Attualità

Ciao Alberico

  1. di Martina Carannante
    lutto

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La notizia è giunta poche ore fa, a lungo ho riflettuto su cosa scrivere e quale fosse stato il modo migliore per ricordarlo: Alberico Mazzella, classe 1929, è stato un importante maestro d’ascia oltre che uomo esemplare e amico leale.

Grande amico di mio nonno Aldo, insieme avevano vissuto numerose avventure, come il restauro della statua di San Giuseppe. Dopo giorni di lavoro e colla di pesce i due amici ebbero uno strano incidente… entrati nel cantinone dove lavoravano non credettero ai loro occhi… la colla di pesce non aveva preso bene ed il corpo del santo era largo e cadente. L’espressione dei due amici fu: “San Giusè’..! e ch’è fatt’? Si’ deventato ‘na pacchiana?!”
Preoccupatissimi subito si rimisero al lavoro per portare a termine il loro compito; servirono molti giorni per portarlo alla sembianza in cui oggi siamo abituati a vederlo, pare che alle mani, specialmente quella libera dal bambino, Alberico lavoró per giorni levigandole e limandole fino a curare i dettagli.

Io lo ricordo vagamente, sono più limpidi i racconti su di lui che la sua figura, ma non potevo non ricordarlo in questo giorno.

Alla moglie, al figlio Paolo e tutta la famiglia, la mia vicinanza e il mio affetto, oltre che quello della redazione di Ponzaracconta.

Buon viaggio Alberico, oggi il mare non è dei migliori, ma tu saprai sicuramente come affrontarlo, ricordati solo di salutare da parte mia il tuo caro amico.

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4 Comments

4 Comments

  1. silveriomazzella

    27 Ottobre 2016 at 18:04

    Alberico era anche mio zio, era il fratello di mio padre e si assomigliavano moltissimo.

    Mio padre Giovanni ci ha lasciati il 2 ottobre 1997. I due fratelli si sono incontrati anche nel mese in cui hanno lasciato questa terra. Si sono voluti bene!

    Ero uno spettacolo quando da piccolo venivo a Ponza vederlo lavorare alle lanze, ma il suo lavoro era più di fino: aveva intagliato il suo autoritratto in una cornice di legno e sapeva dipingere benissimo!

    Oggi i due fratelli si sono rincontrati.

    Ciao Zio

  2. silverio lamonica1

    27 Ottobre 2016 at 18:54

    Ricordo con molto affetto e stima il caro Alberico. Anni fa trasportai la barca in legno che allora avevo, in un suo terreno lungo la Panoramica. Conversavamo affabilmente nel corso dei lavori che, inutile precisarlo, effettuò alla perfezione. Porgo alla moglie e alla famiglia tutta le condoglianze più sentite.

  3. Giuseppe Mazzella

    27 Ottobre 2016 at 21:37

    Alberico è stato uno degli ultimi maestri d’ascia di Ponza.
    Lo ricordo al lavoro sulla spiaggia di Santa Maria o di Giancos, lavorare alle ordinate o al fasciame di una barca, dove le lunghe tavole si adattavano prodigiosamente al millimetro alla forma voluta. Ha contribuito alla realizzazione di numerose imbarcazioni ponzesi che poi hanno solcato tutti i mari del Mediterraneo.
    Nei primi anni ottanta, costruì per i suoi familiari due “sandolini” che per molte estati scorrazzarono per Cala Feola, facendo la felicità di piccoli e grandi. Realizzati con i crismi di vere e proprie imbarcazioni, avevano ossature poderose, tali da sopportare il peso di cinque persone.
    Lo ricordo calmo e paziente, dai movimenti misurati, adempiere al lavoro quotidiano, con i ferri del mestiere sempre in ordine. Ha continuato a lavorare finché le forze glielo hanno permesso, dividendo il suo impegno con la cura delle viti, che trattava con la stessa accuratezza delle barche.
    Mi mancherà il suo sorriso bonario, le sue domande sui fatti del giorno per i quali chiedeva maggiori dettagli a me “che venivo da fuori”. A tutti mancherà la sua bonomia e la sua pazienza.
    Sono vicino con affetto al dolore del moglie Maria, del figlio Paolo, dei nipoti e cognati, e prego per la sua bella anima.

  4. Paolo Mazzella

    28 Ottobre 2016 at 16:46

    Ringrazio di vero cuore Martina Carannante e la redazione per questo splendido regalo. In questi momenti la mente è poco lucida, sono annebbiato. Ho la sensazione di vivere un incubo, ma purtroppo il silenzio intorno a me mi riporta alla triste realtà. Ci tenevo a raccontarvi un po’ di papà.
    Da piccolo ha provato a farmi innamorare della sua arte, la carpenteria navale, ma purtroppo ha avuto pochissima pazienza con me. Anni dopo, quando per motivi senili non riusciva più a lavorare, gli dissi: – Se tu fossi stato piu’ calmo oggi avrei potuto sostituirti.
    Mi rispose:
    – Quest’arte non si impara sui banchi di scuola, non ci sono manuali da dove poter attingere le informazioni, questo lavoro io l’ho dovuto “rubare” ai maestri di Torre del Greco. Da piccolissimo lavorare il legno è entrato nella sua vita. I maestri d’ascia di allora lo allontanavano, mentre lui si nascondeva ed imparava da lontano come tracciare, misurare, tagliare e posare in opera ogni singolo componente di una barca. Non è riuscito a farmi innamorare della sua arte,ma mi ha insegnato ad essere onesto, sempre e con chiunque. “Uagliò l’onestà paga sempre”.
    Appena posso, vorrei pubblicare qualche foto di qualche lavoretto che mi ha lasciato. Ricordare le persone le rende immortali, nel mio cuore lo sarà per sempre e spero che trovi un posticino anche nel vostro.
    Vi abbraccio tutti

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