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La tragica fine del Rio Marinaa cura della Redazione . Rimbalzata da un articolo di www.giglionews.it di qualche giorno fa e quindi sui social network attivi a Ponza e dintorni, ha suscitato molta emozione la notizia dell’affondamento di una nave cui i ponzesi erano molto affezionati, già appartenente alla gloriosa flotta SNIP. – “Costruita in Svezia nel 1960 per conto della Eckerö Line e varata con il nome di Spervik 1 venne subito ribattezzata Rospiggen. Entrò in servizio lo stesso anno per la società di navigazione Trafik AB Grisslehamn, di Öregrund, collegando i porti di Grisslehamn, Eckerö, Öregrund e Hallstavik. A questo punto per saperne di più decidiamo di contattare il comandante Antonio Romano che ha parlato con il rappresentante in Italia dell’armatore della Guinea Equatoriale. La Guinea Equatoriale, da non confondere con la Nuova Guinea dell’Oceano Pacifico, è un paese costiero dell’Africa equatoriale, che consta di un parte continentale e una insulare, tra cui appunto la capitale Malabo, situata sull’isola di Bioko, prospiciente le coste del Camerun e piuttosto distante dalla parte continentale del paese
Le due parti che costituiscono la Guinea Equatoriale: quella insulare con la capitale Malabo (sull’isola di Bioko) e quella continentale Rapporti geografici tra i due paesi confinanti, Guinea Equatoriale e Camerun (cliccare per ingrandire)
Contattato direttamente il rappresentante in Italia dell’armatore africano, apprendiamo che effettivamente il naufragio è avvenuto circa un anno e mezzo fa, nel giugno 2015, senza che nessuno in Italia ne fosse venuto a conoscenza. La notizia però era stata riportata a suo tempo da un notiziario spagnolo.
Secondo le informazioni assunte telefonicamente dalla fonte suddetta, pare che la nave, immatricolata in Guinea Equatoriale per il solo trasporto merci, svolgesse quotidianamente servizio sulla tratta Malabo-Tiko (Tiko è contigua a Doula, grossa città costiera del Camerun). La fonte ci fornisce anche informazioni più dettagliate, che gettano una luce sinistra sul naufragio che ha coinvolto 17 persone (nessun sopravvissuto): i sette membri dell’equipaggio e i dieci passeggeri ‘clandestini’, dato che la nave doveva svolgere solo servizio merci. Ma c’è di più. Pare che rispetto all’assetto che ancora ricordano quello che ci hanno viaggiato sulla linea Terracina-Ponza, il salone del ponte superiore fosse stato svuotato dei sedili e di tutto il resto, e riempito di frigoriferi a pozzetti per la refrigerazione del pesce. Il caso si è sommato agli errori umani quando un’onda più alta delle altre, non una vera tempesta, ha provocato lo sbandamento della nave e quindi il suo capovolgimento che l’ha infine portata ad inabissarsi. La nave giace tuttora su un fondale di circa 20 metri. Pare siano state anche fatte delle indagini per studiare le possibilità di un recupero, ma poi non se n’è fatto nulla. Dalle notizie assunte risulta che tutti i corpi sono stati recuperati. Questa è la storia come ci è stata raccontata… un episodio lontano nello spazio e ormai anche nel tempo. Devi essere collegato per poter inserire un commento. |
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