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Una canzone per la domenica (179). Quelli che restano

di Silveria Aroma

 

È che mi perdevo dietro chissà quale follia
Quale grande intuizione tra piatti sporchi e faccende
Tra occhi più o meno distanti
E qualche ricordo importante che si sente sempre
Ma noi siamo quelli che restano…

La canzone, scritta da Elisa, offre uno spazio ai sogni, alla necessità di saper sognare e di saper far sognare gli altri.
In questa ottica è come se i sognatori avessero una responsabilità nella vita quotidiana e nella società.
I sogni come fari, sembrano la guida in una vita che sfreccia sotto gli occhi di chi rimane selvatico, come immune alle incomprensioni e alle critiche degli altri, ma certo di far parte di quei pazzi che venite a cercare; anche perché, alla fine della fiera, ci si rivolge a folli e sognatori quando si avverte la necessità di nuove energie…

Elisa e Francesco De Gregori

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È che mi chiedevo se la più grande fatica è riuscire a non far niente
A lasciare tutto com’è fare quello che ti viene
E non andare dietro la gente
È che mi perdevo dietro a chissà quale magia
Quale grande canzone in un cumulo di pietre
Sassi più o meno preziosi
E qualche ricordo importante che si sente sempre

È che mi lasciavo trascinare in giro dalla tristezza

Quella che ti frega e ti prende le gambe
Che ti punta i piedi in quella direzione opposta
Così lontana dal presente
Ma noi siamo quelli che restano
In piedi e barcollano su tacchi che ballano
E gli occhiali li tolgono e con l’acceleratore fino in fondo
Le vite che sfrecciano
E vai e vai che presto i giorni si allungano
E avremo sogni come fari
Avremo gli occhi vigili e attenti
E selvatici degli animali

È che mi voltavo a guardare indietro e

Indietro ormai per me non c’era niente
Avevo capito le regole del gioco
E ne volevo un altro
Uno da prendere più seriamente
È che mi perdevo dietro chissà quale follia
Quale grande intuizione tra piatti sporchi e faccende
Tra occhi più o meno distanti
E qualche ricordo importante che si sente sempre

Ma noi siamo quelli che restano

In piedi e barcollano su tacchi che ballano
E gli occhiali li tolgono e con l’acceleratore
Fino in fondo le vite che sfrecciano
E vai e vai che presto i giorni si allungano e avremo sogni come fari
Avremo gli occhi vigili e attenti e selvatici degli animali

E più di una volta e più di un pensiero

È stato così brutto da non dirlo a nessuno
Più di una volta sei andato avanti dritto
Dritto sparato contro un muro
Ma ti sei fatto ancora più male aspettando qualcuno
Ma ti sei fatto ancora più male aspettando qualcuno

Siamo quelli che restano in piedi e barcollano su tacchi che ballano

E gli occhiali li perdono e sulle autostrade
Così belle le vite che sfrecciano
E vai e vai che presto i giorni si allungano e avremo sogni come fari
Avremo gli occhi vigili e attenti
E selvatici e selvatici selvatici

Siamo quelli che guardano una precisa stella in mezzo a milioni

Quelli che di notte luci spente e finestre chiuse
Non se ne vanno da sotto i portoni
Quelli che anche voi chissà quante volte
Ci avete preso per dei coglioni
Ma quando siete stanchi e senza neanche una voglia
Siamo noi quei pazzi che venite a cercare
Quei pazzi che venite a cercare
Quei pazzi che venite a cercare
Quei pazzi che venite a cercare

Quelli che restano è un bellissimo singolo di Elisa e Francesco De Gregori, pubblicato il 14 settembre 2018 come primo estratto dal decimo album in studio di Elisa Diari aperti.

 

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