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Storie di Madri (17). La sua vita senza lei. Come si diceva in un’altra occasione, quando si definisce un tema, pare che tante storie che ci passano sotto gli occhi convergano su di esso; come in questo caso, tanto che è difficile “chiudere” la serie delle “Madri”.
Un dono per ogni compleanno da oggi alla maggiore età. La scelta di una mamma malata di Enrico Ferro Treviso. C’è una bambola con gli occhi azzurri, la bocca che sorride e i lunghi capelli biondi. Anna potrà spazzolarli nel giorno del suo terzo compleanno. A 6 anni, invece, dovrà cimentarsi nella ricostruzione di un puzzle con la foto del ponte di San Francisco. Quando ne avrà 16 c’è la prima trousse di trucchi che l’attende mentre per i 18 c’è un mappamondo di sughero in cui mettere le puntine per indicare i luoghi visti e quelli ancora da vedere. Elisa Girotto ha pensato a tutto per la sua bambina venuta alla luce solo un anno fa. L’ha dovuta salutare troppo presto, è morta mercoledì scorso. Non potrà tenerla per mano durante i primi passi, né sentirle dire le prime paroline. Mamma però ci sarà sempre e ha già comprato regali per 18 compleanni e 18 Natali. Scoprire a 40 anni di non avere più tempo, con una bambina appena nata e un marito che ti adora. La vita, a volte, è anche questo. Mentre Alessio Vicenzotto lo spiega sforzandosi di trattenere le lacrime, fuori c’è un corriere espresso che suona il campanello. Ci sono immagini della vita di tutti i giorni che sanno di famiglia. Come le scarpe sistemate nello sgabuzzino in ordine crescente: bimba, mamma, papà. O i capotti in fila sull’attaccapanni. È difficile accettare che questo ordine venga stravolto da una tempesta che si porta via tutto. Elisa era alla trentottesima settimana di gravidanza, quando una sera si è resa conto di avere un nodulo al seno. Elisa e Alessio, direttore di banca lei, impiegato lui. Entrambi improvvisamente impegnati in una corsa contro il tempo. Il progetto era che di incartare i regali insieme. Ma non c’è stato tempo. E adesso c’è quella stanza piena di scatole e scatoloni ancora imballati. Elisa con il marito Alessio in una foto scattata nelle ultime settimane La donna è morta mercoledì scorso per un tumore che le era stato diagnosticato un anno fa (foto da Repubblica) [Da “la Repubblica” del 30 settembre 2017] *** La mia vita senza me è un film del 2003 diretto da Isabel Coixet, basato sul libro Pretending the bed is a raft (Facendo finta che il letto sia una zattera) di Nanci Kincaid (l’antologia consta di otto racconti brevi, uno dei quali è stato adattato per il film). Isabel Coixet, figlia spirituale di Pedro Almodovar, è una delle registe più sensibili e discrete nel mettere in scena il dolore; trattenuta, pudica, mai una scena di troppo per suscitare commozione, eppure vera e vibrante, come la protagonista Sarah Polley, canadese, attrice in questo film e anche regista di suo. La trama. Ann ha 23 anni. Una vita piena, con un marito che la ama e due figlie. All’improvviso si sente male; va in ospedale per un controllo e qui fa un esame dopo l’altro fino a una diagnosi terribile: un medico senza neanche guardarla negli occhi le dice che le restano solo poche settimane di vita. Ann non piange né si dispera; reagisce con distacco ed evita di trascinare i suoi ultimi giorni nella disperazione. Non parla a nessuno della sua malattia, né alla madre né al marito; pianifica il suo breve futuro con fredda lucidità e stila una lista di cose da fare (things to do before I die…). Nella lista anche la cura di far pervenire alle sue figlie gli auguri di compleanno fino al diciottesimo anno di età, incidendo la sua voce su delle cassette che il suo medico consegnerà loro anno dopo anno… Nel bellissimo trailer da YouTube c’è tutta l’anima del film… . .
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Avevo una compagna di scuola, Franca B., la più bella e la più brava della classe. Si era alle scuole medie e con i suoi occhi azzurri incantava professori e compagni. Ci siamo lasciate per il liceo e poi ritrovate durante l’università, lei architettura, era il suo sogno. Il matrimonio con il nostro insegnante di tennis, che piaceva anche a me anche se era brutto davvero, e la sua bambina che nasce, la sua gioia immensa e poi mentre la allatta si accorge di avere un nodulo al seno… come la protagonista reale che ha lasciato doni alla figlia per gli anni a venire.
Non so se Franca abbia lasciato doni, ha avuto un po’ più di tempo per congedarsi. La figlia le somiglia ma è meno bella e meno luminosa, forse perché perdere quello splendore di mamma toglie molta luce.