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L’albero della libertà. 14. La proiezione. Sono andato a trovare zì Ntunino. Ricordate? Quello che sopra i Conti coltiva l’albero della libertà. L’avete dimenticato? Quell’albero metaforico, per dire che la libertà non è mai definitivamente raggiunta, che i suoi rami si innalzano sempre più in alto, a significare che la libertà è un traguardo sempre da agognare, nonostante le difficoltà. “Zì Ntunì? Ma cosa vai dicendo? – esordisco. Non ti puoi permettere di dire fesserie…”. “Che? – risponde – e perché mai?”. “Ma come? Vai dicendo che il Comune è in dissesto finanziario…” “Alt – mi stoppa – io non dico questo. E come potrei dirlo ? Mica sono andato a vedere i conti del Comune? E nemmeno ho amici fra gli Amministratori per confidenze del genere”. “E allora – ribatto – com’è che si dice che tu stia malignando…”. “No, no, aspetta un momento – dice Ntunino. Io ho solo fatto una proiezione immaginaria da quanto vado ascoltando”. “E quale sarebbe questa proiezione?”. Ordunque le premesse sono che il Comune non ha disponibilità finanziarie. Il rischio del dissesto l’aveva ereditato dall’Amministrazione precedente al 2012 e quella subentrante non ha trovato il rimedio per uscirne indenni. “Certo – rispondo – che di immaginazione ne hai. Però… però…” “Ma che però… – riprende Ntunino – se parti dal principio che quell’Amministrazione mirava ad apparire mondana, moderna, e non teneva in nessun conto i bisogni della comunità ponzese… allora il mio castello immaginario non ha i piedi fragili. La bancarotta del Comune era la scusa per immettersi nella necessità di ‘privatizzare’ tutte le risorse economiche dell’isola e fare dei Ponzesi dei manovali ”. Rimango perplesso! Più ci penso e più sono soddisfatto della scelta politica dei Ponzesi. Di tutti, pure di quelli che hanno indossato casacche ‘strane ’. Ponza è una e Ponzesi siamo tutti.
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Volevo fare i miei complimenti a zi’ ‘Ntunino (e a Franco De Luca) per aver espresso in forma così piana e comprensibile i complessi disegni della politica “oscura”… Quella ordita alle spalle della gente comune, che ne è manipolata e travolta senza averne comprensione e conoscenza.
…Davvero quest’albero della libertà sta dando i suoi frutti, pur nell’estate rovente!