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Il vaccino della scrittura. Le parole cambiano il mondodi David Grossman; segnalato da Silveria Aroma
Un frammento di buona scrittura merita sempre uno spazio. Chiare e leggere, le parole di David Grossman delineano il bisogno di resistere in questo tempo carico di ombre legate alla pandemia mondiale.
Nell’era della pandemia il potere della scrittura può essere salvifico anche ricordandoci chi eravamo. Così il grande scrittore ha inaugurato la Fiera del Libro di Francoforte. Il testo che pubblichiamo è un estratto di quello letto dallo scrittore israeliano David Grossman durante la cerimonia di apertura della Buchmesse di Francoforte lo scorso 13 ottobre.
Capita che, a metà giornata, io alzi la testa dalla tastiera e pensi a uno o due scrittori miei amici. Li immagino seduti al computer come me, alla ricerca di un vocabolo o di un tratto elusivo del carattere di un personaggio. Li immagino tamburellare con le dita, prepararsi l’ennesimo caffè. Camminare su e giù per la stanza perché la frase che hanno appena scritto non suona come dovrebbe. Li immagino a casa loro. La pandemia infuria, magari ha già bussato alla loro porta, eppure loro sono completamente assorti, quasi accordassero uno strumento musicale. Immagino una sorta di rete invisibile, sottile ma forte, tessuta da migliaia di scrittori e poeti che vivono in ogni parte del mondo. Alcuni hanno già pubblicato libri, altri sono alla loro prima esperienza. Gran parte di loro non è nemmeno consapevole dell’esistenza degli altri, ma insieme fanno qualcosa di importante. Correggono un poco la dissonanza generale. Creano un’opera d’arte. Qui, oggi, noi scrittori, poeti, traduttori, redattori, editori, agenti ma soprattutto lettori, paragoniamo tristemente le circostanze odierne a quelle degli anni passati e ci chiediamo quale sia il nostro compito nell’attuale realtà. Potremmo dare un qualche contributo? Creare una sorta di “anticorpo” o di “vaccino spirituale” al virus? Contrapporre qualcosa di significativo al senso di restrizione e di annientamento generato dalla pandemia? E c’è molto da osservare. E da raccontare. In quasi tutti gli ambiti della vita avvengono, e avverranno, cambiamenti. Sistemi economici, politici, sociali, culturali collasseranno o assumeranno nuove fisionomie. Probabilmente anche i rapporti tra le persone, tra famigliari, tra amici, tra coppie muteranno. Vogliamo osservare quest’epoca e ricordare com’eravamo. In che modo abbiamo resistito o non resistito. Dove si sono rivelate le nostre debolezze – individuali e sociali – e in quali momenti abbiamo scoperto di essere più deboli di quanto pensassimo e più forti di quanto credessimo. Prima di concludere vorrei raccontarvi una storia così come mi fu riferita da Abraham Sutzkever, uno dei più grandi poeti yiddish, vissuto nel ghetto di Vilnius durante la seconda guerra mondiale. da La Repubblica del 17/10/2020 (traduzione di Alessandra Shomroni) 1 commento per Il vaccino della scrittura. Le parole cambiano il mondoDevi essere collegato per poter inserire un commento. |
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https://www.huffingtonpost.it/entry/lettera-a-de-luca-da-uno-che-non-conta_it_5f93d79dc5b6e77726559a0a