tra alcuni giorni raggiungerò il traguardo degli 81! E per i giovani probabilmente, il nostro linguaggio sa di arcaico.
    Caro Vincenzo, piuttosto che lanciare proclami: “La politica quella seria non s’improvvisa all’ultimo minuto” ed avendo entrambi una nutrita esperienza scolastica, vogliamo fare un tentativo: proporre alla dirigente scolastica, ai docenti dell’I.T.T. di Ponza e alla direttora e redattori di Ponza Racconta un “forum” su questo giornale multimediale, coinvolgendo docenti e alunni dell’I. T. T. sul tema “Ponza, quale futuro?” (titolo preso in prestito da un lavoro di alcuni anni fa dell’amico Franco de Luca.
    In questo modo potremmo gettare le basi per un costruttivo e duraturo interessamento dei giovani ai problemi di Ponza. E credo che anche i 25enni e 30enni vi si aggregheranno.

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