Ambiente e Natura

Ponza “verde” ed altro

di Silverio Guarino

 

Ho visto domenica 2 aprile, seduto sul divano di casa in una giornata piovosa, il programma televisivo “Linea verde”, tutto rivolto a cercare sulle isole “Pontine” (anziché “Ponziane”, ma meno male che hanno identificato almeno Latina come provincia di appartenenza), il ritorno dei giovani isolani all’agricoltura o meglio, alla campagna.

Di ponzesi, nemmeno l’ombra, o meglio, cercato (e trovato) solo un giovane (che prima era dedito al turismo estivo) che si occupa per 12 mesi l’anno di un vigneto dell’isola di Ponza e che ha trovato, pertanto, un’occupazione solida sull’amato scoglio.

Un unico “Silverio” ponzese, intervistato, ci ha fatto vedere come si coltiva un orto con svariati frutti e ortaggi, rivolto al suo consumo familiare e a quello di parenti e vicini di casa.

Poi, solo nomi forestieri di imprenditori che hanno cercato e trovato sull’isola di Ponza una attività che, restituendo all’isola stessa gli antichi fasti di passata memoria, hanno ripreso la produzione di quel vino locale (anche se vinificato altrove), che tanto caro rimane nel pensiero di chi lo ha bevuto.

Appena bisbigliati i nomi dei due imprenditori locali che stanno cavalcando questa nobile impresa.

Realtà diversa è stata quella che hanno cercato e trovato i conduttori di “Linea verde” sull’isola di Ventotene, dove giovani del luogo, con un impatto ambientale e culturale sostenibile, si occupano di lenticchie e di agricoltura (tutto ciò che si può produrre, senza sfruttamento intensivo), con la candida considerazione di guadagnare 12-13mila euro l’anno, cifra che permette loro di vivere con dignità sulla loro isola, con figli e famiglia.
Per questi ultimi, niente settimana bianca, né viaggi alle Maldive.

Domenica 9 aprile (domenica delle Palme), nuovo intervento televisivo su Ponza (manca poco all’11 giugno), con la trasmissione “Mediterraneo” alle 12.25 su Rai3, con il nuovo tentativo di trovare giovani ponzesi innamorati di questo “scoglio”, dove desiderano restare e che non vorrebbero abbandonare.
E’ stata sottolineata l’origine “partenopea” degli abitanti dell’amato scoglio (Ponza è in provincia di Latina solo per motivi geografici, ma le origini dei suoi abitanti sono campane), che ben si è percepita nelle interviste.
Accento assolutamente non percepibile nell’intervista fatta all’attuale ‘primo cittadino’ che ha colto l’occasione per informare la popolazione della futura inaugurazione di una sala multimediale da adibire ad attività culturali, e del progetto riguardante il dissalatore provvisorio che finalmente manterrà costante il flusso idrico nell’isola nel periodo invernale, quando le mareggiate talora della durata anche di 4-5 giorni, con onde alte anche 7 metri, impediscono alle navi cisterna di rifornire d’acqua la nostra amata isola di Ponza.

Anche per quest’ultima futura prevista realizzazione, proporrei di non chiamarlo più “Mare nostrum”, il mare “nostro” ma “Mare alienum”, cioè “di altri” in quanto Acqualatina ha già vinto il ricorso al Consiglio di Stato per il dissalatore a Ventotene (che si farà?) ed ha avuto l’approvazione della Regione Lazio per quello di Ponza “dissalatore mobile SKID” (che si farà?).

I pesci grossi riescono spesso a mangiare quelli piccoli, anche se, essendo questi ultimi poco digeribili, sono in grado di far venir loro almeno un po’ di mal di pancia.

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