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Il venditore ambulante e le vedove (1)di Emilio Iodice . Tratto dal libro: Una storia vera di sacrificio, generosità, compassione, speranza, fede e amore. Le storie di quel che fece e rappresentò continuarono. Ciascuna era speciale. Ciascuna parlava di coraggio, altruismo, sacrificio e di fare la cosa giusta anche se non era il momento giusto. Ogni racconto parla di lui e di noi. Una scena di Times Square durante la Grande Depressione degli anni ‘30 Il 1931 fu un anno terribile. Miseria, disperazione e carestia imperversavano nel Nuovo Mondo. La Grande Depressione durava da due anni. Cresceva in ampiezza e profondità giorno dopo giorno. Alcuni si suicidarono. Alcuni scomparvero. Molti lottarono per rimanere in vita momento dopo momento e giorno dopo giorno. “Miliardi persi con il crollo delle azioni” A differenza della maggior parte di quelli che arrivarono dall’Italia nella prima parte del XX secolo, non lavorava nel settore delle costruzioni o della compravendita immobiliare. Seduti su una trave nel vuoto… Centinaia di migliaia di persone lavoravano per creare i grattacieli, i ponti, i tunnel, le strade e le vie d’acqua della Grande Mela. Molti erano immigrati. I sindacati erano allo stadio iniziale. I lavoratori avevano poche garanzie quando si parlava di paga o sicurezza sul lavoro. Ci sarebbe voluto il New Deal per approvare delle leggi che permettessero alle unioni di rappresentare i lavoratori, garantire un salario minimo e fornire un sussidio di disoccupazione, indennità per gli infortuni e leggi che limitassero il lavoro infantile. Ci sarebbero voluti almeno altri due anni per il New Deal. Il giorno prima che Silvio approdasse a New York, un fulmine aveva colpito Wall Street. Era chiamato il “Martedì nero” (Black tuesday). Le banche all’improvviso smisero di concedere credito. Il prezzo delle azioni e il valore delle imprese più grandi della nazione precipitarono in un baratro. I capitali evaporarono. La recessione economica più grave, lunga e profonda nella storia del mondo occidentale era iniziata. In milioni videro i loro risparmi spazzati via. Gli investimenti e la spesa al consumo crollarono, con un conseguente rapido declino della produzione industriale e una crescente disoccupazione. In due anni, la metà delle banche negli USA sarebbe scomparse. Collage di foto. Immagine in alto a sinistra: “Perché non potete dare un lavoro al mio papà?” La creazione di un nuovo benessere e l’inizio di nuovi progetti subirono una battuta d’arresto, mentre il ciclone del crollo dell’attività economica diffuse la disoccupazione come la Peste Nera da una parte all’altra dell’America. Andò ben oltre le sue coste, fino a paesi poco conosciuti o tenuti poco in considerazione da tutti, tranne che dai loro poveri, sconfortati abitanti. La violenza della Grande Depressione era di portata globale. Arrivò solo. Non c’era nessuno ad accoglierlo o incontrarlo. Tutto quello che aveva era l’indirizzo scarabocchiato di un palazzo scuro nel South Bronx. Aveva 16 anni. Wall Street dopo il Crollo dell’ottobre 1929 Gli uomini sembravano confusi e ipnotizzati. Una folla enorme si era raccolta sotto di loro. Urlavano ai disperati che guardavano giù verso di loro dagli edifici. Le parole erano incomprensibili per il ragazzo dall’Italia. All’improvviso, alcuni iniziarono a saltare. Sembravano lanciarsi nel cielo come uccelli. La folla si apriva sotto di loro mentre precipitavano sull’asfalto. Era incredibile e orribile. In seguito avrebbe scoperto che erano broker e investitori che avevano perso il loro denaro e le loro anime. Questa fu la prima cosa che Silvio vide dell’America. Non parlava inglese, ma comprese che quanto vedeva e udiva era terrificante e nefasto. Infine, dopo infinite ore di cammino e autostop, raggiunse il quartiere che stava cercando. Era affollato. Le strade erano stracolme di persone e bambini, di carretti e venditori. Gli odori erano quelli dell’Italia. I negozi straripavano di formaggio e carni salate appese in vetrina. Il profumo del caffè forte e del pane appena sfornato riempiva l’aria. Uomini con cappelli a falda larga e baffi fumavano sigari italiani che odoravano di legno bruciato e tabacco mischiati insieme. [E. Iodice. Il venditore ambulante e le vedove (1) – Continua] Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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