Ambiente e Natura

La scuola

di Paolo Iannuccelli
scuola

 

Un gruppo di genitori di alunni che frequentano la scuola media Pisacane, a Ponza, lamenta che sono sempre meno gli insegnanti disposti a lavorare nelle isole ponziane. Segnalano una situazione difficile, dopo due mesi di apertura dei corsi, con assenze di professori in varie materie di insegnamento, anche le più importanti.
Una situazione di notevole disagio, mai presa in considerazione dalla autorità scolastiche provinciali.
L’Educazione motoria si svolge – addirittura – all’aperto su un campo precario, solo in giornate di bel tempo.
Chi si vede assegnare una classe a Ponza dichiara apertamente il suo no, quelli che invece accettano sono costretti a fare i salti mortali per coprire anche più classi.
Una storia che si ripete ogni anno, i genitori protestano ed hanno mille ragioni.
Le lezioni sono iniziate ufficialmente dal 10 settembre, ma gli studenti della scuola media Carlo Pisacane non sono riusciti ancora a fare lezioni a tempo pieno per mancanza di alcuni docenti. Come accade ogni anno, molti degli incaricati non prendono poi regolare servizio. La situazione è precaria.

Ponza è un’isola, la scuola media è ancora più isolata dal contesto nazionale. Sono sempre meno i docenti disposti a svernare in un posto considerato – a torto – disagiato. Ponza è trascurata dal corpo docente mentre sono ancora tante le famiglie che non rinunciano alle scuole dell’isola per i figli.

4 Comments

4 Comments

  1. Biagio Vitiello

    18 Novembre 2016 at 06:56

    Caro Paolo,
    dici cose veritiere, ma forse non sei al corrente che anche la scuola superiore (che frequenta mio figlio) vive gli stessi disagi della media. Che fare?
    Ci interessiamo e dissertiamo (anche su questo sito) di “cose politiche” e non dei veri problemi di quelli che vivono a Ponza? Perchè? Forse perché è consuetudine (di lunga data) che nell’isola ognuno deve risolvere da solo i propri problemi, mentre le Istituzioni sono assenti?

  2. dimonacosabrina

    18 Novembre 2016 at 09:36

    Grazie Paolo,
    per il tuo interessamento. Il tuo articolo non è sicuramente una “lamentela politica”, è solo la voce di noi genitori che vogliamo mettere in evidenza i problemi che tutti gli studenti ponzesi vivono, nella speranza che qualcuno ci ascolti. L’interesse di ogni genitore è che i propri figli crescano diventando adulti sicuri e realizzati di se stessi, ed in questo la scuola ha un compito fondamentale.

  3. Rosanna Conte

    18 Novembre 2016 at 10:53

    Ma cos’è politico e cosa non lo è?
    Se la politica è la gestione della polis, tutto quanto riguarda la vita quotidiana dei cittadini è politica, è cioè la materia di cui devono interessarsi i politici.
    La soluzione dei problemi quotidiani, i cambiamenti dell’esistente, le mediazioni rispecchiano la visione della società del politico.
    Se il politico ritiene che tutti abbiano diritto ad elevarsi culturalmente, professionalmente per migliorare il proprio livello di vita, riterrà sicuramente la scuola pubblica fondamentale per i giovani ed il paese, la porrà al primo posto della sua agenda politica e si impegnerà a farla funzionare al meglio. Se ritiene che, in fin dei conti, nella nostra società la gran parte dei giovani è destinata a svolgere lavori subalterni e non qualificati, allora sarà sufficiente curare quella parte di loro destinata a diventare la classe dirigente di domani. Ma a questo provvedono le costose scuole private; la scuola pubblica a questo punto, basta gestirla con interventi “pezzottati”, giusto per dire che i ragazzi sono stati in una scuola.
    Questa è la politica dei politici, perché poi esiste la politica del cittadino, dal momento che la nostra costituzione è democratica e prevede gli spazi di intervento politico per il cittadino comune al di là del voto.
    I cittadini comuni se hanno coscienza civica riescono a formare comitati di scopo per affrontare i loro problemi. Pensiamo al Comitato per l’acqua di Aprilia che sta lavorando da un decennio per riuscire a rendere di nuovo pubblica la gestione dell’acqua.
    Si parte dalla semplice protesta presso l’istituzione di riferimento e ci si organizza. Bisogna essere molto convinti della giustezza del proprio diritto ed avere la volontà di vederlo affermato, altrimenti si ripiega, come dice Biagio, sulla soluzione personale, individuale, che è una chiara sconfitta di un diritto che lascia indebolità la comunità.
    Quindi, quando parliamo di politica parliamo anche di noi stessi. Del resto, la classe politica di un paese rispecchia il paese: se il cittadino comune non si sente depositario di diritti, non curerà il controllo dell’alta politica accontentandosi delle briciole visibilissime che gli verranno concesse.
    Qualsiasi aspetto della vita quotidiana di una comunità fa capo a diritti, valori, principi che vengono definiti astratti ma che si concretizzano poi in livelli e modalità di vita.
    I cittadini consapevoli sanno che se quei principi sono rispettati dai politici, possono battersi con buone speranze per risolvere i loro problemi, altrimenti dovranno battersi anche per la difesa e l’affermazione di valori astratti.
    E’ per questo che le lotte per i principi, molto spesso definite ideologiche, non possono essere viste con distacco dalla gente comune, ma dovrebbero essere guardate con attenzione per capirne la ricaduta nella vita di tutti i giorni.

  4. vincenzo

    19 Novembre 2016 at 12:10

    Della ex mia scuola ho parlato mille volte da tempo quando amministratori altri, volevano risolvere il problema dell’abbandono dell’isola cambiando indirizzo da ITC a ITT. Io dicevo è inutile cambiare! Ma chi può capire questo? Solo pochi genitori!
    Quando io dico che la sera non c’è nessuno e anche gli ultimi eroici baristi chiudono i loro bar chi può comprenderlo? Solo pochi giovani sempre più avviliti!
    Quando la nave o l’aliscafo non partono chi può comprendere questo disagio? Chi deve partire per necessità!
    Ma c’è qualcuno che pensa che questi problemi si possano risolvere singolarmente? Meno persone a Ponza meno servizi! Quindi bisogna innanzitutto bloccare l’esodo ma cercando prima di ascoltare e poi risolvere i problemi di chi vive l’inverno a Ponza. In molti casi sono problemi individuali ma l’attenzione a queste esigenze personali e collettive diventano una scelta politica per invertire le sorti di questa isola che è indirizzata da molto tempo a diventare un dormitorio di rassegnati (pronti a partire) d’inverno e un caotico villaggio vacanze d’estate.
    Mettere al centro del programma amministrativo la Salvaguardia della Residenza Invernale, non è folclorismo ma è necessità: se si salvano questi genitori, questi alunni, questi cacciatori, questi pescatori, queste massaie, questi giovani, queste associazioni, questi operatori commerciali, questi fedeli, questi sportivi che vivono d’inverno a Ponza e intorno a questi si sviluppa un progetto per una nuova offerta turistica, solo allora c’è una speranza.

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