Ambiente e Natura

Noi, gli uccelli e la Lipu

di Tano Pirrone

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Sono iscritto alla Lipu [1] (Lega italiana protezione uccelli) da tempo e leggo regolarmente le loro newsletter periodiche, affascinato dai meravigliosi angeli mimetizzati, che sono gli animali volanti. La più recente era dedicata alla straordinariamente bella ghiandaia marina; ho pensato che tanta bellezza dovesse essere condivisa con le comunità cui appartengo, a partire da Ponzaracconta, naturalmente.

Il notiziario informa i suoi lettori che «è successa una cosa incredibile, uno di quegli avvenimenti fondamentali che passeranno alla storia. L’8 ottobre il Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite ha sancito definitivamente che un ambiente salutare e sostenibile è un diritto umano fondamentale. A chi, come te, ama la natura e gli animali può sembrare scontato, ma sino ad oggi non era così. Per la prima volta uomo e natura saranno insieme in uno dei documenti più importanti nella storia dell’Umanità. E questo è un grande risultato che abbiamo raggiunto con BirdLife International, la famiglia di tutte le Lipu nel mondo.»

Ghiandaia marina (foto di Roberto Marchitelli)

Il testo della lettera continua così: «La Lipu protegge da sempre anche le specie meno conosciute che, con la loro diversità, contribuiscono alla nostra salvezza. Dal più piccolo insetto fino alla maestosa aquila reale, tutti contribuiamo a tessere la tela della vita. Siamo legati, connessi, realmente. Solo insieme possiamo salvarci. Per questo abbiamo recentemente lanciato un progetto per difendere 4 specie preziose: la ghiandaia marina, il pollo sultano, il falco della regina e il grillaio. Sono minacciate dal turismo balneare, da un’agricoltura poco sostenibile e dal degrado degli ambienti naturali. possiamo proteggere i loro habitat, realizzare campi di sorveglianza, installare nidi artificiali, difenderle dagli interventi dannosi dell’uomo. Loro non possono fare a meno di noi. Noi non possiamo fare a meno di loro.»

Dal Notiziario della Lipu

Ma, vogliamo vedere che cosa riporta alla voce “Ghiandaia marina” il famoso Dizionario di cognizioni utili dell’Unione Tipografico-Editrice Torino [2], nella edizione del 1926 (1). Ecco: «Ghiandaia marina o Gazza marina, Cornacchia azzurra, sistematicamente Coracias garrula [3]. Uccello dell’ordine dei passeracei, che rappresenta un gruppo di uccelli assai ben caratterizzato, quello dei Coraci. Ha becco di media lunghezza, robusto, leggermente ricurvo sul culmine e terminante in un uncino, tarsi brevi, coda troncata in linea retta. Il piumaggio è variopinto e di grande bellezza; la testa, il collo, le parti inferiori del corpo e le copritrici delle ali sono di tinta azzurro-chiara con riflessi verdognoli; le piume del capo bianchicce; nelle ali sono turchine le copritrici minori, nere le remiganti primarie, nere in parte e in parte azzurro-chiare le secondarie; anche la coda è vagamente colorata. Non c’è differenza fra il maschio e la femmina nel colore del piumaggio. La lunghezza totale dell’adulto è sui 30 cm.; le ali sono lunghe 20 cm. Con un’apertura totale di 70; la coda è lunga 13 cm. La Ghiandaia marina occorre in tutta Europa, dalla Scandinavia alle parti più meridionali di essa; nelle sue migrazioni percorre tutta l’Africa e non poca parte dell’Asia. In Italia è un uccello estivo: piuttosto raro nella parte continentale del paese e in Sardegna, è abbastanza comune in Sicilia, dove spesso nidifica. La ghiandaia marina è tra i migliori volatori; vivacissima, si aggira incessantemente da un luogo all’altro, vola d’albero in albero, e di tratto in tratto si posa sopra un ramo per spiare la preda; sul terreno si muove a disagio e non vi si accosta se non volando per cogliere qualche animaletto. Si nutre di insetti di ogni sorta, specialmente scarafaggi e locuste, di rane e di lucertole, né probabilmente disdegna i topolini e gli uccelletti. Secondo il Naumann [4] questo uccello non si ciberebbe mai di sostanze vegetali: ma invece sembra accertato che mangi molto volentieri i fichi, che abbondano nelle isole della Grecia al tempo della sua migrazione verso l’Africa. Presa nel nido la ghiandaia marina si avvezza bene alla schiavitù e si addomestica bene: ma essendo voracissima ha bisogno di cibo abbondantissimo, ed inoltre non prospera se non è tenuta in uccelliere spaziose e ben arieggiate.» La voce è attribuibile al Prof. Mario Bezzi [5].

In chiusura un omaggio ad un dipinto, al suo autore e alla struttura che ospita il dipinto in numerosissima e affascinante compagnia: si tratta dell’Ala di una ghiandaia marina dipinta da Albrecht Dürer [6] e ospitata nell’Albertina Museum[7].

Ala di una Ghiandaia marina dipinta da Albrecht Dürer (1515)

Note

[1]    Lipu ODV – Via Udine 3/A 43122 Parma – Tel. 0521 273043 – http://www.lipu.it/

[2] Le informazioni complete nel frontespizio sono le seguenti:
Dizionario di Cognizioni utili
Enciclopedia elementare di Scienze, Lettere ed Arti compilata da specialisti nelle varie materie sui programmi delle Scuole Secondarie e ad uso delle famiglie sotto la direzione dei Professori Mario Lessona e Francesco Cosentini
Volume Secondo (con 793 figure intercalate nel testo)
Nuova edizione stereotipa
Torino 1926 – Unione Tipografico-Editrice Torinese (già Ditta Pomba)

[3] https://youtu.be/urXRIGiuG3U

[4] Johann Friedrich Naumann (1780–1857) è stato un ornitologo e incisore tedesco, considerato il padre dell’ornitologia scientifica in Europa.

[5] Mario Bezzi ((1868–1927) è stato un entomologo e accademico italiano che insegnò come professore all’Università degli Studi di Torino. È da considerare un neo-darwiniano, avendo appurato attraverso la sperimentazione oggettiva, il fenomeno dell’isolamento delle popolazioni animali che può portare all’adattamento all’ambiente e alle modificazioni morfologiche.

[6] Albrecht Dürer (1471 – 1528) è stato incisore, matematico e trattatista tedesco, massimo esponente della pittura tedesca rinascimentale.

[7] L’Albertina Museum di Vienna ospita una delle maggiori collezioni di stampe e di disegni del mondo. Vanta la presenza di alcune fra le maggiori opere del pittore e incisore tedesco Albrecht Dürer, fra cui, oltre alla rappresentazione dell’Ala di una ghiandaia marina, l’Autoritratto a tredici anni disegno a punta d’argento datato 1484, la Grande Passione, serie di dodici xilografie, databile al 1497-1510; la Madonna degli Animali, disegno a penna su carta, parzialmente acquarellato (32×24 cm), databile al 1503 circa (nelle immagini sottostanti, nell’ordine)

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