di Vincenzo Pagano; proposto e presentato da Giuseppe Mazzella
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L’amico Vincenzo Pagano, professore di economia in pensione, ci manda da New York questa terribile previsione sul nostro futuro. L’articolo, che non è proprio un articolo, è stato infatti composto mettendo assieme alcune riflessioni inviatemi via email, che mantengono quindi il carattere di work in progress.
Anche se certe valutazioni possono parere eccessive, c’è materia di approfondimento e di dibattito.
Giuseppe Mazzella
Quel che sta succedendo è come un nuovo “undici settembre” su scala planetaria, nel senso di incutere allarme e paura, e qualora non si troverà un vaccino, l’umanità sarà probabilmente considerata sempre più in pericolo. Indipendentemente di chi ha la colpa di questo virus, quel che è certo è che Big Pharma (le grandi case farmaceutiche) ne approfitterà.
Ci sono forze (chiamiamole come ci pare – poteri forti, èlite transnazionali…), che hanno grosse “intenzioni” a livello mondiale, e data questa crisi, vogliono intervenire per formulare una nuova agenda favorevole ai loro interessi. A questo punto, però è necessario fare un piccolo passo indietro per capire l’attuale contesto.
Già prima della Brexit e dell’elezione di Trump, il commercio internazionale cresceva meno del PIL mondiale – periodo che va dalla Great Recession del 2008 fino al periodo attuale. C’è da dire che dal 1945 fino alla Great Recession del 2008 il commercio internazionale cresceva più del doppio del PIL mondiale. Quindi la globalizzazione economica era già in affanno, mentre la globalizzazione finanziaria continuava la sua strada anche se un po’ azzoppata.
Poi c’è stata la Brexit, l’elezione di Trump e non per ultimo la stagnazione europea. L’èlite vorrebbe che questa crisi continuasse ancora così da introdurre o dispiegare più facilmente i loro piani fatti di controllo capillare attraverso i Telefoni Cellulari e l’Identificazione Biometrica (chip sottopelle), per non parlare dell’addio del contante. Ma questo controllo capillare deve essere globale il più possibile. Ad esempio solamente chi potrà provare di essere vaccinato potrà prendere un aereo. E’ un nuovo modo per avere una nuova globalizzazione e l’élite transnazionale non vuole perdere il controllo della globalizzazione.
A quanto pare nelle ultime settimane più di 60 paesi hanno già presentato domanda di aiuti al Fondo Monetario Internazionale (gli strozzini). Questo riflette il fatto che milioni e milioni di persone nel mondo si impoveriranno sempre di più. L’élite avrà più facilmente sotto controllo l’Economia globale.
Prima parlavo di intenzioni, infatti non sarà facile realizzare questa agenda. Ci sono forze che si oppongono a questo globalismo e costoro vogliono che l’economia si riapra al più presto possibile. Vedo un conflitto fra una élite transnazionale che insiste per maggiori aperture, anche verso la Cina, maggiore integrazione – naturalmente tutto in modo gerarchico – e quindi potere al World Health Organization (WHO), Nazioni Unite ecc.: in una sola parola: globalismo.
Fra i maggiori sostenitori di questo nuovo ordine mondiale ci sono Bill Gates e la sua fondazione, Soros, la fondazione Rockfeller, Kissinger (la sua visione di realpolitik lo induce a sostenere un dualismo dominato da Stati Uniti e Cina), la maggioranza dei Media e naturalmente Big Pharma.
In conclusione, i globalisti – spalleggiati da tantissimi intellettuali – sostengono che il mondo è uno o sta per diventare tale. Questa crisi può far lievitare un nuovo mondo.
Secondo il Center for Disease Control (CDC) l’agenzia federale americana che studia le infezioni nel 1957 si ebbero 116,000 morti per il virus conosciuto come ‘asiatica’ negli Stati Uniti su una popolazione di 177 milioni. Le scuole come pure tante attività rimasero quasi tutte aperte. Quindi il Covid-19 non sta mietendo vittime come fece l’asiatica, eppure si è creato un clima da panico non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Usando la paura del contagio poco alla volta e sempre più velocemente si è bloccata tanta parte dell’attività economica e paventando un possibile ritorno di una nuova accelerazione di Covid-19, Big Pharma ci induce a credere, supportato dai Media, che l’umanità è in pericolo finché non ci sarà un vaccino.
E’ interessante notare anche una pubblicazione della Fondazione Rockfeller del 2010 in cui si fanno previsioni di una pandemia e quali mezzi usare per venirne fuori (*). Nel rapporto, tra l’altro, si elogia anticipatamente la Cina per quel che potrà fare in una situazione di emergenza.
Quel che sta succedendo adesso era già stato previsto, in particolare l’obbligo di indossare mascherina, controllo della temperatura corporea, distanziamento sociale. Il rapporto infine si concentra sul dopo fine della pandemia, prevedendo un permanente controllo autoritario. Il rapporto prevede un autoritarismo globale e i cittadini, pur di avere maggiore sicurezza, accetteranno tante perdite dei loro diritti fondamentali. Questo autoritarismo globale prevede una schedatura digitale attraverso identità biometriche (chips sottopelle) così che gli abitanti del pianeta sarebbero sorvegliati e i loro dati potrebbero essere inseriti in un archivio digitale globale.
All’inizio di questo articolo parlavo di intenzioni in quanto è importante prevedere come andrà ad evolvere questa crisi pandemica. È proprio sui tempi di percorso del Covid-19 che c’è ancora tanta incertezza. Se una soluzione adeguata contro il virus non si trova per molto tempo e in più ci potrebbe essere una seconda ondata di contaminazioni, allora sarà più facile per l’èlite globalista imporre direttive che andranno nella direzione sopra menzionate. Se invece Covid-19 continuerà la sua fase discendente in termini di contaminazioni e mortalità, fino ad essere neutralizzato nei prossimi mesi allora diventa molto difficile per l’èlite applicare direttive autoritarie.
Nota
(*) – Scenarios for the Future of Technology and International Development. Rockfeller Foundation, New York, 2010.
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ad integrazione del commento di Enzo Di Fazio del 3 maggio l’intervista rilasciata dal premio Nobel Joseph Stiglitz allo scrittore Gianrico Carofiglio “Non sprecate questa crisi. E’ ora di condividere davvero il pianeta. Le previsioni di un Nobel a uno scrittore”
Tutto nel file .pdf allegato: Stiglitz. Carofiglio. Robinson 1 maggio 2020
Sandro Russo
2 Maggio 2020 at 08:41
Con tutto il rispetto per le opinioni del prof. Pagano e verso i suoi amici ponzesi, ricordo che i suoi articoli sono stati sempre letti con scetticismo dalla maggior parte di noi, e le sue tesi confutate sul Sito, dove comunque ha sempre avuto la massima ospitalità.
In particolare la sua posizione fortemente contraria all’euro (e ad un’Europa forte e unita) non è mai stata condivisa da me e da Enzo Di Fazio (che anche ha scritto di questo argomento).
Riecheggia ovviamente la posizione al riguardo del presidente Trump delle cui “gesta” farebbe meglio a preoccuparsi – come tutti noi – invece di disegnare improbabili scenari.
Enzo Di Fazio
3 Maggio 2020 at 21:16
Joseph Stiglitz, premio Nobel 2001 per l’economia, in un’intervista rilasciata a Gianrico Carofiglio (la Repubblica, inserto Robinson di venerdì 1° maggio 2020): “La pandemia è una crisi che il mondo deve fronteggiare unito così come la crisi climatica, che non è sparita e anzi potrebbe essere causa di altre epidemie. Dobbiamo imparare a condividere il pianeta e questo richiede una cooperazione che Trump in questi anni ha fatto tutto il possibile per minare. Il compito principale del prossimo presidente sarà ripristinare la cooperazione globale”
In fondo all’articolo di base l’intera intervista in formato pdf
vincenzo
4 Maggio 2020 at 09:02
Vincenzo Pagano non lo conosco. Leggo che è stato un professore di economia e vive a New York ed è in pensione. Pensate un ponzese in pensione dopo aver vissuto una vita nelle aule d’America. Dagli USA la vita si vede dall’alto, tutte le idee innovative, tecnologiche ma anche le strategie economiche e sociali un prof. attento le vede nascere. Vota e fa votare i presidenti americani, gli uomini più potenti del mondo. È un prof di economia e non solo studia la materia ma si confronta con colleghi e deve sostenere le domande e le critiche degli studenti che fin dalla nascita hanno imparato che: “in America si può sognare ed essere felici. Il pessimismo è una malattia, la sconfitta è solo una esperienza” .
Quando un Americano-Ponzese scrive analisi come quella scritta da Vincenzo Pagano si può essere certi che è una analisi ponderata, approfondita, che ha superato tutti gli esami e le critiche in un mondo di dominatori.
Ovviamente queste cose che ha scritto Pagano io le stavo analizzando non dall’alto della cattedra Americana ma dal basso di uno scoglio italiano. Sono molto contento sentire ripetere e rafforzare queste tesi per cui ringrazio di cuore Vincenzo Pagano e ora capisco ancor meglio perché condividevo gli ultimi articoli di Giuseppe Mazzella.