Ambiente e Natura

Ente Parco, i bandi per la cessione dei daini

Riceviamo questo comunicato dall’Ufficio Stampa del Parco e pubblichiamo

.

Sarà possibile acquisire esemplari catturati durante l’applicazione del “Piano gestionale di controllo del daino nella Foresta demaniale”

A seguito di Determinazione del Direttore F.F. n.18 del 08/02/2021, sono stati pubblicati sul sito web del Parco Nazionale del Circeo i bandi per la cessione di alcuni esemplari di daino, come previsto dal Piano gestionale della popolazione presente nella Foresta Demaniale.
Essi prevedono la possibilità di candidarsi, inviando apposita domanda entro il 10 marzo prossimo, per acquisire gli animali che verranno catturati durante le operazioni gestionali da parte di soggetti che dimostrino di possedere i requisiti richiesti.
In particolare, la cessione avverrà nei confronti di: proprietari di recinti che abbiano le caratteristiche idonee per ospitare gli esemplari a scopo “ornamentale”, aziende agri-turistico-venatorie, allevamenti a scopo alimentare.

Considerato che il daino è specie “parautoctona”, ossia non originaria del territorio, e che pertanto secondo la normativa vigente il suo areale non può essere oggetto di ulteriore espansione al fine di salvaguardare la diversità ecologica locale, gli animali acquisiti non potranno essere liberati in natura ma dovranno essere rilasciati esclusivamente all’interno di recinti. I soggetti richiedenti dovranno inoltre dare prova della rispondenza dell’operazione alla propria normativa regionale e versare una somma a titolo di rimborso spese per oneri connessi alle procedure di cattura, come meglio specificato nell’articolo 4 di ciascun bando. Nel caso delle acquisizioni a scopo “ornamentale” (termine poco rispettoso della dignità animale, ma così riportato nella normativa), gli animali dovranno anche essere sterilizzati, con costo a carico degli acquirenti.

La cessione dei daini avverrà solo dopo la realizzazione di un preventivo e propedeutico screening sanitario della popolazione presente nella Foresta Demaniale, eseguito secondo le indicazioni della competente AUSL di Latina e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana, al fine di evitare di cedere esemplari malati e favorire contestualmente il diffondersi di agenti patogeni.
Per tutelare il benessere animale, i daini non potranno in ogni caso essere trasferiti a più di 500 km dal sito di cattura e dovranno essere rilasciati preferibilmente in aree con caratteristiche climatiche simili a quelle della Foresta Demaniale, in maniera tale da non sottoporli a significative escursioni termiche nel periodo autunno-invernale. Maggiori specifiche sulle modalità di trasporto sono riportate nell’articolo 5 di ciascun bando.

L’iniziativa rientra nel Piano gestionale del daino nella Foresta Demaniale che, allo scopo di tutelare la biodiversità dell’area protetta, prevede una rilevante riduzione della densità di popolazione della specie, stimabile oggi in poco meno di 1.800 esemplari.
Per salvare la Foresta, uno degli ecosistemi più pregiati per cui l’Ente fu istituito nel 1934, ma anche per prevenire problemi di ordine pubblico (incidenti stradali), sanitario (la popolazione potrebbe fungere da serbatoio di patogeni) ed economico (danni all’agricoltura), il Parco ha dunque deciso di realizzare un programma di controllo del daino, che prende avvio con le soluzioni non cruente riportate nei bandi ma che, con ogni evidenza, dovrà proseguire con la messa in atto anche degli altri scenari previsti dal documento approvato dal Ministero dell’Ambiente e dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Sabaudia, 08 febbraio 2021

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  1. La Redazione pubblica una nota di Piero Vigorelli

    13 Febbraio 2021 at 09:58

    I BANDI DEL PARCO PER I DAINI SONO UNA PRESA IN GIRO.
    E’ UNA MATTANZA MASCHERATA

    di Piero Vigorelli

    L’altro giorno il Parco del Circeo ha pubblicato i “bandi” per l’esecuzione del famigerato Piano Gestionale di controllo del daino nella foresta demaniale.

    Dobbiamo fare salti di gioia? Siamo autorizzati a stappare lo champagne, per brindare alla vittoria?

    Vi dico che bisogna restare seduti, tenere le bollicine in frigo e ripartire con determinazione per una nuova battaglia.

    Ecco perché.

    I BANDI SONO TRE

    – Il primo, per le adozioni “a scopo ornamentale” (si noti la fine dicitura), riservati a Enti, Associazioni, persone fisiche.

    – il secondo, per l’allevamento “a scopo alimentare” (cioè con destinazione alla macellazione)

    – e il terzo, per l’allevamento all’interno delle Aziende agro-turistiche e venatorie (cioè per le facili partite di caccia).

    Il Parco ha poi sfornato anche un “avviso pubblico”, per la formazione del personale che avrà a tracolla un fucile a canna rigata, per sparare ai daini nella foresta demaniale.

    Proprio questo “avviso pubblico” toglie i veli ai fatti e le veline alle idee che il Parco sta facendo circolare, per sostenere che è iniziata la campagna per l’adozione dei daini, in alternativa alle forme cruente di uccisione.

    E’ una spudorata falsità.

    Così recita la “premessa” dell’avviso (leggere con attenzione):

    “L’Ente PNC intende formare nell’ambito del Piano Gestionale di controllo del daino, personale di supporto per le operazioni propedeutiche allo screening sanitario della popolazione, nonché quelle di rimozione attiva della popolazione di daino all’interno dell’Area protetta, ai sensi della vigente normativa, da effettuarsi sia tramite cattura in vivo degli animali mediante corral fissi o chiusini mobili, che con la tecnica dell’abbattimento diretto tramite arma da fuoco a canna rigata”.

    Vi è chiaro quali siano i compiti dei “fucilieri del Parco”?

    – Devono convogliare i daini nei recinti (corral) per narcotizzare i capi destinati all’adozione “ornamentale”, oppure destinati agli allevamenti per la macellazione, ovvero destinati alle aziende venatorie per diventare bersagli per i cacciatori.

    – Devono anche sparare ai daini per l’abbattimento diretto nel territorio del Parco (e poi venderli a qualche macellaio della zona).

    DAVVERO IL PARCO PENSA DI POTERCI PRENDERE IN GIRO ?

    Con questi bandi, solo una piccola parte dei daini troverà con l’adozione “ornamentale” un nuovo habitat nel quale vivere e morire di vecchiaia, senza tuttavia poter avere cuccioli, perché gli animali saranno sterilizzati chirurgicamente.

    Un’altra parte finirà negli allevamenti per gli animali destinati alla macellazione.

    Ancora una parte diventerà il bersaglio dei cacciatori della domenica, quelli che vogliono sparare a colpo sicuro nelle aziende venatorie, invece che andare per boschi e magari non vedere neanche una preda.

    E per finire, ecco l’abbattimento diretto nella foresta demaniale del Parco, con destinazione alle macellerie locali.

    Carne pregiata, “una preziosa filiera di prodotto fresco o stagionato”, è scritto nel Piano Gestionale di controllo del daino. Facendo anche i conti che 350 capi, abbattuti nel primo anno, fanno ben 14.000 kg di carne e così si crea un buon business.

    QUESTI BANDI SONO UNO SPECCHIETTO PER I GONZI E NOI NON LO SIAMO

    Vi risparmio poi tutte le procedure per l’adozione “ornamentale”, che sono fatte apposta per scoraggiare le brave persone o gli Enti ad accogliere i daini, per sottrarli alla morte.

    Basti pensare che il Parco “concede” che le domande siano presentate entro il 10 marzo, – cioè appena un mesetto di tempo -, mentre le incombenze burocratiche richieste esigono tempi più lunghi per essere completate.

    Oppure, che è il Parco a decidere quanti capi catturati vivi debbano essere destinati all’adozione, o agli allevamenti alimentari, o alle aziende venatorie. E quanti allo sterminio in loco.

    In definitiva, questi bandi sono costruiti…

    – per limitare al massimo le adozioni

    – per lavarsi la coscienza, affidando agli allevamenti alimentari e alle aziende venatorie, il compito di ucciderne in quantità

    – e infine per fare, come Parco, il lavoro sporco dello sterminio.

    PRESIDENTE RICCIARDI SE C’E’, BATTA UN COLPO

    E’ del tutto evidente che, così stando le cose, vanno a farsi benedire gli impegni pubblici del Presidente del Parco, il Gen. Antonio Ricciardi, che si era detto contrarissimo alle “soluzioni cruente” e aveva aperto le porte all’adozione dei daini.

    Il suo altisonante proclama “Nel Parco non si spara”, è clamorosamente smentito dai bandi di gara e dall’avviso pubblico per istruire i fucilieri del Parco.

    Nel Parco si sparerà e lei, Presidente Ricciardi, non può negarlo. E’ scritto nell’avviso pubblico, così com’era scritto nel Piano Gestionale.

    Inutilmente avevamo messo in guardia il Presidente che il Piano Gestionale di controllo del daino era un “piano di sterminio”, che le adozioni “ornamentali” erano addirittura escluse per principio dal Piano e che perfino quelle per l’allevamento a scopo alimentare o venatorio erano considerate una soluzione da scartare, “per le ricadute negative di carattere biologico, sanitario e culturale”.

    Del resto, ai fianchi del nuovo Presidente erano appollaiati il direttore del Parco, Paolo Cassola, e la funzionaria Ester del Bove, – cioè i due principali paladini dell’eradicazione dei daini, della “soluzione finale” della specie nel Parco..

    Ester Del Bove, che in questo periodo è “facente funzione” di direttore del Parco, è l’autrice e la firmataria dei tre perfidi bandi di gara e dell’avviso pubblico per i fucilieri.

    Confidiamo quindi – e per l’ultima volta -, in uno scatto di orgoglio del Presidente del Parco.

    Altrimenti resterà un vaso di terracotta, come Manzoni dipinse Don Abbondio.

    IL PARCO VUOLE FARE UNA COSA SERIA? ECCO LE NOSTRE PROPOSTE

    Sono molto semplici e sono in grado di mettere fine alle ambiguità del Parco del Circeo.

    – PER I PRIMI CINQUE ANNI DEL PIANO GESTIONALE, SI PROCEDA SOLO E SOLTANTO CON LE ADOZIONI “ORNAMENTALI”

    – IN QUESTI PRIMI CINQUE ANNI, SI PROCEDA ALTRESI’ ALLA CATTURA DI ALTRI CAPI PER LA LORO STERILIZZAZIONE

    In questo modo si potrà ridurre la popolazione dei daini senza ucciderli e limitare le nascite.

    I fucili riposino in pace, negli armadietti blindati per la custodia delle armi.

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