Turismo

Una certa idea di isola

riceviamo in redazione da Luigi Dies e pubblichiamo

 –

Gent. redazione,
non ci volevo proprio più entrare nel discorso politico – propagandistico sul futuro di Ponza, ma vedo che tutti si danno un gran da fare e continuano a teorizzare scenari di ripresa e modalità attuative… Alcune belle, alcune fantasiose, qualcuna davvero geniale… E sì, qualcuno parla (scrive) veramente come un profeta.
Alla fine però nessuno riesce ad indicare (o indica troppo genericamente) chi di tali iniziative si dovrebbe far carico. Ente, Regione, Stato, un eventuale magnate (ora abbiamo perso anche gli oligarchi russi!).
Francamente hanno un poco
“abboffato” di chiacchiere.
Oggi però ho voluto mettere un commento al
post che Silverio Lamonica ha pubblicato sulla sua pagina Facebook come “ritaglio” dal Messaggero di mercoledì scorso 23 marzo (v. foto qui sotto)
Se pensate sia il caso, potete passarlo anche su Ponzaracconta. Vedete voi, anche se le chiacchiere sono tante e questa è forse solo una chiacchiera in più.
Ok. un saluto e buon lavoro a tutti voi. E speriamo che questa guerra termini in fretta e non lasci tracce pesanti sull’economia che ci darebbero, quelle sì, una bella mazzata.
Buona primavera.
L. D.

Messaggero del 23 marzo 2022. Ritaglio (cliccare per ingrandire)

Come è immancabile che accada, specialmente con l’avvicinarsi dell’estate, per Ponza tutti hanno idee e soluzioni.
Ben vengano queste iniziative, purché non siano presto disattese, come altre in passato. Comunque state tranquilli, il paziente è grave ma non in pericolo di vita. Sono passati in tanti, sia che volessero aiutare l’isola sia che la denigrassero. Ma l’isola è sempre lì. Ce la faremo anche questa volta.
Ponza e tutto “l’Arcipelago Pontino” sono gioielli in uno scrigno che non sarà mai un armadio quattro stagioni fatto per poter contenere di tutto e di più. Ma proprio questo è quello che invece tanti pensano.
Cosa vogliamo, un’autostrada, l’aereo, sei aliscafi al giorno, capacità ricettiva per 100.000 persone?
Cosa vogliamo? Soldi, soldi, soldi, prodotti come in un tritacarne?
Sappiamo tutti che i terrazzamenti di Ponza sono stati sempre un terreno dove, per tirare fuori un po’ di lenticchie, un po’ di fave, un po’ di cicerchie, due ceci, cioè il minimo indispensabile, bisognava spaccarsi la schiena, per vivere con fatica ma dignitosamente.

Qualora si riuscissero ad avere, quei fiumi di turismo che tanti auspicano – ma a quali condizioni e con quanto asfalto e cemento? – sappiate che c’è già pronto chi, molto più bravo di noi a gestirli, ci toglierà il gioco dalle mani.

Non per questo l’isola deve restare nelle condizioni attuali. Quello che c’è va migliorato e va adeguato alle esigenze dei tempi.
Ci autoincensiamo come operatori professionali. E poi si sente che ognuno critica l’altro perché lo reputa approssimativo o addirittura che si arrangia alla meglio.
E che nessuno si inalberi, che tanto non stiamo qua a prenderci in giro. Si inizia un discorso, una riflessione, si cercano idee per come far decollare l’isola e immancabilmente si parte cercando di dare la colpa a qualcuno che non c’è, di quello che non si fa.
Si pontifica sullo spopolamento dell’isola e su come fermare questo esodo. Insomma si ciurla nel manico per dare fiato “ai cannarini”.

Ancora con la storia di chi se ne è andato! Ma dovevano restare a reggere il moccolo, a chi? Pensate a 7/8mila persone a Ponza, quante ne erano negli anni venti, trenta, tutte a girarsi i pollici (o a grattarsi i pùllece) d’inverno, tranne essere denunciati come abusivi appena in primavera mettono un ombrellone sul terrazzo.
Non è più possibile continuare a suonare questa nota stonata. L’isola ormai si è già svuotata.
Volete capire che non si deve bloccare lo spopolamento ma si devono indurre le persone a ritornare, andare e tornare incessantemente.
Allora una sola cosa serve, appunto, linee di comunicazione completamente rinnovate. Attraversare il mare velocemente, verso la costa più vicina, puntare su Circeo e Terracina d’estate e d’inverno corse veloci, traversata nel minor tempo possibile. Collegamenti essenziali con Circeo e Terracina e da qui migliorare anche i collegamenti con i nodi centrali dell’Italia. Più Roma, ma anche Napoli; da Napoli (hanno Capri) se vengono a Ponza invece che andare a Capri, oggi come oggi lo fanno per risparmiare. E a Ponza si risparmia. Per quello che offre lo scoglio (ma non le sue patelle).
I prezzi di Ponza sono bassi, vanno adeguati a quelli più consoni al valore del prodotto offerto, ma con il supporto della professionalità. Oggi, ripeto, i prezzi sono bassi, non sono all’altezza dello scenario offerto.

L’obiettivo dunque deve essere che si possa poter andare e venire da Ponza, raggiungere velocemente Ponza tutte le settimane, anche per un solo giorno alla settimana, d’estate, d’inverno. Che si possa fare di Ponza la meta per una gita in ogni momento dell’anno. Con la speranza di trovare sull’isola operatori di tutte le categorie in grado di dare a chiunque arrivi a Ponza, in qualunque stagione, quei servizi decenti che, sappiamo bene, oggi mancano, in tante occasioni, anche in piena estate, con tutte le attività che funzionano a pieno regime, con l’isola completamente piena di turismo.
Questo sì che favorirebbe l’aumento di residenti invernali, o quanto meno in bassa stagione.
Questo salto si può realizzare solo se gli eventi evolvono con un meccanismo di sinergia di tutti i fattori che ne sono responsabili. Serve un  impegno che sicuramente si può accollare, per molti dei suoi aspetti, solo lo Stato. Oppure un grande gruppo privato che chiaramente avrebbe nel mirino solo obiettivi molto soggettivi.
A Ponza bisogna prendere coscienza di qualificarsi come operatori di un prodotto di nicchia. Se siamo bravi produciamo e vendiamo lenticchie a venti euro al chilo. Altrimenti le tiriamo su alla meglio, o le compriamo in Tunisia e le contrabbandiamo come locali, casomai non ci facciamo mancare neanche i pàppece, e le svendiamo a un euro al chilo, casomai dicendo anche: – Guarda quanto sono belle, sono proprio di Ponza, mi sono rotta la schiena per farle… -, e tutte le tiritere che conosciamo troppo bene.

A Ponza non serve un sindaco. Qualsiasi sindaco si elegga si adeguerà si ponzesi che troverà. A Ponza serve tirare fuori dalla cantina il ponzese che si rimbocca le maniche, che mette la testa sotto e opera con lo spirito di chi ti porta in giro a scoprire l’isola, con le mani sui remi e non con l’auricolare collegato al tassametro. Poi tutto il resto si può migliorare.
E nonostante tutto, di esempi di eccellenze, capaci anche di essere contenti di ciò che sanno offrire al costo di un certosino modo di operare, e di cui sono soddisfatti e ripagati, già oggi non mancano. E qualcuno li chiama pure fessi!

Insomma tutti vogliamo una bella vetrina, me è il momento di capire che la luce a questa vetrina la devono dare i ponzesi.

4 Comments

4 Comments

  1. Pasquale Scarpati

    27 Marzo 2022 at 15:24

    Caro Luigi
    Ho letto con sommo piacere il tuo pezzo su come dovrebbe essere l’Isola. Mi trovo pienamente d’accordo in tutto (per quel che vale la mia opinione). Io, come penso anche tu, ho girovagato un po’ di qua e di là ed ho visto posti dove ti vendono l’aria fritta. Ma la sanno vendere. S’inventano le cose. Ma per fare questo ci vuole tanta buona volontà. Bisogna rimboccarsi le maniche e non soltanto nel breve arco del periodo estivo. Non so se te l’ho detto. Ero quello che organizzava le gite a livello scolastico. Portavo i ragazzi a Ventotene, dove trascorrevano dai tre ai quattro giorni molto belli e molto intensi sotto tutti i punti di vista (sarebbe lungo descriverli). Tutto ben organizzato ed accurato.
    Una volta pensai: ma perché non li porto anche a Ponza? Sai che bellezza!
    Ne parlai addirittura con il sindaco del tempo e un consigliere comunale.
    Risposta: Sì, sì… Come no?”. Hai visto tu!?
    Dopo tanto tempo chiesi: ma perché?
    Mi fu risposto: non vi era disponibilità!
    Allora ho capito che, se non c’è la buona volontà di rimboccarsi le maniche e di tenere aperti i locali e di fare qualche “sacrificio”, son tutte chiacchiere!
    Quando invece ci sarebbe tanto da fare.
    E’ come un terreno vergine su cui puoi piantare tante cose. Turismo terrestre e marittimo. Giovani di buona volontà che si organizzano ed organizzano escursioni sulla Guardia, a Punta Incenso. Escursioni a siti archeologici con relativo museo. Storia generale e storielle locali. Degustazioni.
    Una volta a Ventotene un gruppo di liceali si sentirono “troppo stretti” perché furono obbligati a causa del mare mosso a restare su quell’unica piazza. A Ponza non sarebbe successo perché, se non si va per mare si può andare per terra (come è successo a me e alle mia famiglia quest’estate) e c’è tanto da vedere, a cominciare dalla natura.
    Ci vuole solo buona volontà ed organizzazione.
    Va da sé che i trasporti si adegueranno, se hanno sentore che vi sono molte richieste, non viceversa. Ma c’è la volontà di fare? Mi chiedo. Molti sciamano perché hanno interesse ed interessi altrove.
    Forse hanno interessi altrove perché l’Isola nelle morte stagioni non offre nulla. È un cane che si morde la coda! Bisognerebbe spezzare questo circolo vizioso agendo su vari fronti. Ma questo lo possono fare solo i giovani. Gli anziani sono come rami vecchi e nodosi: non si piegano più ma si spezzano. Hanno soltanto l’esperienza, ma le forze?
    A me capita questo. Una volta quando compravo un qualsiasi oggetto stavo lì a “studiarlo”; ora miro all’essenziale. Ho fretta di sapere (perché? Non so).
    Così, ricordo, la stessa cosa successe a mio padre e a mio suocero, ambedue commercianti: più avanzavano nell’età più divenivano insofferenti (nel senso buono del termine); poi poco inclini alle novità. Così è capitato anche a me nell’ambito scolastico. Penso che capiti un po’ a tutti.
    Se anche c’è una certa volontà di fare da parte dell’anziano, poi però si lascia andare soprattutto quando deve affrontare ostacoli di qualsiasi natura.
    Amici della mia età, dopo avere lasciato la loro attività, si sono messi a fare altre cose, ma tutte in un “solco” tranquillo. Della loro attività precedente vogliono fare qualcosina ma si può dire quasi sotto la direzione di altri, come dire in modo marginale (come ruota di scorta).
    Pertanto credo che bisognerebbe dare spazio ai giovani, quelli che restano tutto l’anno sull’Isola. Se si aspetta che gli anziani prendano l’iniziativa di darsi da fare, rimboccarsi le maniche: stai fresco!
    D’altronde: quando io (anziano) ho guadagnato quei quattro soldi durante l’estate ed ho integrato la mia pensione, chi me lo fa fare di darmi da fare tutto l’anno? Me ne vado altrove o mi guardo tranquillo la Tv o mi diletto a fare qualcosa che mi piace: una bella pescata, poto le viti, zappetto l’orticello, faccio aggiustare le case, mi faccio una chiacchierata al bar o una passeggiata. Pensa: tanto l’estate arriva ed arrivano anche i turisti. Saranno un po’ di meno, ma che me ne frega! Ci sarà il solito “casino” in tutti i sensi, poi di nuovo staremo tranquilli; anzi se ci mettono qualche corsa in più di nave saremmo alla stessa stregua dei collegamenti tra Formia e Minturno. Siamo così alle solite: chiedere senza dare nulla in cambio (quasi una pretesa).
    Voglio dire: se si vuole il cibo (in questo caso più collegamenti) bisogna beccare sotto il becco del genitore (bisogna far vedere che ci si adopera per….).
    Se si vuole che l’isola non si spopoli d’inverno, bisogna fare in modo che la gente ci vada. Come? Innanzitutto con una propaganda capillare (come dici tu anche far vedere i prodotti locali: copiando Ventotene; Ponza tutto l’anno). Ma per fare questo bisogna vedere chi è disposto ad aprire case e casette e ristoranti ed osterie. Si accoglie….
    Chi accoglie? Associazioni di guide turistiche disposte a far camminare la gente per percorsi naturalistici ed archeologici (anche le chiese hanno una loro storia).
    Si va a cercare il…. monastero di Santa Maria e la villa di Augusto (ricamando una storia di Ponzio Pilato, di cui ho scritto), San Silverio e Santa Domitilla, Agrippina e Nerone. Da dove sgorgava l’acqua per cui vi erano l’acquedotto e le cisterne? Si va a vedere. Che fa quella casa sulla Guardia? A che serviva? Intanto ci si deve arrivare. Si sale di qua e si scende di là. Si fa anche un pic nic a base di….
    Quel faro laggiù, che cosa è? Vita dei fanalisti e dei signori di Zannone. Storia antica, medioevale, battaglia di Ponza, storia recente.
    Ehilà, caro Luigi, è la mia fantasia che sta galoppando. Visita ad una casa con il tetto a cupola, la cupola del firmamento vista a Punta Incenso. La miniera! Che roba è questa?.
    Ho fatto un polpettone. Ma ti ho scritto di getto. Un piccolo guazzabuglio (è soltanto una parte!) che andrebbe ordinato da persone di buona volontà.
    C’è questa buona volontà?
    Un caro abbraccio da Pasquale

  2. Paolo Iannuccelli

    30 Marzo 2022 at 17:04

    Ho letto con molto interesse e soddisfazione il brillante articolo di Luigi Dies sulla situazione del turismo a Ponza e altri fattori come lo spopolamento invernale.
    Concordo su molti punti elencati in modo certosino dall’amico Dies; sono punti essenziali da cui partire – o non ripartire.
    “Come è immancabile che accada, specialmente con l’avvicinarsi dell’estate, per Ponza tutti hanno idee e soluzioni. Ben vengano queste iniziative, purché non siano presto disattese, come altre in passato. Comunque state tranquilli, il paziente è grave ma non in pericolo di vita. Sono passati in tanti, sia che volessero aiutare l’isola sia che la denigrassero. Ma l’isola è sempre lì. Ce la faremo anche questa volta”. Questo ha scritto Dies.
    Ponza è un luogo incantato, fatto di mare, colline e poche spiagge. Qualcuno dirà che la sacralità del luogo interessa solo a pochi privilegiati. Non è così. Perché l’idea della bellezza non riguarda solo la gente famosa che frequenta Ponza, riguarda tutti. L’anima della bellezza ti pare sicuramente raggiungibile nell’arcipelago ponziano – non pontino, è orribile questa dizione – e invade l’immaginazione. Ogni possibilità di vedere di più, di capire di più, di godere di più trasforma la nostra esistenza. Ponza è un posto romantico con luce, vento e profumi che si trovano difficilmente in altri posti, c’è poi qualcosa di selvaggio che te la fa amare, traendo salute e felicità. Il rispetto del mare deve essere una vittoria comune, un fatto necessario e possibile, l’ambiente va conservato e protetto.
    Dies scrive – giustamente – dei trasporti marittimi, auspica più collegamenti con Napoli e Fiumicino, mezzi veloci e moderni da Formia, Circeo, Terracina e Anzio, rapporti stretti con l’isola gemella di Ventotene, come una volta. Tutto va migliorato e adeguato alle esigenze della modernità con servizi eccellenti e puntuali. Migliore organizzazione turistica, professionalità e accoglienza sono da mettere ai primi posti, assieme a prezzi accessibili e ponderati.
    Va evitata la conflittualità in servizio permanente effettivo, solo la collaborazione può condurre a un percorso condiviso, via antichi e inutili rancori, puntiamo sui giovani come risorsa. Ce ne sono dei bravi, basta offrire loro delle possibilità concrete, farli crescere in fretta, senza aspettare altro tempo.
    Ritengo sia difficile – quasi impossibile – bloccare lo spopolamento invernale ma si possono intraprendere iniziative a carattere culturale e sportivo per dodici mesi, l’arte e la cultura devono rappresentare un volano, anche economico, proiettato nel futuro. Con lo sport e tante kermesse ben riuscite a livello nazionale abbiamo dimostrato nel passato di saperci fare in numerose discipline, creando un dialogo con l’esterno, amicizie durature. Ci vuole coraggio ma la determinazione dei ponzesi è nota.
    Sapori e piaceri sono un binomio indissolubile, manca – forse – la volontà immediata di compiere un decisivo salto di qualità. Sarebbe bello provarci.

  3. vincenzo

    31 Marzo 2022 at 10:12

    Il problema dei problemi sono i trasporti marittimi dice l’amico Luigi.
    Qualcun altro dirà che il problema dei problemi da risolvere è l’organizzazione commerciale interna.
    Qualcun altro dirà la pulizia, la depurazione e il traffico sono essenziali per fare turismo.
    Qualcun altro dirà che è vitale per l’isola dare un porto a Le Forna.
    Qualcun altro dirà che non è più rinviabile dare una protezione al Porto Ponza Centro.
    Qualcuno più sensibile all’ambiente dirà della protezione ambientale e del recupero dei siti archeologici.
    Qualcun altro dirà che è fondamentale allungare la stagione turistica, incrementare lo sport anche per fermare lo spopolamento.

    Questo è quello che appare, ma poi c’è quello che non appare e sono i 3000 bisogni individuali dei singoli cittadini di Ponza da risolvere che impongono trattative private.

    Le campagne elettorali si fanno proprio per assecondare opinioni, interessi individuali, sensibilità politiche e ideali e per promettere la risoluzione di bisogni personali.

    Ma io voglio far riflettere a chi ha familiarità con la riflessione:
    questa Amministrazione Ferraiuolo – ma anche quelle passate – aveva un programma elettorale (nel quale non vengono indicati i bisogni personali) che proponevano tutte le soluzioni a queste priorità elencate.
    Perché questa amministrazione non è riuscita a dare risposte a nessuno di questi problemi?

    I saggi popolari dicono : “che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” per di più noi siamo in un’isola e il mare la fa da padrone.

    Ma io dico:
    Si può improvvisare all’ultimo minuto una lista elettorale perché possa realmente governare una isola parcellizzata in mille proprietà, interessi spesso contrastanti.
    Possono proporsi al governo cittadino, personaggi che sono l’avanguardia di questa cultura fallimentare?

    Certo che si può, anzi sono proprio queste figure che vengono premiate nelle scelte elettorali e i risultati sono evidenti: il bene pubblico arretrata e il bene privato avanza.

  4. La Redazione

    1 Aprile 2022 at 09:08

    Il commento di Paolo Iannuccelli qui riportato in risposta a Luigi Dies, è stato pubblicato nelle sue linee generali anche su
    https://www.news-24.it/

È necessario effettuare il Login per commentare: Login

Leave a Reply

To Top