Ambiente e Natura

Libertà consapevole

di Francesco De Luca

Ponza ore 9,00 del 16 marzo 2022, esco da casa per assolvere il compito che  permetterà a me e alla famiglia di arrivare in forze al termine del giorno, la spesa: vado a comprare il necessario per sostenere il corpo.
All’imbocco della discesa della Musella da un appartamento in via Parata esce un giovanottone. Appena fuori si segna con la croce.
Lo conosco e lo saluto col clacson. L’immagine si scolpisce nella mente.
E’ vero, sono tempi di insicurezza psicologica. Col Covid che imperversa e le storie provenienti dal fronte ucraino l’animo cerca un appiglio affinché la vita, e la propria per prima, non abbia ad essere intaccata. Per il credente cercare ricetto presso un Dio pietoso è un viatico che funziona.
Il giovane proviene da una famiglia devota. Il padre è un credente schietto. Di sinistra  ma aderente ad una fede proveniente dal ceppo della famiglia. Come era d’obbligo nei nostri padri.
I Ponzesi coloni trovarono nell’abbraccio religioso un sollievo alla scabrosa vita isolana. Ricordo mio padre e l’attaccamento viscerale alle preghiere e ai riti della Chiesa.
Il giovane prosegue sul cammino dei padri e combatte le avversità presenti con le armi di cui possiede l’uso.

Proseguo e sulla Banchina Nuova attira lo sguardo una barca, credo una ‘zaccalena’  sulla cui coperta si depone una grossa rete. Da un camion, attraverso una gru, la rete viene adagiata sulla barca.
Inizia il tempo della pesca alle alici e la zaccalena si dota degli strumenti necessari per praticarla. I proprietari sono indaffarati insieme ad altri che, probabilmente, formeranno l’equipaggio. Li conosco, so della loro bravura e del loro attaccamento al lavoro.
Dopo il letargo invernale l’isola si adopera per mettere a punto le attività produttive. Come in passato anche oggi.

Proseguo e devo fermarmi perché un furgoncino sta manovrando. E’ carico di finestre e porte. La ditta è di Formia e sta dirigendosi presso qualche abitazione dove sostituire gli infissi.
Anche qui trattasi di preparativi per migliorare gli appartamenti da affittare nella prossima stagione estiva.
I Ponzesi si attivano affinché il motore dell’economia isolana funzioni al meglio, onde garantire un dignitoso futuro.
Il turismo porta l’energia economica necessaria alla sopravvivenza sull’isola.

Tre immagini: il giovane che si fa la croce, la zaccalena che imbarca la rete, gli infissi sul furgone pronti per essere installati.
L’amico Enzo avrebbe gradito le immagini fotografiche per una resa più plastica dei fatti, qualche analista politico gradirebbe una deviazione ideologica più mirata, altri farebbero digressioni più socio-economiche. Io mi accontento di evidenziare come accanto all’eccezionalità tragica del momento epocale c’è anche la realtà quotidiana che incombe e c’è il retaggio di antiche credenze.
Ponza, come Roma, come il Mondo. Si muore di Covid e di missili sparati da un inaspettato nemico; si vive nel limpido e pacato cielo ponzese come nell’oppressivo chiuso di un rifugio antiaereo.

Quando la propria vita si dà in mano a chi non ne ha cura l’oppressione uccide la libera scelta, e la stessa vita.
Contro l’oppressione vale la libertà consapevole. Essere consapevoli senza la libertà di espressione è un supplizio. La libertà senza la consapevolezza è un suicidio.

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