Ambiente e Natura

Lettera aperta alla Delegata ai rapporti con l’Ente Parco del Circeo per Zannone

di Vincenzo Ambrosino

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Cara Mimma,
ti coinvolgo direttamente nel dibattito perché è giunto il momento di comprendere che cosa sta facendo l’amministrazione Ferraiuolo su Zannone.

E’ assurdo “tenersi” gli appellativi di “talebani ambientalisti”, per poi vedere quell’isola assolutamente non curata, non fruita dal punto di vista turistico, in cui il patrimonio botanico e storico archeologico è abbandonato e/o in via di degradazione..
Io non sono un “talebano” ma sono un “ambientalista” per cui ritengo doveroso sapere il destino di Zannone che rimane un’isola dalle grandi prospettive turistico-ambientali.

Quindi è fondamentale far capire ai cittadini di Ponza, soprattutto ai giovani di Ponza – che chiedono una prospettiva per il loro futuro e nuove opportunità di lavoro – come possiamo far diventare quell’isola (Zannone) il locomotore che traini tutta la politica ambientalista del Comune di Ponza.

Sappiamo che il Comune di Ponza si è impegnato a rispettare la delibera n. 6 del 13 marzo 2017 relativa all’uscita dell’isola di Zannone dal perimetro del Parco Nazionale del Circeo, che ha come oggetto 4 punti:
1) la revoca della delibera del Consiglio Comunale n. 8 del 29 marzo 1978;
2) il mandato alla giunta per il prosieguo delle procedure volte all’esclusione dell’isola di Zannone dai confini del Parco Nazionale del Circeo;
3) l’incarico al Sindaco ed alla Giunta per azioni legali di risarcimento contro il Parco Nazionale del Circeo nonché ogni altro Ente o Organismo ritenuti responsabili per i danni al patrimonio immobiliare comunale oltre che per i danni all’immagine e all’erario dell’Amministrazione Civica di Ponza;
4) il mandato alla Giunta Comunale di presentare alla Regione Lazio osservazioni critiche al Rapporto Ambientale per il Piano del Parco.

Ferraiuolo nel Consiglio Comunale del 16 ottobre 2017 – leggi qui – ha risposto ai 4 punti con altre domande, infatti:

1)    “La revoca deliberata, che, come dissi, aveva solo un significato politico senza alcuna efficacia pratica, posta in quel modo si presterebbe a lasciar intendere la vigenza di contratti o convenzioni (invece scaduti da molti anni) funzionali al nascondere eventuali responsabilità del Comune che sui beni di sua proprietà presenti sull’isola aveva da molto tempo ed ha tuttora pieno titolo; questo aspetto non è da sottovalutare al fine di una corretta valutazione dell’applicabilità del punto deliberato relativamente all’azione di responsabilità nei confronti del Parco Nazionale del Circeo o di altri Enti o Organismi; la domanda, non peregrina, è: c’è una responsabilità anche da parte comunale nella vicenda, atteso che gli interventi straordinari di manutenzione spettano per legge all’ente proprietario, nel caso di specie al Comune, tenuto conto anche che le convenzioni erano scadute?”

2)    “la sola delibera costituisce o meno un atto sufficiente all’avvio della procedura? Quale relazione tecnica occorre a supporto della procedura e chi la produce? Il tema è stato da me responsabilmente posto al Ministero e sulla base della risposta che si riceverà si stabilirà come procedere”.

3)     “una denuncia con richiesta di risarcimento danni nei confronti di un determinato soggetto comporta l’accusa documentata che questi con atti od omissioni sia il diretto responsabile del danno lamentato…” Per l’immobile comunale, i documenti visionati evidenziano come esso sia inagibile almeno dal 2006; come l’Ente Parco sin dalla sua istituzione non ha usufruito dell’immobile stante la sua inagibilità; come numerose effrazioni siano state verbalizzate dall’ex Corpo Forestale dello Stato; come l’Ente Parco abbia provveduto alla sua recinzione dopo la consegna, nel 2010, di una relazione da parte dell’arch. Agnoni, incaricato per uno studio di fattibilità, rilievo ed analisi strutturale, dalla quale si evinceva il degrado dello stabile, l’impossibilità della sua utilizzazione nonché la necessità di copiosi interventi anche strutturali; come l’immobile dal luglio del 2012 non sia più oggetto di alcun contratto o convenzione né con il Parco Nazionale del Circeo né con altri e che, pertanto, ogni responsabilità è venuta a ricadere sul Comune di Ponza…
Per gli eventuali reati ambientali, per quanto è dato sapere, la Magistratura penale non ha ad oggi dato seguito a provvedimenti nei confronti dell’Ente Parco o di altri Enti o organismi le cui presunte responsabilità per le varie fattispecie di danni sono state richiamate nelle denunce presentate dall’ex Sindaco; occorrerà, quindi, attendere la fine delle indagini e l’eventuale rinvio a giudizio dei responsabili accertati per potersi costituire parte civile per il ristoro dei danni subiti da parte del Comune”.


Nei primi tre punti esaminati sembra che ci siano dei seri dubbi per procedere contro l’Ente Parco per cui, l’amministrazione Ferraiuolo: ” decide di “approfondire l’esame”, “aspettare i tempi delle risposte da parte del Ministero dell’Ambiente e delle indagini della magistratura”.

Per quanto riguarda il quarto punto “mandato alla Giunta Comunale di presentare alla Regione Lazio osservazioni critiche al Rapporto Ambientale per il Piano del Parco”, le osservazioni sono state fatte e inviate:  [file:///C:/Users/Massimo/Desktop/osservazioni%20Zannone.pdf]

Le osservazioni del Comune evidenziano in modo chiaro che il piano del Parco “in relazione alle previsioni è estremamente carente sotto l’aspetto archeologico /storico per quanto riguarda l’isola di Zannone”. Per cui l’Amministrazione sente il dovere di descrivere le evidenze archeologiche presenti su Zannone nell’ottica di metterle in sicurezza, valorizzarle e  tutelarle.
Ma anche per la casa di caccia l’Amministrazione dissente dal piano del Parco e scrive che ha: “già dei progetti per la gestione del suddetto complesso edilizio”. 

Qui è utile chiarire che la gestione si fa solo dopo la seria ricostruzione di quell’immobile che è in stato avanzato di decomposizione.

Nelle osservazioni dell’Amministrazione si parla anche di messa in sicurezza del costone del Varo, di un pontile di attracco per migliorare l’accoglienza delle gite organizzate ecc.

Conclusioni
Cara Mimma,
queste sono le premesse e le azioni (che io conosco) concretamente messe in atto dall’amministrazione Ferraiuolo, ma è chiaro che Zannone ha bisogno di un progetto che non vedo e al contrario vorrei vederlo soprattutto nell’interesse dei giovani isolani residenti. L’ambiente naturale, come tu sai, è una risorsa che può essere sfruttata dall’uomo per suoi interessi personali, oppure può essere protetta, ingabbiata ma assolutamente non valorizzata per cui in via di degradazione come sta avvenendo oggi, oppure può essere reinterpretata con intelligenza per vedere come questa risorsa ambientale storico/archeologica può diventare viva e partecipe per la crescita culturale, sociale ed economica di una comunità di uomini.
Certo devo ringraziare Vigorelli, che con il suo decisionismo ha messo in moto il processo al Parco e a questa burocrazia parolaia, senza soldi, che non garantisce né protezione né cultura della economia sostenibile.

Ma questa è la sfida che gli ambientalisti seri devono accettare per Zannone: far diventare, quel patrimonio naturale, una risorsa economico ambientale per i residenti di Ponza e per la crescente massa di turisti che chiedono storia, cultura, ambiente naturale, bellezza.

Se l’accordo di programma con l’Ente Parco è la via che oggi è più agevole seguire, io credo che comunque il Comune di Ponza si debba dotare di un Progetto di gestione economico ambientale dei territori isolani. 


Questo è compito dei veri ambientalisti: dotarsi di un progetto di sviluppo socio-economico compatibile con le risorse ambientali,  in cui Zannone diventi  il “locomotore” che traini lo sviluppo di un turismo sostenibile addirittura per tutte le isole Ponziane.

5 Comments

5 Comments

  1. vincenzo

    7 Dicembre 2018 at 08:59

    https://m.youtube.com/watch?v=72v6Mca2Qf8&feature=share

    Il referendum su Zannone proposto da “Punto di Svolta” sembra incontrare deĺle difficolta’.. Voglio pero’ ricordare al giovane D’Amico che lui aveva promesso di riempire la sua battaglia referendaria per liberare Zannone dal Parco di contenuti economici, sociali, ecologoci.

  2. Biagio Vitiello

    8 Dicembre 2018 at 08:38

    Carissimo Vincenzo,
    ancora una volta non abbiamo imparato la lezione: su Zannone facciamo solo chiacchiere e vogliamo perdere tempo disquisendo all’infinito.
    Io non sono affatto d’accordo a perdere ulteriormente tempo, dobbiamo necessariamente prendere possesso di Zannone e se una amministrazione non fa questo… figuriamoci le altre cose! Avevo già detto che il referendum serviva a poco, perché sarebbe stato solo consultivo.
    A Zannone il comune deve essere presente, perlomeno durante l’estate, con un gruppo di volontari dedicati (“volontari per Zannone”) che “accudiscano” l’isola, facciano un minimo di manutenzione ai sentieri e nel portino in visita i turisti (che dovranno pagare un piccolo biglietto). Se non facciamo almeno, allora… vendiamola l’isola!
    Vedi Vincenzo, io e te possiamo liberamente parlare delle tematiche politiche, soprattutto di questa Amministrazione che abbiamo votato, perché non abbiamo mai chiesto cose personali (cosa che non molti fanno a Ponza), ma esigo che essa esca dall’immobilismo e dalla “ordinaria manutenzione”, perché il tempo sta scadendo (tempo amministrativo naturalmente) e i nostri figli – se si va avanti così- non avranno futuro.
    Caro Vincenzo, altra cosa che mi sta molto a cuore… perché non proponiamo a questa Amministrazione di salvaguardare la residenza nei fatti, dando a quei pochi che abitano questo scoglio 365 giorni, un piccolo premio… come l’abbassamento di alcune tasse o qualunque altra cosa che potrebbe essere di grande utilità a chi vive sull’isola tutto l’anno?
    Certamente questo è il ruolo di un Amministratore, che va ad amministrare per il bene del suo Paese.

  3. vincenzo

    14 Dicembre 2018 at 10:35

    RIPRENDIAMOCI ZANNONE
    COME FARE
    E PER FARE CHE COSA…

    di Piero Vigorelli
    .

    Il 6 dicembre scorso, il Prof. Vincenzo Ambrosino ha pubblicato una “lettera aperta” all’assessore Gelsomina Califano, invitandola a dire la sua opinione sulla questione dell’Ente Parco del Circeo e sull’uscita di Zannone dal Parco.
    Sono passati sei giorni, e l’assessore non si è palesata.
    Il Dott. Biagio Vitiello invece è intervenuto con uno scritto in larga parte da condividere. E’ favorevole all’uscita di Zannone dal Parco.
    Ugualmente è intervenuto Danilo D’Amico, anche lui per l’uscita di Zannone, con proposte “pratiche” che meritano attenzione.
    Per non far morire il dibattito su una questione cruciale per l’avvenire di Ponza e dei Ponzesi, pubblico qui un testo che ho inviato oggi al Prof. Ambrosino.

    ************************

    Caro Vincenzo,

    ti ringrazio per aver sollecitato un nuovo dibattito sulla questione di Zannone.

    Non dispiacerti se alcuni personaggi che vorresti coinvolgere se ne stanno zitti e Mosca (sì, con la maiuscola), da Ferraiuolo a Gelsomina Califano, passando per Gennaro Di Fazio.

    Forse non sanno cosa dire o forse si vergognano di dirlo apertamente.
    .

    Quello che ritengo sia giusto per Zannone e per Ponza, lo ripeto almeno dal 2013, con il titolo-manifesto “Riprendiamoci Zannone”.

    Ci riflettevo prima di fare il Sindaco. Poi ho avuto conferme nei primi incontri nel 2012 con la dirigenza del Parco, avendo aperto una fase di dialogo, per conoscere bene e capire meglio la situazione.

    Infine, ho maturato la convinzione dell’uscita di Zannone quando il Ministro dell’Ambiente mi ha nominato membro del Consiglio Direttivo del Parco.

    Stando “dentro” il Parco, ho avuto la certezza che era un Ente parolaio, senza un becco del quattrino, senza una visione strategica e che considerava Zannone come un fastidioso foruncolo.

    Le cose in seguito non sono cambiate. Anzi, sono state ancora più evidenti e in chiave peggiorativa.

    Infatti, il “Piano del Parco” e il “Rapporto Ambientale” del Parco, sono un monumento all’ipocrisia, all’insegna di magnifiche sorti progressive che non potranno mai essere realizzate.

    Il “Piano” e il “Rapporto”, insisto, più che un libro dei sogni sono un incubo, per Zannone e per Ponza.

    Basta porre l’accento sul fatto che il “Piano” consta di 150 pagine e a Zannone ne sono dedicate solo 5 (di chiacchiere). Il “Rapporto” è invece di 1.235 pagine e solo 11 riguardano Zannone (altre chiacchiere al vento).

    ***********************

    Ognuno di noi è quindi chiamato a dare una risposta, in tutta coscienza, a una serie di domande.

    – L’Ente Parco, dal 1979 ad oggi, in questi ormai 40 anni di annessione di Zannone, ha promosso e sviluppato iniziative per la valorizzazione dell’isola? La risposta è NO.

    – L’Ente Parco (e prima ancora L’Azienda per le Foreste Demaniali, il CNR, il Parco, che hanno gestito Zannone dal 1979 al 2007), hanno redatto il documento fondamentale , “madre” di ogni altra successiva riflessione, qual è il “Monitoraggio della biodiversità di Zannone”. La risposta degli atti ufficiali e pubblici (non solo la mia) è NO.

    – L’Ente Parco ha finalmente l’intenzione e la volontà di realizzare questo “Monitoraggio” che in ormai 40 anni non ha mai fatto? Il “Rapporto Ambientale” afferma, in modo patetico, che si propone di “avviarlo entro il 2020”, che la sua priorità è tuttavia “media” (cioè non è poi così importante) e che i soldi si penderanno dalle “risorse interne”. Ma le casse del Parco sono vuote…. Quindi questa volontà non c’è e la risposta è un altro NO.

    – L’Ente Parco ha l’intenzione e i soldi per ristrutturare la bellissima e pregiatissima Villa Comunale che ha ridotto in uno stato fatiscente, esclusivamente per sua incuria? La risposta è NO.

    – Il Comune di Ponza, che è proprietario della Villa Comunale e anche del 98% del territorio di Zannone (il restante 2%, cioè l’area del Faro di Capo Nigro, è dello Stato), ha responsabilità o correità nel degrado della Villa Comunale? Ferraiuolo dice di sì, ripetendo una balla che racconta, per far fessi i suoi interlocutori, il Presidente del Parco per fortuna ancora per pochi giorni. La risposta è NO. Se uno affitta una sua casa e l’inquilino la distrugge, la colpa è del proprietario o dell’inquilino?

    – L’Ente Parco ha l’intenzione e la voglia di prendersi cura dei beni archeologici presenti a Zannone, dalla piscina romana al Monastero Cistercense? Magari sorprenderà (negativamente), ma questi due beni non sono neppure inclusi nell’elenco stilato nel “Rapporto Ambientale” dei siti archeologici del Parco da valorizzare. Quindi la risposta degli atti ufficiali e pubblici (e non solo la mia) è NO.

    – L’Ente Parco ha il diritto di controllare i flussi turistici a Zannone, come si impegna a fare nel “Rapporto Ambientale”? La risposta è NO. Infatti, la delibera della Giunta Regionale del Lazio n. 835/2016, stabilisce che spetta solo al Comune di Ponza il controllo dei flussi turistici nei nuovi SIC marini e nelle ZSC. Per raggiungere quest’obiettivo, la nostra Amministrazione ha impiegato mesi di trattativa con la Regione ed è stata l’unica, nel Lazio, a intavolare una trattativa del genere. Gli altri Comuni hanno ingoiato il rospo.

    – L’Ente Parco, come afferma il “Rapporto Ambientale”, ha il diritto di assumere su di sé la “Gestione sostenibile delle aree marine limitrofe al Parco”, e cioè di metter bocca anche su Ponza e Palmarola? La risposta è NO. Sono compiti che appartengono alla Regione Lazio quale “soggetto gestore” del SIC e delle ZSC. Ma Regione Lazio (sempre con la già citata delibera n. 835/2016) si è impegnata a gestire le aree marine “d’intesa con il Comune di Ponza”. Quindi il Parco non ha alcun diritto.

    – L’Ente Parco ha il diritto di controllare la pesca professionale e sportiva, non solo a Zannone ma anche a Ponza e a Palmarola? La risposta è NO.

    – L’Ente Parco è in grado di finanziare opere di mitigazione dei rischi idrogeologici a Zannone, che è quasi tutta area PAI? Nell’approvare il bilancio preventivo 2017, il Direttore dell’Ente ha sottoscritto una dichiarazione nella quale afferma – candidamente – che il Parco “Non prevede la realizzazione di alcun nuovo lavoro pubblico, in quanto non sono state definite nuove risorse da utilizzare in tal senso” e, inoltre, che “Non esistono negli uffici le adeguate figure professionali”. La risposta agli atti del Parco (e non solo la mia) è quindi NO.

    . Possiamo aver fiducia nelle promesse dell’Ente Parco, strombazzate nel “Piano” e nel “Rapporto Ambientale” e che vengono ripetute come una litania da quasi 40 anni, su Zannone e su tutta l’area del Parco nella terraferma? La risposta è NO. Se quello di Pinocchio era un naso lungo per le sue bugie, quello delle varie dirigenze del Parco è un obelisco.

    – L’Ente Parco e il Comune di Ponza devono sottoscrivere un’ennesima Convenzione, che assicuri alle casse del Comune di Ponza il miserabile introito di un canone d’affitto di euro 14.460,79 all’anno (non al mese)? Preciso che il presidente del Parco, Gaetano Benedetto, una volta mi ha eccepito che quell’obolo era financo troppo alto, poiché la Villa Comunale era inagibile. Anche per questa protervia, la risposta è NO.

    – L’attuale amministrazione comunale in questi quasi due anni ha prodotto atti o iniziative per portare a conclusione l’uscita di Zannone dal Parco? La risposta è un secco NO.

    – L’Ente Parco del Circeo, in definitiva, è un’istituzione con la quale si può e si deve ragionare? La mia risposta è un chiaro e definitivo NO.

    ********************

    Fatte queste domande e relative risposte, vediamo di ragionare sul futuro dell’isola di Zannone uscita dal Parco e tornata nella piena disponibilità di gestione da parte del Comune di Ponza.

    Facciamolo, con una premessa dolorosa e vergognosa.

    E’ corretto ricordare che le diverse amministrazioni comunali di Ponza hanno considerato Zannone un bene per acchiappare quattro soldi, per far quadrare il bilancio comunale. Nel passato, a varie amministrazioni comunali di Zannone non è mai fregato un granché.

    Prima l’intera isola è stata data in affitto annuo a “Signori” danarosi, come riserva esclusiva di caccia. Fra queste persone c’erano anche uomini di cultura come Edoardo Scarfoglio e Matilde Serao.

    Poi è arrivato l’affittuario Marchese Casati Stampa, che andava a caccia, che sparava anche ai ponzesi che si avvicinavano all’isola e che nella Villa Comunale organizzava le orge che le cronache ci hanno raccontato. All’epoca ero nella cronaca del Messaggero e ricordo perfettamente quando il collega Lino Canu fece un grande scoop e portò in redazione le foto della Signora Anna piuttosto desnuda nella Villa Comunale di Zannone. Foto che fecero il giro del mondo.

    Scoppiato lo scandalo, il Comune si è riciclato e si è inventato la “svolta ecologista”: basta caccia e cacciatori, portiamo Zannone nel Parco del Circeo e facciamoci dare i soldi dallo Stato…. La caccia ai soldi continuava, sotto una veste più perbenista.

    Il sindaco Mario Vitiello, nel 1978, è stato il regista di quest’operazione. Il sindaco Franco Ferraiuolo, nel 1980, è stato il firmatario della prima Convenzione con il Parco.

    Il prezzo dell’affitto era di 28 milioni di lire. Diviso per il valore dell’euro, si traduce nei 14mila e rotti euro sottoscritti nel 2011 dal sindaco Rosario Porzio e dall’assessore Franco Schiano.

    Vale a dire che, nel corso dei vari decenni, non c’è stato neppure l’adeguamento annuale del miserabile canone d’affitto secondo i parametri dell’Istat.

    Mi dispiace far rilevare quest’aspetto, e cioè che Zannone è stata “svenduta” dalle diverse amministrazioni comunali che si sono succedute fino al 2012 e a partire dal 1904 (data nella quale il Ministero delle Finanze ha sancito la proprietà di Zannone in capo al Comune di Ponza e ai cittadini ponzesi).

    Dal 1980 al 2012, poi, non è che i rapporti Comune-Parco siano stati idilliaci.

    La Convenzione aveva stabilito il miserabile canone d’affitto. Ma il Parco è sempre stato un inquilino moroso, degno di essere sfrattato.

    Nel 1984 il sindaco Antonio Balzano aveva quantificato in 90 milioni di lire la posizione debitoria del Parco nei confronti del Comune di Ponza.

    La Convenzione aveva stabilito, oltre al canone d’affitto, che il Parco doveva “fare buon uso dei beni oggetto del presente atto” e che questi beni (principalmente la Villa Comunale) “non dovevano essere comunque danneggiati o deteriorati”.

    Ma il Parco è sempre stato un inquilino vandalo.

    Sempre il sindaco Antonio Balzano e sempre nel 1984, a seguito di un sopralluogo dei Vigili Urbani (Gianpiero Vitiello), con lettera al CNR e al Ministro dell’Agricoltura aveva messo in rilievo, anche con una documentazione fotografica della Villa Comunale, che “si è constatato un evidente degrado delle strutture concesse in uso, in palese violazione dell’art. 3 della Convenzione”.

    E ancora nel 1984, in data 18 marzo, il sindaco Antonio Balzano, con Ordinanze n. 20 e 21, aveva stabilito il divieto d’accesso assoluto all’isola (ad eccezione di chi fosse autorizzato per legge o dall’amministrazione comunale) e aveva chiesto al Parco “il rilascio, entro 30 giorni, di tutti i beni immobili presenti sul territorio del demanio comunale dell’isola di Zannone”.

    Nel 2011, alla firma della Convenzione con il sindaco Porzio e l’assessore Franco Schiano, il Parco era sempre moroso, ma s’impegnava a restituire gli arretrati del canone dell’affitto entro un anno.

    Gli arretrati sono arrivati solo nel 2013, dopo un’ennesima incazzatura del Sindaco Piero Vigorelli.

    Anche per tutte queste mancanze di riguardo e per l’arrogante disprezzo del Parco verso il Comune di Ponza e verso i ponzesi, s’impone l’uscita di Zannone dal Parco del Circeo.

    Così ha deciso il Consiglio Comunale del 13 marzo 2017, con il voto favorevole anche di Franco Ferraiuolo e di Sergio D’Arco.

    Quel voto a favore dell’allora opposizione era solo una meschina mossa “dorotea”, per togliere un argomento agli avversari nella campagna elettorale.

    Non a caso, una volta insediatisi al potere, Ferraiuolo & C. quel voto se lo sono rimangiato e digerito, e sono ritornati a inciuciare con il Parco. Con il cappello in mano.

    Penso che rinfrescare la memoria sia sempre bene. “Prima che il tempo cancelli le tracce…”, come recita il distico di Ponza Racconta Balle.

    ********************

    Dopo i molti NO, passiamo quindi ai SI’.

    Quale futuro per il Parco e per Zannone?

    Per il Parco, ritengo sia cosa buona e giusta declassarlo a “Area Protetta”, limitatamente alla sola Foresta Demaniale, perché il territorio attuale del Parco è troppo antropizzato, è mal gestito e con i pochi soldi a disposizione non può fare nulla di più di una disordinata ordinaria amministrazione.

    La Foresta Demaniale, al contrario, ancorché vergognosamente piena di rifiuti, non manutenuta, poco valorizzata, mal recintata e con arterie stradali che l’attraversano, può essere ben gestita e deve esserlo, perché è un grande polmone di una biodiversità che va tutelata e valorizzata.

    Zannone tornata a Ponza, invece, è una grandissima e meravigliosa opportunità.

    – E’ un’opportunità per garantire una nuova offerta turistica intelligente e naturalistica, rispettosa del territorio dell’isola che è un “serbatoio genetico”, come viene definito nel Piano Regolatore Generale del 1983 del Comune di Ponza.

    – E’ un’opportunità per valorizzare l’immagine attrattiva di Ponza, il suo brand, che da due anni sta subendo un preoccupante decadimento. Con l’attuale amministrazione, si sta andando verso la “decrescita felice”.

    – E’ un’opportunità per gli imprenditori turistici ponzesi, se avranno la voglia di investire sul futuro e non a pensare solo al facile “malloppo estivo”. Altrimenti, arriveranno imprenditori “forestieri”, che sanno guardare oltre alla punta del proprio naso.

    – E’ un’opportunità di lavoro per decine di giovani ponzesi, che possono creare “start up” usufruendo anche di contributi della Regione Lazio (magari anche europei, con tempi più lunghi però) e costruirsi così un futuro di lavoro e di ricchezza.

    – E’ un’opportunità per chi vorrà trasferirsi a Zannone come il “guardiano” di una volta, con uno stipendio del Comune, e con il compito di manutenere i sentieri e la Villa Comunale ristrutturata, di dare cibo ai mufloni, di controllare le nidificazioni e il “passo” dell’avifauna. Guardiano e Guardia Ecologica allo stesso tempo.

    ********************

    Certamente, tutto deve partire dalla ristrutturazione della Villa Comunale, posto che a Zannone, come prescritto dal PRG del 1983, non si possono creare nuovi insediamenti abitativi.

    E qui ci vogliono ameno tre milioni di euro per ristrutturare la Villa Comunale e relativi annessi, per arredare le stanze da letto e i locali di servizio, per istallare impianti fotovoltaici, per ricostruire una cisterna per la raccolta dell’acqua, per sgomberare e portare nelle discariche del continente tutte le schifezze lasciate dal Parco e gli inerti edili della ristrutturazione.

    Un altro milioncino di euro serve per creare un approdo sicuro al Varo, per sistemare i sentieri, fare percorsi con relative informazioni, per fare alcune minime opere di messa in sicurezza, per dare dignità e restituire bellezza ai resti del Monastero e alla piscina romana (pulizia, consolidamenti, illuminazione)…

    Dove trovare questi soldi?

    – Dagli imprenditori che vorranno partecipare a questa impresa di riqualificazione e valorizzazione dell’isola per un turismo intelligente.

    – Dalla denuncia che il Comune di Ponza deve fare alla Corte dei Conti nei confronti dell’Ente Parco, per i danni al patrimonio immobiliare comunale. Così aveva stabilito la delibera del marzo 2017 del Consiglio Comunale, ma anche questo impegno solenne Ferraiuolo & C. se lo sono rimangiato e digerito.

    – Da un contributo annuale da parte de Comune di Ponza, prelevato dalla “tassa di sbarco”.

    – Da possibili contributi del Ministero dei Beni Culturali… Segnalo che un docente dell’Università Cattolica di Milano, grande studioso dei Monasteri Cistercensi, mi aveva espresso il desiderio di fare uno studio su quello di Zannone, con relativo piano di valorizzazione. Ma visto il disastro del Parco, ha rinunciato. E’ un progetto che, con una Zannone tornata a Ponza, può esser ripreso e costituire la base per chiedere un intervento mirato del MIBAC.

    – Da possibili contributi europei.

    – Da possibili contributi di sponsor, nuovi mecenati.

    ********************

    In conclusione:

    – Bisogna vincere la battaglia “Riprendiamoci Zannone”.

    – Bisogna denunciare il Parco per le sue malefatte in quasi 40 anni di annessione di Zannone.

    – Bisogna organizzare, come Comune di Ponza, una nuova gestione dell’isola per creare una nuova offerta di turismo intelligente a Zannone, che si affianchi alle straordinarie bellezze di Ponza e di Palmarola.

    Proprio per tutto questo che ho lungamente cercato di spiegare, caro Prof. Vincenzo Ambrosino, mio ventriloquo che non ha imitazioni, la tua idea di una sorta di mega-Parco delle isole ponziane non mi convince per nulla.

    Non possiamo far uscire Zannone da una prigione, per far entrare in un’altra, insieme a braccetto, Ponza, Palmarola e Zannone.

    .

  4. Sandro Russo

    14 Dicembre 2018 at 17:36

    Il caro ex-sindaco Vigorelli, nel momento stesso in cui per interposta persona chiede (e ottiene) accoglienza sulla pagine di Ponzaracconta, non sa mettere da parte i suoi istinti belluini – che sono stati concausa della sua disgrazia politica – e ignaro delle sacre regole dell’ospitalità, continua ad offenderci.
    Questo vizio di fondo purtroppo inficia anche la validità del “comizio” che tiene sulle “nostre” pagine, perché mette in pessima luce la correttezza di chi lo esprime.
    Ci dovrebbe chiedere pubblicamente scusa.

  5. Biagio Vitiello

    14 Dicembre 2018 at 23:54

    Alla lunghissima lettera-soliloquio di Vigorelli, dico: Giù le mani da Zannone con speculazioni e progetti di “forestieri”.
    Zannone è dei ponzesi e deve essere gestita solo da ponzesi.
    L’amministrazione passata, allo stato attuale, ha prodotto solo chiacchiere e non si è visto (al momento) un solo fatto!
    Avrei da dire tante cose su questa lunga “disquisizione”, perché ho un interessante archivio su Zannone (sia da appassionato che come ex consigliere comunale):
    – L’affittuario non è mai stato il marchese Camillo Casati Stampa, ma la società “La Faggiana, di cui egli era socio;
    – A Zannone non ci sono mai state orge, solo che “alla madama marchesa” piaceva stare al sole in “topless”, sulla terrazza al piano alto della casa del guardiano (in quel tempo questa abitudine era considerato una perversione);
    – Ma quale svolta ecologica dell’amministrazione di quel tempo!? Tutto scaturì dalla rivalsa di un amico proprio di Vigorelli, a cui fu vietato di cacciare nell’isola, e dal fatto che quella persona, pur non facendo parte dell’amministrazione Vitiello, era un elemento molto importante in seno ad essa e ne orientò le decisioni.
    All’ex sindaco (come ad altre persone) consiglio di non dire balle su Zannone…

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