Attualità

L’America agli americani e l’Europa agli europei

di Tano Pirrone

Ieri sera, 21 febbraio, sul La7, nel programma di Lilli Gruber, Otto e mezzo, la giornalista ha intervistato Lucio Caracciolo, massima autorità in politica internazionale, direttore e fondatore di Limes. Di seguito trascrivo il minuto e mezzo di colloquio intercorso fra la Gruber e Caracciolo; la qualità delle cose dette lo impone:

Lilli Gruber: «Facciamo un salto in Ucraina, perché da giorni si discute; c’è chi teme possa esplodere un conflitto fra Russia ed Ucraina, quindi Stati Uniti, quindi la Nato, quindi l’Europa, quindi l’Italia. Insomma, oggi abbiamo visto la conferenza stampa di Putin a Mosca con il Cancelliere tedesco Scholz. Putin, insomma – non so tu che impressione hai avuto – l’ho visto determinato, sicuro di sé…»
Lucio Caracciolo: «Putin ha vinto questo round di una partita che durerà anche a lungo, grazie agli Americani. Non si può dire che abbia fatto cose speciali, Putin. Gli Americani hanno annunciato una specie di conflitto mondiale, addirittura con una data – che sarebbe poi domani [22/02/22, nda].»

Lilli Gruber: «Però è più vicina o più lontana la guerra?»
Lucio Caracciolo: «Ma no, non esiste, non esiste proprio! Ammesso che sia esistita, non esiste! Semplicemente Biden ha comunicato agli ucraini che lui non sarebbe intervenuto, che avrebbe fatto delle sanzioni… Questo ha contribuito a destabilizzare l’Ucraina; perché cos’è successo in questi giorni? Che i capitali, e non solo, anche molti signori capitalisti ucraini se ne sono andati e il Presidente ucraino si è molto irritato con gli Americani. Nel frattempo – bisogna segnalare – la Russia si è ripresa la Bielorussia, ha fatto un colpo di stato in Kazakistan, si è presa mezzo impero francese in Africa (Burkina Faso, Mali, Repubblica Centro Africana). Quindi Putin qualche motivo di soddisfazione ce l’ha.»

***

Tanto la giornalista che Lucio Caracciolo non sono iscritti a nessun partito pro Putin, pro Russia, pro ex Urss, ma sono universalmente riconosciuti come giornalisti seri. E Caracciolo come altamente competente nella politica internazionale e non legato all’esca delle prebende, come tanti sedicenti esperti che affollano i sempre più derelitti studi televisivi. Buona giornata

2 Comments

2 Comments

  1. vincenzo

    23 Febbraio 2022 at 10:13

    Un grande giornalista per me direbbe: “Io spero che non ci siano più persone che pensano che le guerre si facciano per motivi umanitari o per ideologia, o per nazionalismi. Io spero che non ci siano più persone che pensano che a promuovere le guerre siano i dittatori, o i pazzi scatenati. Io penso che non ci siano più persone che pensano che ci siano le guerre giuste, che la democrazia – quella vera – possa essere esportata, anzi che ci sia vera democrazia nei nostri stati occidentali. Tutto questo non è mai esistito”.

    Per che si fanno le guerre? Per motivi economici. Per motivi di controllo politico per cui militare a seguito di interessi economici.

    C’è qualcuno che crede ancora che esiste la Nato a guida americana, per motivi di difesa? L’Italia è piena di base militari americane. Da quelle basi sul suolo italiano sono partiti raid per andare a bombardare altre parti del mondo e l’italiano (pacifista) lo sapeva?
    C’è ancora qualcuno che crede che negli Stati Uniti a comandare sia il presidente eletto dai cittadini?
    E che in Italia sia Draghi a comandare? Con quale mandato? Per quale scopo? C’è qualcuno che crede ancora che l’Europa sia l’Europa dei popoli sognata dai padri fondatori? E i popoli d’Europa sanno chi erano i veri padri fondatori?

    La Russia combatte la sua battaglia per la sopravvivenza, come la Cina, ma a fare le guerre sono gli americani con l’appoggio del blocco occidentale.
    E certo che poi le cose scappano di mano anche ai grandi strateghi americani e si scopre che la Cina senza fare guerre si sta comprando l’Africa e la Russia si prende colonie Francesi.

    E’ chiaro che succede questo perché le ricette imbastite – non dalla democrazia americana- ma dalle multinazionali americane sono indigeribili e producono fame.

    I Presidenti fanno le guerre, ci mettono la faccia. Esce uno, entra l’altro ma la politica nel mondo non cambia perché ha un solo filo conduttore: l’arricchimento sproporzionato di pochi uomini da una parte e l’impoverimento di popoli e la distruzione della natura dall’altra.

  2. Pasquale Scarpati

    1 Marzo 2022 at 09:37

    Caro Vincenzo
    Per la precisione storica. In politica, come in guerra, non ci sono né buoni né cattivi. Ci sono i fatti. Per quanto riguarda Saddam, al tempo in cui Komeini prese il potere in Iran decapitando la leadership militare, gli U.S.A. scornati dalla presa della loro ambasciata e dal fallimento della liberazione degli ostaggi (Carter presidente) e pensando di recuperare i loro interessi mandati alla malora dopo la deposizione dello Scià, spinsero il dittatore Iracheno a tentare di fare piazza pulita degli Ayatollah.
    Lui fu ampiamente foraggiato con armi e denaro. Pensava di ottenere una facile vittoria perché ubi maior minor cessat. Invece rimase impaludato nelle paludi di Bassora (spesso in guerra i calcoli vanno a farsi benedire!).
    Dopo ben 7 anni di spaventosa guerra, trovatosi, sconfitto, con un esercito di 2 milioni di uomini e armato con le armi occidentali tra cui quelle italiane, rivolse le sue mire contro l’inerme Kuwait.
    A parte che questo Stato galleggia sul petrolio ma alla luce degli altri Stati arabi vicini sarebbe stato come dire: Saddam può fare quello che vuole, noi non siamo in grado di difendervi ed inoltre voleva dire avere uno Stato troppo potente che avrebbe potuto fare una sua politica indipendente ed espansionistica. Voleva dire evocare i fantasmi dell’Anschluss. Perciò la prima guerra del Golfo.
    Ricordi le motivazioni di Saddam per invadere il piccolo Stato? Evocava fattori storici di appartenenza (non si dice mai niente di nuovo in questi campi).

    La seconda guerra è un’altra storia che scaturisce dalle torri gemelle. Come nella prima guerra del Golfo bisognava dimostrare, tra l’altro, i rapporti di forza, così gli U.S.A., dopo quel tragico avvenimento, avevano bisogno di dimostrare al mondo intero che non si può portare guerra impunemente sul territorio americano. Era come dire ai terroristi: “Venite qui e fate quello che volete, tanto noi facciamo solo chiacchiere!” Cosa avrebbero pensato gli alleati di quella zona? Bin Laden avrebbe vinto e avrebbe ottenuto il suo scopo: prendere il potere in Arabia Saudita! Allora contro chi prendersela, se Bin Laden in quel momento era latitante? Era rimasto soltanto quel “poveraccio” (Saddam) che era rimasto solo a livello internazionale. E se Bin Laden si metteva d’accordo con gli Iraniani? Chi lo avrebbe fermato? Non certo più Saddam oramai ancora intontito per la prima batosta e divenuto inaffidabile. Bisognava fare un argine, inseguire Bin Laden e distruggere ciò che rappresentava in quel momento. Guai, quindi, a restar soli!
    La storia insegna: anche l’Italia, rimasta sola, fu “fregata” dalla Francia per il possesso della Tunisia per cui fu indotta a buttarsi tra le braccia della Germania e dell’Austria sua recente nemica, sottoscrivendo, suo malgrado, la Triplice Alleanza! Bisognava, pertanto, soltanto trovare il “casus belli” e se lo sono inventato come se lo inventa chiunque vuole far guerra.
    Perché le ragioni di una guerra sono da ricercarsi, il più delle volte, altrove: vanno scavate e trovate. La realtà non è quella che si vede o ci vogliono far vedere! Bisognerebbe togliere gli indumenti per vedere cosa si cela sotto e com’è fatto il corpo. A noi, però, ci è dato facoltà di cogitare cioè pensare! Giusto per precisare sommariamente gli avvenimenti.
    In guerra non ci sono né buoni né cattivi! C’est la guerre, purtroppo.
    Ciao
    Pasquale

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